di Piero Sanzo.
Ne avevo già parlato “tempo addietro“ quando Alfano celebrava su twitter che con il ponte ripartiva il sud. Oggi anche “scamiciato bianco” si è messo a confermare che il ponte sarà una cosa bellissima, meravigliosa e che l’Italia ne andrà fiera.
Intanto a Messina, proprio dall’altra parte dello stretto dove il ponte dovrebbe far gridare alla meraviglia, sono senza acqua da giorni, perché le condutture dell’acquedotto si sono sfaldate a causa di una frana. Ora una frana è qualcosa di imponderabile, ci sto, ma quello che molti non sanno è che il problema è cronico in Sicilia; chiedete a Caltanissetta, chiedete a Gela tanto per far due esempi, vi renderete conto che l’acqua in Sicilia non è una cosa scontata come molti assumono e quindi prima di parlare di ponti sarebbe meglio far fare un esame di coscienza a tutta la classe politica?
Riprendendo quanto da me scritto non posso che riaffermare che in effetti in Sicilia abbiamo una rete autostradale all’avanguardia, una rete ferroviaria di prim’ordine. Una rete idrica che raggiunge tutte le case dei siciliani, irrorandole quotidianamente e senza interruzioni di acqua fresca, quindi perché stupirsi se i danari vengano spostati alla priorità Ponte?
Ad onor del vero lo scamiciato bianco ha detto che prima si penserà a strade e altre priorità. Ma allora in considerazione di quanto c’è da fare in Sicilia, siamo sicuri che non sia l’ennesima strombazzata propagandistica, stile “mi consenta”? Perché a pensarci bene, per mettere le cose a posto nella mia cara terra di tempo ne servirebbe tanto, altro che proclami su twitter.
Ad esempio a me risulta che se siamo in grado di raggiungere Napoli da Milano in 4 ore con l’alta velocità, questa sia la stessa durata necessaria per percorrere in treno i 100 km che ci sono da Caltanissetta a Palermo; a bordo delle mitiche Littorine, è chiaro le valigie di cartone sono state soppiantate dal trolley.
Risulta anche che la rete viaria necessiti di potenziamenti strutturali ed interventi di mantenimento al fine di scongiurare la caduta di ponti e viadotti tagliando in due l’isola e costringendo a lunghe giri su strade di montagna, rigorosamente abbandonate a se stesse anche quelle.
Quindi se proprio vogliamo far ripartire il sud, cari i miei Onorevoli, proviamo veramente ad occuparci di quello che favorirebbe il rilancio non solo economico ma anche culturale del mezzogiorno. Rendiamo efficienti i servizi come quelli sanitari per evitare ai cittadini i cosiddetti viaggi della speranza al Nord per curarsi ad esempio.
Favoriamo investimenti di società, sane e non colluse, per far si che si creino posti di lavoro, per evitare il continuo dissanguarsi di menti che per vivere dignitosamente e garantirsi un futuro sono costretti ad emigrare, lasciando chi resta in un panorama di opportunità desolante.
Facciamo tutto questo al posto di erogare soldi a pioggia per un finto progresso che servirebbe solo ad arricchire i soliti noti, gonfiare le tasche del corrotto di turno, favorire gli appalti agli amici degli amici.
Quando avremo fatto tutto questo, se ancora vi resta tempo e denaro, allora fatevi pure il vostro Ponte e ingozzatevi di mazzette e favori.
Perché se per voi è la Sicilia è “cosa nostra” per noi la Sicilia è “Casa Nostra”.
Piero Sanzo
Commenta: Ponte sullo stretto. Allora è’ proprio vero che a volte ritornano.
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