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Post-gara Gran Premio di F1 di Malesia 2011

Da Tuttoqua

Post-gara Gran Premio di F1 di Malesia 2011Gianfranco Mazzoni (subito prima della partenza): “Oggi ci sono forti probabilita’ di pioggia… ma sentiamo il team radio di XYZ (ndr: non mi ricordo chi fosse il pilota).

XYZ  (che riceve comunicazione dai box): “No rain in the next 30 minutes”.

Il buongiorno si vede dal mattino.

In realta’ la pioggia non c’e’ stata per niente, e cosi’ ci siamo persi un’altra opportunita’ di ulteriore spettacolo. Non che ieri sia mancato del tutto, forse anche grazie alla Pirelli, che ha dimostrato chiaramente due cose. La prima e’ che non basta cambiare i colori delle scritte sulle gomme per avere a disposizione mescole diverse. Infatti, le dure (prime) con scritte bianche e le morbide (option) con scritte gialle erano assolutamente identiche: stessi tempi e stesso degrado! E la seconda e’ che forse la regola che obbliga tutti ad utilizzare entrambe le mescole nell’arco della stessa gara e’ un po’ una castroneria.

E questo qualcosa ha contato nella dinamica della corsa e nelle scelte strategiche. Chi ha pagato di piu’ e’ stato Hamilton che ha tentato il colpaccio mettendo su le dure dopo la prima frazione. Dopo 12 giri era gia’ in immensa crisi. Stessa sorte per Petrov, che prima lottava per il podio e poi si e’ ritrovato dietro, almeno finche’ non ha perso il controllo della vettura, e’ decollato su un cordolo e ha spaccato il piantone dello sterzo. Qui sara’ bene che la FIA indaghi, perche’ una cosa del genere non puo’ accadere, altrimenti finisce che prima o poi ritorniamo al maledettissimo 1 maggio 1994!

Parlando di Petrov, dobbiamo fare un passaggio sulla Lotus Renault, che a questo punto e’ senza ombra di dubbio la terza forza del campionato: affidabile (hai detto niente!), fa partenze stratosferiche, ha una trazione impressionante in uscita di curva e sfrutta bene le gomme, o almeno le sfrutta come gli altri big (hai detto niente bis!). Questo ha consentito a Nick The Quick di arrivare terzo e di giocarsela alla grande per tutta la gara.

Button si e’ mostrato ancora una volta capace di sfruttare bene le difficolta’ altrui, complice (va detto) la sua abilita’ nel gestire con sapienza il consumo delle gomme. Quindi, per restare con Briatore, l’inglese sara’ anche un paracarro, ma un paracarro dal piede delicato che ieri si e’ portato a casa un sacco di buoni punti.

Vettel ha fatto di nuovo gara a se’.

MA QUANDO MAI!

Ha fatto gara a se’ nelle qualifiche di sabato, perche’ poi ieri la situazione e’ stata di gran lunga piu’ equilibrata, con McLaren, Ferrari e Renault capaci di girare sugli stessi tempi, almeno dopo aver smaltito un po’ di carburante e una volta dipanatosi il casino iniziale che affligge solo chi parte secondo, terzo e cosi’ via. E quindi il problema e’ di nuovo centrato sulla sessione di qualifica, dove la Ferrari arranca storicamente. Chissa’, forse e’ un problema di gomme come dicevo due settimana fa, ma magari e’ anche che la F150th e’ un mezzo difficile da interpretare, oppure sono i piloti che non capiscono bene, o perfino i tecnici che non sanno come tradurre in performance i suggerimenti di Alonso e Massa. Sta di fatto che, DRS o non DRS, KERS o non KERS, se parti dietro resti dietro, a meno di botte di culo particolari.

Di Hamilton abbiamo detto, di Massa non saprei cosa dire, ma voglio dire di Alonso. Quando scrissi della scorsa gara mi augurai che lo spagnolo ci potesse risparmiare qualcuno degli errori clamorosi che l’anno scorso condizionarono pesantemente il risultato finale.

Bene, ci e’ ricascato! Quando, cercando di sopravanzare Hamilton, gli ha infilato il musetto sotto la gomma posteriore destra e arrivederci. Lottava per la seconda posizione, ma e’ arrivato sesto, perfino dietro Massa (!).

Certo, si potrebbe obiettare che se il Drag Reduction System (DRS) avesse funzionato, lui non avrebbe dovuto cercare l’azzardo, quindi anatema sull’affidabilita’ di questo dispositivo in casa Ferrari. Ma e’ altrettanto vero che fino a qualche mese fa il sorpasso era un sorpasso e basta, senza aiuti aerodinamici, e quindi un pilota come lui non puo’ e non deve permettersi il lusso di commettere un errore cosi’ grossolano! Che facciamo? Solo perche’ c’e’ ‘sto maledetto DRS ci dimentichiamo dei fondamentali?

Restiamo un attimo sul DRS: dopo sole due gare abbiamo gia’ capito che non serve a niente, anzi concede ad alcuni piloti di autogiustificarsi quando vengono superati senza opporre nemmeno troppa resistenza: “… quello dietro puo’ usare il DRS, io no… quindi…”.

Quindi un corno! Prima di tutto, se stai lottando per una posizione la devi difendere finche’ morte non ti separi dal cockpit, e in secondo luogo il DRS non e’ tutto, perche’ devi fare in modo di mantenere un paio di secondi da chi ti segue, cosi’ il DRS e’ inutilizzabile! Comunque, e’ bene che la FIA faccia una pensatina sull’aggeggio e metta le cose a posto.

Ordunque, a parte Vettel che e’ scappato davanti, Button che ha gestito bene, Heidfeld che si e’ guadagnato ben piu’ della pagnotta facendo si’ che i suoi vertici, almeno ieri, non dovessero rimpiangere l’assenza di Kubica, e Alonso che ha scartavetrato l’ala anteriore, che altro e’ successo?

E’ successo che Webber non riesce a sfruttare la monoposto come il compagno e arranca di conseguenza. Hamilton ha sbagliato strategia, e la Mercedes e’ in crisi profonda (Schumacher nono e Rosberg dodicesimo). Avete fatto caso come ieri le monoposto di Stoccarda non siano praticamente mai apparse sullo schermo, e che i commentatori non abbiano praticamente mai avuto occasione di citare i nomi dei driver? Ieri le Mercs erano alla stessa stregua della pletora di team minori che fatica alla ricerca di una prestazione almeno mediocre. Difficile che da quelle parti si possa tollerare una situazione del genere: si, certo, si puo’ migliorare, ma il gap pare gia’ immenso. Io mi aspetto qualche scossone sul team, e magari anche sui piloti. Ross Brown in partenza? Mah!

Parlando di supertecnici, non puo’ mancare la menzione d’onore per Adrian Newey, il progettista della RedBull. Ragazzi, questo e’ veramente un fenomeno, perche’ e’ capace di ribaltare i canoni ingegneristici, inventando soluzioni inedite come il profilo picchiato della monoposto. In effetti e’ impressionante osservare la macchina austriaca di lato, perche’ si vede benissimo il muso sfiorare l’asfalto e la coda sollevarsi, proprio come un cuneo. Perche’ funzioni io non lo so, perche’ sia l’unica ad essere cosi’, io non lo so. Ma quello che so e’ che per una soluzione geniale che si puo’ osservare direttamente, ce ne sono sicuramente alcune decine sparse qui e li’ che non si vedono. Alla faccia di quanto aveva dichiarato Stefano Domenicali un paio di mesi prima del via, quando disse che la 150th sarebbe stata “una macchina estrema”. Ah si? E dove? Forse e’ piu’ estrema la Lotus Renault, che non avra’ la forma di un cuneo, ma almeno si e’ inventata la soluzione degli scarichi controvento, che pare generare piu’ effetto suolo.

Ed e’ anche questo spirito di innovazione che fa la differenza, vista la performance che si riesce a tirare fuori dalla monoposto gialla e blu senza nemmeno l’ausilio del KERS. Che la RedBull ieri montava, ma che evidentemente non funziona ancora dovere.

E speriamo che continui a non funzionare, perche’ se manca qualcosa per ammazzare subito la stagione sono proprio quegli 80CV extra di potenza dentro il motore Renault!

Commento gara precedente: Gran Premio d’Australia.

I POST delle ultime 3 stagioni.


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