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Porcellum salvatutti

Creato il 04 dicembre 2013 da Libera E Forte @liberaeforte

legge-elettorale

Tutti ne parlano, ma nessuno la vuole. La frase si pone come un indovinello. In effetti, non lo è. La soluzione è facilmente intuibile. Si tratta della nuova legge elettorale, che dovrebbe sostituire il malfamato “porcellum”. Basta fare un ragionamento pedestre per comprendere le ragioni politiche e utilitaristiche della congenita refrattarietà della nostra classe dirigente al cambiamento dell’attuale sistema elettorale.

Occorre partire da un sillogismo, che, come si sa, è rigorosamente logico e consta di tre momenti: la premessa maggiore, la premessa minore, la conclusione. Procediamo per ordine. Premessa maggiore: Giorgio Napolitano non perde occasioni per dire e ribadire che non scioglierà mai le camere e non indirà mai le elezioni politiche senza una nuova legge elettorale o senza una radicale modifica del “porcellum”. Premessa minore: nessuno di quanti stanno dentro il parlamento ne vuole lo scioglimento e ha intenzione di crearne i presupposti.  Conclusione: il “porcellum” e la mancanza di un novello sistema elettorale concorrono automaticamente a garantire la “stabilità” dell’attuale legislatura.

Deputati e senatori non amano affrontare rischi, anche perché nella rielezione di chicchessia di “doman non c’è certezza”. Il governo vede le elezioni anticipate come un salto nel buio. Queste sono un incubo per Letta che guarda il futuro sognando il semestre europeo, mentre inducono Alfano, ossessionato dallo spettro di Fini, a fare scongiuri.  Maggioranza e opposizione, in continua fase di sempre nuovi assestamenti, procedono senza bussola, ma, per motivi divergenti, non sono orientati a favore di elezioni anticipate. Il Partito Democratico si prepara all’avvento del messia. Il Nuovo Centro Destra ha bisogno di tempo per organizzarsi. Forza Italia deve risistemarsi nel territorio. La Lega aspetta tempi migliori. Il Movimento 5 Stelle in tribuna è per lo scioglimento delle camere, ma, in privato, i singoli parlamentari sperano che ciò non avvenga. Così anche le altre rappresentanze minoritarie.

Sicché nessuno, proprio nessuno, intende tornare a casa prima del previsto. In fondo, in fondo, il permanere dello statu quo non dovrebbe dispiacere, nonostante le esternazioni, neppure allo stesso Napolitano, che sarebbe tenuto a rimettere alle camere rinnovate il duplice mandato presidenziale. Conviene a tutti, proprio a tutti, per dirla in altre parole, non andare a elezioni anticipate e tenersi stretto il “porcellum”. Che la Consulta possa continuare a prendere tempo e, poi, dichiararlo “parzialmente incostituzionale” non è motivo di vera preoccupazione. Si sa che per aggiustarlo o per allestire una legge sostitutiva ci vorranno, tra progettazione, dibattiti e rinvii, almeno tre anni. Tanti quanti per giungere, con pensione assicurata o maggiorata, alla normale conclusione della legislatura.

Eugenio Guccione


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