L’Hacker, il 6/11/2011
Paura… rabbia, desideri sessuali, senso di deformità collettiva, bisogno di abbracci, di un cane, dolori intestinali, diarrea, smania, prurito ascellare e al petto [psicosomatico]. Un uomo viene imprigionato ingiustamente per aver urlato il suo diritto alla libertà contro uno stato dittatoriale, ed è ora imprigionato dentro una cella dove prova quelle spaventose umiliazioni.In strada intanto l’ingiustizia subita da quell’uomo è pubblicamente contestata.
“Beh… ti voglio dare una piccola informazione confidenziale a proposito di Dio, caro inferiore. Devi sapere che a Dio piace guardare… Lui da all’uomo, gli istinti. Ti concede questo straordinario dono e poi che fa? Te lo giuro che lo fa, per il suo puro divertimento…E’ il giorno di Natale, e mentre il sangue scorre come un fiume in piena lungo le strade dell’odio, il popolo che odia il suo tiranno vuol far visita all’uomo immagine della ribellione.
HANNO DIRITTO DI PARLARE COL PRIGIONIERO 5 UOMINI!
- La prima visita del giorno è quella di un prete profondamente credente, contestatario della chiesa di regime, anch’egli a suo modo ribelle, che gli dice: “Ravvediti, perché Satana ti metterà alla prova ma Dio ti salverà”. Inaspettatamente, benché questa frase sia pronunciata con tutto il cuore e con tutto lo spirito dal prete, su quell’uomo ha l’effetto di un insulto, visto che “Dio” è la parola in nome della quale lo stato l’ha imprigionato ingiustamente. Tuttavia il religioso non ne ha avuto abbastanza della sua presunzione, e se ne va pregando che l’uomo si ravveda e sfugga dal male, che sta NEL NON ACCETTARE IL SUO DIO.
- Dopo che il prete se n’è andato a scorrazzare la sua parola per le strade, arriva lo psicologo a portar la buona novella. Costui decide di volerlo aiutare, spinto dalla sua coscienza e dai vari influssi che l’hanno determinata. Gli si mette innanzi in atteggiamento assertivo [motivante per sé e per l’altro], appare tranquillo e rilassato e sembra anche mostrare dell’interesse per ciò che dice il detenuto, tuttavia quest’ultimo continua ad avere la sensazione di essere DA SOLO, cioè che di fronte a lui ci sia solo l’involucro di un uomo. Sebbene il visitatore è tutto disposto all’ascolto e all’aiuto.
- Anche lo psicologo infine se ne, va, chiedendosi se la situazione è troppo grave ormai, visto che l’uomo ha voluto starsene seduto tutto il tempo sulla sua branda. Mentre va in strada nell’anonimato, mescolandosi con l’uomo medio, analizza il tipo di terapia migliore per l’uomo, e teme per lui la possibilità della necessità di farmaci.
- Ci sono appena 30 secondi di pausa, ed è l’ora del biologo esperto in programmazione. È un bravo scienziato che crede fermamente nell’innocenza del detenuto, imprigionarla significa violare la libertà dell’individuo e l’autonomia del pensiero umano. È indignato con le istituzioni. Crede che è compito della scienza essere al servizio della gente, soprattutto con quest’uomo che è un noto scienziato. Il biologo gli dice che ha un amico avvocato, che conosce uno che sta nella giunta, e che conosce il rettore di una università, uomini tutti a favore dello scienziato. Scriverà poi articoli “Organizzerà picchetti” e infine proporrà una nuova perizia scientifica fatta da lui stesso gratuitamente. “L’inganno deve essere mostrato al pubblico ignorante!”. Dopo un po’, mentre il detenuto se ne sta in silenzio sulla sua branda, cerca di non notare che il detenuto stesso sembra nervoso. Un po’ indispettito se ne va.
Siamo al quarto. Arriva uno del popolo! Un uomo sulla cinquantina, un appassionato di vecchia data di Vasco Rossi. Uno “della gente”. Si fa infilare in cella, lo abbraccia sebbene quello se ne sta fermo in branda, gli dice “Amico mio, come va? Noi gli faremo le scarpe, non li lasceremo stare, ci siamo tutti, sai!” e andandosene gli passa il suo vecchio mangiacassette con un vecchio album di Vasco in cui era contenuta la canzone “siamo solo noi” per farlo sentire VIVO. Va a casa convinto che stare in galera è dura, e che solo lui l’ha capito.
Il poveretto comincia ad agitarsi per la stanza, imprecando per la rabbia e la disperazione. A quel punto arriva IL DEMONIO!
IL DEMONIO
1975 – Saul H. Mendlowitz, direttore del “Progetto di Modello per un Ordine Mondiale” e membro del Council on Foreign Relations (CFR), il “Politburo” del capitalismo con sede a New York, disse:
“La domanda se ci sarà o non ci sarà un governo mondiale entro il 2000 non si pone più. A mio avviso le domande che dobbiamo (invece) porci sono: come questo si verificherà, se attraverso un cataclisma, un movimento, un disegno più o meno razionale e se sarà a carattere totalitario, benevolmente elitista o partecipativo” [pag33*]
Tratto un libro che è considerato il caposaldo del cospirazionismo italiano: MASSONERIA E SETTE SEGRETE. La faccia occulta della storia, dello scrittore Epiphanius, cattolico…
Epiphanius, a pagina 20, scrive in merito al concetto di DUBBIO, introdotto come un cancro nella religiosità cristiana:“È… difficile negare l’esistenza di un’azione secolare che, vuotati gli spiriti dalla filosofia scolastica, li ha aggrediti con dosi dapprima omeopatiche di dottrine gnostiche; introducendo IL DUBBIO COME METODO SOTTO LA COPERTURA DELLO SCIENTISMO, il disprezzo DELLA RETTA RAGIONE spinto fino al rifiuto del reale, il rinnegamento dell’autorità naturale, la nulla potestas nisi a Deo, sostituita da un potere che trae la sua legittimazione dal basso, un potere infero: un modo essenzialmente luciferino di procedere, fondato sulla menzogna e sull’uso reiterato del compromesso”. [pag 20*]
Sì… è arrivato Satana, che naturalmente entra dalla porta come gli altri, ma appena arrivato gli lancia il suo monologo migliore:
Ti dice: Guarda… Ma non toccare. Tocca… Ma non gustare. Gusta… Ma non inghiottire.E mentre tu saltelli da un piede all’altro, Lui che cosa FA? Se ne sta lì, a sbellicarsi dalle matte risate! Perché è un moralista!E’ un gran sadico! E’ un padrone assenteista, ecco che cos’è!.. Meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso, non è così? – Perché no… Io sto qui col naso ben ficcato nella terra, E ci sto fin dall’inizio dei tempi. Ho coltivato ogni sensazione che l’uomo è stato creato per provare!
A me interessava quello che l’uomo desiderava, e non l’ho mai giudicato! E sai perché? Perché io non l’ho mai rifiutato, nonostante la sua maledetta imperfezione. Io sono un fanatico dell’uomo!… Sono all’apice… E’ il mio tempo questo… E’ il NOSTRO tempo… *
E poi sai perché tu sei qui? Per colpa di Dio, del Dio che ti hanno fatto credere che comanda tutto! Sei qui perché ti sei fatto fregare dalle loro idee sulla giustizia, loro le predicano agli altri ma non le applicano! Ma vedrai, quando uscirai da qui, dovrai fare loro quel che loro hanno fatto a te!”.
L’uomo imprigionato si alza dal letto e ruggendo si scaglia contro il diavolo, lo prende a calci in culo e tenendolo per le orecchie con testa schiacciata sulla parete della cella gli bisbiglia a un orecchio “Ma cosa credi di fare? Mi vuoi vendere anche tu le tue cazzate! Da te mi aspettavo di più… Credi di ossessionarmi come tutti loro? È la quinta volta che entri!?” E il diavolo se ne va scomparendo in una nuvola di fumo nero.
E POI?
… È ormai quasi finita l’ora delle visite, d’un tratto, inaspettatamente, entra un uomo. Costui tace. Si fa aprire la cella. Si stende sulla branda del prigioniero, che nel frattempo ancora agitato fa avanti e indietro per la stanza. Il nuovo venuto, disteso sulla branda, guarda il soffitto e le mura attorno. Scende le gambe lasciandole penzolare dal materasso e rimane seduto lì, a guardarsi intorno.
Poi, alzatosi, spoglia l’uomo e guarda la sua eruzione cutanea, lo riveste e né osserva gli occhi cerchiati, ne percepisce lo stupore ma anche la paura, anzi il terrore verso ogni altro essere umano. È come un animale ferito. Forse è in prigione non per la propria libertà, ma perché era già un animale ferito. Percepisce che quest’uomo ha anche paura di essere ingannato, e che crede che nessuno al mondo lo aiuterà.
“Non averne” gli dice allora d’un tratto questo sconosciuto personaggio, come se stesse leggendo DENTRO la sua mente.
“Non ne ho più” risponde il prigioniero che improvvisamente si illumina e gli dice “Avevo solo voglia di sentire che lo Spirito era qua dentro… grazie”L’uomo se ne va lasciando il prigioniero col cuore ricolmo d’amore.
Non vi è modo per dare una definizione dell’ultimo uomo che è passato nella stanza, forse era solo qualcosa che è dentro l’uomo, e non nelle sue parole. Forse è tutto ciò che gli altri, con nomi diversi cercavano di dargli…
Ma ognuno degli altri 5 era rimasto chiuso nel mondo del loro “santo” linguaggio, che ognuno gli sbandierava come verità assoluta. Tutti con IDEE CERTE, OBBLIGHI IMPRESCINDIBILI, richieste di sacrifici, CONVINZIONI che si erano costruiti intorno per non sentire paure, dubbi irrisolti. Erano tutti schiavi, perché nessuno era entrato dentro se stesso per rendersi conto di QUAL’ERA LA VERITA’ ASSOLUTA della prigionia.
L’Hacker, il 6/11/2011
*(Brani tratti dal monologo finale di Al Pacino ne “L’avvocato del Diavolo” http://www.atuttascuola.it/tesine/files/diavolo6.htm)