Partito nell’ormai lontano 2005 in via del tutto sperimentale, il progetto “porta a porta” per la raccolta dei rifiuti ha costituito una profonda innovazione nella mentalità degli alessandrini, promuovendo la cultura del riciclo e la raccolta differenziata. Se diamo un’occhiata ai dati, infatti, nel 2005 la nostra città era ferma al 25% di rifiuti differenziati raccolti. Nel giro poco tempo, grazie a cospicui investimenti, si è arrivati a superare il 50%, fino a punte del 65% nel quartiere Cristo. Grazie al “porta a porta” sono scomparsi quasi dappertutto i tradizionali cassonetti a bordo strada, garantendo maggior pulizia e decoro. Eppure, nonostante tutto, tra qualche mese questo progetto potrebbe ricevere un colpo durissimo.
A renderlo noto è Gianni Ivaldi, Capogruppo PD di Alessandria, che, durante la cerimonia di inaugurazione della Festa dell’Unità alla Soms del Cristo, ha tenuto un discorso proprio sul tema dei rifiuti in città, inserendolo in un ampio dibattito con altre voci ed interventi. “Il porta a porta responsabilizza le persone: ognuno contribuisce nel suo piccolo e il singolo viene inserito in un progetto a largo spettro” ha dichiarato Ivaldi. “L’Amministrazione Fabbio ha iniziato a demolire questa iniziativa, pur avendola promessa nella campagna elettorale. Nei prossimi mesi, il porta a porta verrà affossato quasi completamente”. In molti se ne saranno accorti: da diverso tempo nuovi cassonetti hanno iniziato a fare la loro comparsa nelle strade di alcuni quartieri cittadini. Si tratta di contenitori nuovi di zecca che, dove presenti, hanno sostituito il sistema del “porta a porta”. In queste zone, ormai, per buttare l’immondizia, bisogna scendere in strada e cercare un cassonetto nelle vicinanze. I tempi in cui alla sera si lasciava fuori (vicino alla porta) il sacco o il contenitore apposito, che veniva poi raccolto l’indomani dall’Amiu, sono ormai tramontati.
E tra qualche mese il “porta a porta” terminerà la sua breve vita pure nei quartieri Europista e Cristo (escluso Corso Acqui), rimanendo solo in Centro. A sostituire questo servizio saranno i nuovi cassonetti e, in proposito, Ivaldi ha le idee chiare: “Questi contenitori sono ingombranti, con un’apertura stretta, posta nella parte superiore e quindi non accessibile a tutti, soprattutto agli anziani. I cassonetti in strada porteranno meno posteggi, possibili sacchi di spazzatura abbandonati nei pressi, più ingorghi e problemi alla viabilità nelle vie strette, più sporcizia e più spese”. Quello che Ivaldi chiede è un appello e una mobilitazione che interessi tutti i cittadini: “la nostra è una battaglia di civiltà a favore della cultura per l’ambiente. Dobbiamo rilanciare il porta a porta e ottimizzare le risorse”.
Attualmente Alessandria è scesa al 46.8% di raccolta differenziata. Se verranno introdotti i cassonetti anche al Cristo, è probabile che la percentuale scenda sotto il 40. Senza contare che dal prossimo anno, l’Unione Europea imporrà il limite del 65% di rifiuti differenziati: chi non raggiungerà tale cifra verrà sanzionato. A questo punto è lecito porsi delle domande: ha senso smantellare progressivamente un servizio come il “porta a porta” che ha dato risultati eccellenti e degni di nota? Non si rischia, con l’avvento dei nuovi cassonetti di fare un balzo indietro, invece di guardare al futuro e al progresso? E ancora: perchè abolire un servizio a cui gli alessandrini si stavano abituando e a cui hanno dimostrato di contribuire volentieri e in maniera egregia? Non c’è il pericolo di ritrovarsi, vicino ai cassonetti, rifiuti ingombranti di qualsiasi tipo? Ormai ci siamo dimenticati i tempi in cui girando per la città si notavano televisori, pneumatici, lavatrici, materassi proprio nei pressi delle aree di raccolta rifiuti. Non sarà di certo il nuovo design di questi bidoni a cambiare la mentalità di alcuni. Le nuove “aree ecologiche” potrebbero costituire una tentazione irresistibile per chi si ritrova in casa, ad esempio, un vecchio mobile e non sa come disfarsene. Troppo complicato chiamare l’Amiu e farselo venire a ritirare gratuitamente a casa. Meglio abbandonarlo vicino ai bidoni, nella convinzione che “qualcuno ci penserà”.
Non è detto che assisteremo di nuovo a spettacoli di questo tipo: la probabilità però c’è e l’abolizione del “porta a porta” quasi ovunque in città di sicuro non sarà ininfluente. Per Ivaldi: “dietro lo smantellamento del porta a porta non c’è un progetto definito. Ci ritroviamo a vivere in una città senza ambizioni e sempre più piccola. Dobbiamo ritrovare la forza e l’energia per dare una speranza e un futuro ai giovani”.