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Pomigliano non è come Torino 80

Creato il 21 giugno 2010 da Brunougolini
Il 2010 di Pomigliano come il 1980 di Torino? Un paragone infondato. Lo ha spiegato, tra gli altri, uno studioso, nonché dirigente della Cisl come Bruno Manghi. Ho un ricordo acuto di quella vicenda avendo vissuto, in quell'epoca, a Torino, scrivendo per questo giornale, 35 giorni e 35 notti. Era una lotta unitaria contro oltre ventimila licenziamenti, non per una ripresa produttiva condizionata dalla menomazione di leggi e diritti. E godeva dell'appoggio di grandi partiti di massa.
Davanti ai cancelli della fabbrica comparve a un certo punto Enrico Berlinguer, Un delegato della Fim-Cisl chiese che cosa avrebbe fatto il Pc in caso di occupazione della fabbrica. Berlinguer rispose che non avrebbe potuto non essere a fianco degli operai. L'affermazione venne travolta dalle polemiche. Non ricordo però, in quei giorni, una lotta politica pubblica e aperta da parte di esponenti del Pci contro la battaglia sindacale in corso. Ricordo solo Bruno Trentin che davanti ai picchetti operai cercava di far capire che certe forme di lotta potevano portare all'isolamento e alla sconfìtta.
È lo stesso Trentin rievocato in questi giorni a proposito dell'accordo del 1992 che aveva sepolto la scala mobile. Tutti a scrivere oggi che Epifani avreb- ne dovuto imitare per Pomigliano lo stesso senso di responsabilità di Trentin. Senza ricordare che all'epoca Epifani era in prima fila con la corrente socialista capitanata da Ottaviano Del Turco per convincere la Cgil riottosa circa la necessità di firmare l'accordo. E che Trentin aveva firmato con collera e dolore, per impedire le dimissioni minacciate da Giuliano Amato e il tracollo economico, la rottura sindacale. Pur denunciando il fatto che quell'intesa cancellava la scala mobile e bloccava la contrattazione aziendale. Per dare, subito dopo, lui stesso le dimissioni, denunciando il "male oscuro" delle correnti sindacali parapolitiche nocive per la democrazia sindacale, Un anno dopo, a dimissioni rientrate, riusciva conquistare col governo Ciampi un nuovo accordo che considerava una rivalsa sul 1992.
Ora comunque è tempo di guardare più al futuro che al passato. L'accordo di Pomigliano non può essere considerato il nuovo vangelo delle regole del gioco nel mondo del lavoro. Appare lucida l'osservazione di Epifani circa il fatto che nella fabbrica campana bisognerà essere presenti e partecipi nei due anni di preparazione alla svolta produttiva Un tempo da impiegare non nei panni degli spettatori passivi e nemmeno dei sabotatori ma con l'obiettivo di cambiare tutto ciò che addirittura si scontra con leggi vigenti e con la stessa Costituzione, Marchionne stesso forse potrà capire che con i regimi da caserma non si crea nulla di buono.

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