Magazine Diario personale
Beh, sia quel che sia, a fine luglio mi sono ritrovato per un weekend a Marina di Carrara, ospite da parenti. Ho fatto delle inaspettate piacevoli scoperte. Le scoperte inattese sono le più belle, anche perché se uno se la aspetta non è più una sorpresa. Proprio lì nei pressi inizia la muratura di cemento armato della Linea Gotica; per un tratto l’ho fatta in bicicletta (ho tradito Clementina, ma non è necessario che lei lo sappia; come si dice… fanalino non vede, cuore non duole). Sempre in bicicletta ho attraversato la tenuta Marinella con mucche, cavalli, pecore (nere!). Nello spaccio dell’azienda agricola ho scoperto i testaroli e i panigacci; li ho comprati. I testaroli sono una goduria, fatti col pesto. Sempre in bicicletta (perché in bici si vedono più cose che in auto, anche facendo meno chilometri) sono arrivato alle rovine della città romana di Luni, dalla quale ho scoperto che deriva il nome di Lunigiana. A fare da sfondo alla pedalata c’erano le Apuane, con i loro ghiacciai perenni di cave di marmo.
Ma non è di queste bazzecole che voglio parlare. Vengo al punto. L’unico giorno che sono stato in spiaggia un’oretta (a me stare in spiaggia sotto ombrelloni o teloni ha sempre riconciliato con la morte), mentre uscivo dal bagno (quello dove ti assegnano sdraie e posto spiaggia) vedo per terra sul marciapiede una sagomina. Appena capisco che è un giocattolino di plastica mi chino lesto a raccoglierlo, vuoi mai che il bambino che l’ha perso torni indietro a cercarlo. Si trattava di una piccola tartaruga ninja.
Giuro! Il primo pensiero è stato: stasera la regalerò a Valentina! Valentina è la nipotina di mio zio, ha cinque anni. Mentre camminavo verso l’appartamento ho pensato: mmm… (che sta per mumble mumble) ...mmm Valentina ormai va a scuola, è grandicella, mi sa che è ridicolo regalarle un pupazzetto del genere… mmm… che ha pure gli arti snodabili… figata! Non penso potrà apprezzarlo pienamente, essendo femmina. Allora ho pensato di regalarlo alla sorellina. Però Martina ha un anno e mezzo, dubito sia in grado di comprendere il valore del regalo… gettare le perle ai porci o elargire una tartaruga ninja a una roba di diciotto mesi, ha lo stesso nonsenso. Metti poi che si ingoi un braccio della tartaruga ninja, meglio di no, potrebbe essere pericoloso. Quindi, per il bene di Martina, mentre citofonavo sotto casa, ho deciso di non regalarle la tartaruga ninja, e me la sono tenuta in tasca. La piccola parte pensante di me soppesava l’opportunità del regalo, la grande parte possessiva da stercorariocontinuava a ripetermi: “Ma ti rendi conto?! Una tartaruga ninja! Non l’hai mai avuta tu una tartaruga ninja tutta per te. Guarda che bella che è! Di plastica, senza difetti, snodabile e con la fascia rossa in fronte. Come si dice? Cinq’ ghej de pu’, ma ross! Chi sei tu, per osare rifiutare un dono del destino?! Tienitela!”
Così me la sono tenuta. A pensarci bene non mi capacito ancora di come abbia fatto fino a oggi a vivere senza una tartaruga ninja. Che poi il rosso è anche il mio colore preferito. Mi sono documentato e ho scoperto di possedere Raffaello.
Intanto Martina e Valentina hanno i nonni, i genitori e tutto il parentado a ricoprirle di regali. A me i giocattoli chi me li regala più? Se non mi arrangio da solo, ho tempo di aspettare! E poi, una tartaruga ninja che le puoi cambiare le pose muovendole braccia e gambe! Vuoi mettere!? E con la fascia rossa!Ok, scusate. È solo che ne vado fiero: è la mia prima tartaruga ninja!E ha pure la fascia rossa! E le braccine che si muovono.Ok, mi fermo. Pallosi...Ed è mia!
K.
*Spero che nessuna donna si senta ridotta a oggetto. Anzi, voglio ben sperare che si senta lusingata. O pensate che io ogni giorno metta un essere umano, seppur con poppe, sullo stesso piano della mia bicicletta? Non scherziamo.
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