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Pollo alle prugne di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

Creato il 05 febbraio 2013 da Spaceoddity
Pollo alle prugne di Marjane Satrapi e Vincent ParonnaudPollo alle prugne (2011, tit. or. Poulet aux Prunes) è un film di Marjane Satrapi e Vincent Parannaud, gli stessi autori che hanno incantato milioni di spettatori con Persepolis. Poetico e colmo di ironia, racconta la storia del violinista Nasser-Ali Khan (Mathieu Amalric), marito di una donna che non ama, Faringuisse (Maria de Medeiros), e innamorato dopo anni e anni di una ragazza splendida, dal nome evocativo e magico: Irâne (Golshifteh Farahani), che non anni prima non poté sposare per volontà del padre di lei (Serge Avedikian).
Nasser-Ali ha perso anche il suo violino, durante una lite con la moglie e, da allora, cerca il suono giusto, il tocco di grazia, quello che dia anima alla sua musica. La moglie, disperata, prova a ritrovare il dialogo impegnandosi nella preparazione del piatto che lui ama di più, il pollo alle prugne, una tipica ricetta iraniana (che da un paio d'anni in qua circola anche per il web); ma è il gusto della vita che manca al musicista, stretto com'è tra un fratello diversissimo, Azraël, (Edouard Baer) che, non si sa a qual titolo, prova a consolarlo e tirarlo su, e una madre (Isabella Rossellini) dispotica, più che volitiva. Per non parlare, poi, dei figli Cyrus (Mathis Bour e, da adulto, Christian Friedel) e Lili (Enna Balland e, da adulta, Chiara Mastroianni), oggetto del contendere: e come potrebbe essere altrimenti, se quell'uomo e quella donna che li hanno generati non si specchiano che nell'ostinato fallimento del loro matrimonio?
Pollo alle prugne, con i suoi colori, con la sua tecnica visiva, con le sue inquadrature, con i suoi siparietti, è un piccolo scrigno di sorprese e di buon gusto. In tutto il girato, Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud riescono a conferire al film quel che di giocoso e teatrale che accompagna l'animazione ormai nota dei loro tratti e dei loro colori:Pollo alle prugne di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud Pollo alle prugne è esotico e chiaro, a tratti quasi immediato, sembra a portata di mano, ma non è banale e, soprattutto, non è turistico. L'Iran che sta dietro questo film mantiene sempre il sapore della favola e dei tappeti, di quelle storie con le quali la nostra cultura ha imparato a fingere dimestichezza, ma rimangono pur sempre vaghe, tessute da mani lontane. Forse, alcuni lettori forti come me sentiranno il sapore di quelle fiabe orientali che anni e anni fa furono pubblicate in diversi volumetti dalla Mondadori oppure il fascino di album di fotografie e immagini lontane: eppure anche la leggenda dell'angelo della morte, che tanto ricorda la storia raccontata da Roberto Vecchioni in Samarcanda recupera qui una sua aura di estraneità, di nuovo e incantato mistero.

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