di Mauro Baldrati
![porcile Porcile libero](http://m2.paperblog.com/i/24/245550/porcile-libero-L-JhNghl.jpeg)
Insomma, nell’operazione vampiresca della letteratura c’è questa oralità dell’autore che vuole assorbire, inglobare, violare quella fetta di realtà materiale che a suo avviso è indispensabile per arrivare alla sua trasfigurazione, o rappresentazione.
A me interessano soprattutto quei personaggi che sembrano esprimere un’assenza di qualunque moralità, che dicono tutto e il contrario di tutto, con spavalderia, con spudoratezza, senza vergogna, essendo la vergogna un sentimento a loro ignoto.
![porcile2 Porcile libero](http://m2.paperblog.com/i/24/245550/porcile-libero-L-f4Kzar.jpeg)
E ora invece che fa? In un comizio di 6 minuti nel principe dei TG filogovernativi dopo i furiosi slogan antiabortisti si mette a predicare contro “i puritani”.
![ferraradalverme Porcile libero](http://m2.paperblog.com/i/24/245550/porcile-libero-L-Vh1C1V.jpeg)
Se questo è – come sembra che sia – saremmo di fronte a una sorta di mutazione umana. Infatti studi soprattutto americani, fatti da criminologi sui serial killer degli anni ’70 e sui grandi assassini della storia, avrebbero dimostrato che esiste sempre un sentimento inconscio di conservazione della specie che impedisce anche agli omicidi più efferati di superare un certo limite, perché andrebbero oltre il livello estremo di distruzione della loro stessa specie. Analizzando i comportamento dei grandi serial killer infatti emergerebbe un comportamento terminale finalizzato alla loro stessa cattura. “Catturatemi, perché voglio essere fermato”, questo sarebbe il loro ultimo messaggio. E vogliono essere fermati perché “sentono” che hanno superato l’ultimo limite permesso dall’appartenenza alla loro specie. Gli studiosi si sono concentrati soprattutto su Hitler, che ha rappresentato una versione particolarmente demoniaca del serial killer. Infatti il suo vero obiettivo non era la vittoria della Germania nazista e la dominazione della razza ariana, dopo lo sterminio degli ebrei: era la distruzione di qualunque forma di vita sulla terra, a partire dalla cancellazione del popolo tedesco. E questo sarebbe alla base di un suo comportamento folle, che lo ha portato a perdere la guerra di proposito, ignorando tutti i consigli dei suoi generali che volevano fermare l’avanzata del Reich per un mantenimento delle posizioni, soprattutto in Russia. Invece Hitler ha imposto un’avanzata a oltranza, un massacro, il suo stesso massacro. Questa follia sarebbe il risultato di quel sentimento di autoconservazione della specie: fermatemi perché io voglio sterminare tutta la vita su questo mondo.
Il limite. Contestualmente al limite di conservazione potrebbe esisterne uno sulla decenza della specie? La decenza intesa non come buon costume, ma come esibizione di coerenza, di sincerità, di onore, di generosità. Se esiste, nei nostri tempi sembra polverizzato. E questo è un aspetto che sfugge alla mia fantasia, forse è un limite come scrittore, l’incapacità di capire, o forse di accettare che dei personaggi – dei miei simili – siano privi di questi sentimenti e quindi di un limite ultimo della decenza della specie.