Magazine Diario personale
post Legia - Lazio. Io che la Polizia la vedo in azione tutti i giorni
Creato il 09 dicembre 2013 da Valeskywalker @valeskywalkerHo letto un sacco di articoli sulla stampa italiana, dove i toni si sono ingigantiti a tal punto che sembrava ci fossero stati 200 martiri italiani chiusi in un gulag sotto terra dalla polizia Varsaviese in seguito ad un rastrellamento basato su motivi razziali.
Per la cronaca vera, trattasi di 22 persone arrestate a fronte di 200 fermati di cui 120 trattenuti in custodia, nel corso di separate situazioni create da alcuni tifosi della Lazio lungo ulica Marszalkowska.
Abito a 1500 metri dallo stadio dove gioca la Legia, la squadra principale di Varsavia (esiste anche il Polonia, che pero' ha budget e destino piu' sfigati) nonche' uno dei maggiori club nazionali.
Ogni volta che c'e' una partita me ne accorgo gia dal mattino perche' aumentano in modo esponenziale di ora in ora la quantita' di agenti a piedi , di automobili e di camionette che pattugliano la zona. Vanno avanti e indietro lungo le vie, stazionano davanti ai negozi che vendono alcolici per controllare le facce e lo stato di sobrieta' di coloro che agghindati con il bianco rosso e verde della squadra, comprano birra e panini: non tutti hanno i biglietti per entrare allo stadio, molti bivaccano nel verde fuori dallo stadio, pronti a seguire la partita con radio o tv portatili se non sugli schermi dei pochissimi bar di questa zona residenziale a cuscinetto tra il centro e lo stadio. Tutti questi agenti rimangno in zona anche dopo la partita, comunque sia andata. Non li ho mai visti intervenire per sedare risse: invece li ho visti intervenire quando certi supporter iniziavano a gridare troppo forte, cantando slogan o insultando supporter avversarsi. Li ho visti intervenire quando sull'onda del "divertimento" hanno preso a calci un palo della luce tanto per giocare a chi sferrava la gamba piu' in alto. Li ho visti intervenire quando occupavano il marciapiede in modo tale che nessuno col passeggino potesse passare senza dover andare sulla strada dove passano le auto. Prevenire e' meglio che curare, e' il moto azetiano della polizia varsaviese: prima di dover sedare una rissa e' meglio intervenire sulle condizioni da cui puo' scaturire.
In tutte queste occasioni a cui ho assistito, i tifosi si sono rimessi in riga al primo richiamo, operato con ferma gentilezza.
Perche' al secondo ormai hanno imparato che l'agente ti prende per un braccio e ti fa salire sulla camionetta e dovrai pagar la multa oltre che passare qualche ora in commissariato e, cosa piu grave, non vedere la partita.
Nonostante questo, quando la Legia ha vinto il campionato a giugno scorso, un po' di ultras sono finiti dentro lo stesso, quelli il cui grado di alcool o droga aveva superato la coscienza dei limiti imposti dalla legge polacca per preservare il vivere civile. Cosi' come 300 ultras russi e polacchi sono finiti dentro durante euro 2012 quando ci sono stati degli scontri, mentre valanghe di altri tifosi di ogni nazione camminavano per le vie del centro allegri e festanti, senza che nessun poliziotto avesse nulla da dire.
Insomma, qua funziona cosi': il dispiegamento di forze dell'ordine prima delle partite e' enorme ma funziona bene come deterrente e negli anni la maggior parte della tifoseria e' stata rieducata, i fermati sono sempre meno, gli arrestati pure.
Ora, non entro nel merito di quanto vero ci sia nei racconti di italiani che dicono di esser stati trattenuti 26 ore a pane ed acqua, quando su altri giornali dichiarazioni di altri italiani trattenuti dicono invece di esser stati trattati bene. D'altronde ho letto fonti giornalistiche italiane che parlavano di 200 arrestati mentre in realta' ci sono stati 200 fermati.
Fermati anche donne, bambini e anziani. Si, pero' in che frangente? Non e' forse piu' effettivo bloccare duecento persone in strada nel mezzo delle quali molte stanno facendo un casino pazzesco, urlando, lasciando rifiuti sui tetti delle auto e per terra , occupando tutto un marciapiede largo 4 metri e facendo un po' paura a quelli che vorrebbero solo passare di li' senza finire invischiati in un tafferuglio,e poi procedere a selezionare li' dentro chi sono quelli che stanno facendo danni, rilasciando gli altri, anziche' cercare di selezionare senza fermare nessuno, rischiando cosi' che la meta' di quelli che han qualcosa da perdere se la diano a gambe?
Anche io quel giorno, verso le 4 e mezzo di pomeriggio, passavo da via Marszalkoska con le mie pargole e parlavo loro italiano per rassicurarle perche' erano spaventate da tutto quel casino, ma nessun poliziotto mi ha fermato "perche' italiana": era ovvio che non avevo niente a che fare con quel gruppo li'. Ho visto tifosi occupare il marciapiede in modo da rendere impossibile il passaggio degli altri pedoni. Piu' avanti ho visto tifosi che anziche' utilizzare il gigantesco sottopassaggio con 4 ingressi enormi che permette di attraversare le due strade a piu' alto scorrimento del centro, aveva attraversato, senza strisce e senza semafori per i pedoni, nel mezzo delle due arterie occupando la rotonda centrale attorno a cui girano tram e auto, quattro corsie in ogni direzione. Passavo di li' ma non ero li' nel miscuglio di famigliole venute a tifare Lazio con gente che aveva i guanti con le borchie o che gridava sguaiata come oranghi, con le prime che accettano rassegnate le seconde perche' alla fine non fanno nulla di male e tutti allegramente insieme a bloccare il traffico e mettere a rischio la propria incolumita' e dar fastidio agli altri. Ero dove le persone perbene in grado di leggere le frecce e i simboli di sottopassaggio stanno, come diamine posso pretendere di insegnare come ci si comporta alle mie figlie se io stessa mi arrendo al fatto che comportarsi da orango sia normale? Donne,padri e bambini potevano andarsene allo stadio senza dividere il viaggio con quella gentaglia, non erano nella giungla che non si sa dove andare, potevano leggere i cartelli che indicano le scale, potevano prendere l'autobus o il taxi che qui costa pochissimo e dire "Legia Stadium" non ci vuole un diploma in Lingue e Letterature Straniere.
Ho letto scherno in alcuni articoli sui capi di accusa: schiamazzo, occupazione del suolo pubblico, calci ai pali. E allora? perche' da noi comportarsi cosi' non e' nulla di grave e non si pagano multe, non significa che altrove debba essere uguale.
Mi e' tornata in mente una conversazione in treno con una poliziotta genovese, anni orsono. Lei mi raccontava distrutta di come erano pesanti le guardie allo Stadio, che stavi per ore sotto il sole o la pioggia in assetto anti sommossa davanti ai tifosi che ti sputavano, che ti insultavano, che ti lanciavano ghiaia, e tu non potevi fare niente perche' se rispondevi a tono succedeva il casino coi giornalisti e la polizia si fa in un attimo a chiamarla fascista, men che meno reagire fisicamente.
Qui invece funziona che se un gruppo di gente blocca una strada o una rotonda e quando arriva la polizia per farla sgomberare inizia a lanciare acqua dalle bottigliette, ghiaino e insultare, la polizia reagisce subito, non aspetta che vengano incendiate le aiuole. Qui funziona che se ti metti un passamontagna non e' perche' e' il tuo senso della moda, e[ perche hai in mente di combinare qualcosa e non vuoi esser riconosciuto.
Ho letto un articoletto scritto da Pia Locatelli "ma Varsavia e' in Europa?" dove si citano i diritti umani e si paragona la Polonia ai Paesi del Terzo mondo. E mi e' venuta l'orticaria. Certo, tra questi tifosi arrestati ce n'erano alcuni che avevano spranghe e un ascia, cosa del tutto normale da portarsi dietro quando si va allo stadio, e questi polacchi invece non capiscono niente, non sanno cosa sia la liberta' di andare in giro con qualsiasi oggetto contundente. Ci vuole che l'Unione Europea intervenga perche' chiaramente noaltri vecchi stati membri si che sappiamo. Vorrei chiedere alla giornalista che ha scritto sta roba ( pealtro molto accurata "molti minorenni" - gli arrestati avevano in media vent'anni) se sa come funziona in Francia, se e' mai stata a Parigi a farsi un giro sugli Champs Elysees che c'e' un poliziotto ogni dieci metri e come si occupano dei tifosi li', o in Germania a vedere come li trattano coi guanti bianchi quelli che gli viene in mente di dare del cretino a un poliziotto e fregarsene delle regole del traffico. Insomma e' sempre colpa di qualcunaltro, in questo caso della polizia polacca, ed e' sempre responsabilita' di qualcunaltro fare in modo che non succeda piu', in questo caso la UE. Che i tifosi dovrebbero cominciare a comportarsi come persone normali, non sfiora nessuna penna.
Come gia' ho scritto all'inizio, non posso opinare nulla su come la polizia abbia trattato o meni i connazionali arrestati, perche' non ho accesso diretto a questi fatti, anche se la mia esperienza e' che la polizia qui sia presa sul serio e rispettata anche perche' allenata ad avere modi estremamente garbati e a rispettare le procedure, a differenza della "milizia", le forze dell'ordine dei tempi del comunismo, corrotta e arrogante.
Sull'uso delle manette, si qua si usano. Funziona che se vai dietro le sbarre e ti considerano pericoloso perche' ti han trovato con una spranga o con un'ascia o perche' hai opposto resistenza quando ti han detto di salire sulla camionetta e ti han dovuto issare in due agenti, ti tengono le manette perche' hanno paura che ti metti a scazzottare attraverso le sbarre, ma per quel che ho visto, anche da noi se una persona e' considerata pericolosa rimane ammanettata finche' il primo giudice non ti esamina e decide se sei pericoloso.
Non posso dir nulla sulla vera o mancata comunicazione della polizia agli arrestati circa le carte che hanno firmato, d'altronde mi chiedo se da noi in Italia quando qualcuno che non parla la nostra lingua viene arrestato, se gli viene fornito un interprete seduta stante. Da quel che ricordo dei miei anni di pratica legale, no, l'interprete arriva con l'interrogatorio. Ci sarebbe da aggiungere che qui i poliziotti spiccicano tutti un po' di inglese, ma non tutti gli arrestati probabilmente fanno altrettanto.
Pero' posso dire la mia sulla reazione considerata cosi' estrema come il fermo e l'arresto per quelle azioni che secondo i tifosi coinvolti "non erano nulla di male".
A me piace il fatto che quando vado in giro per questa citta' con le mie due bambine, e sono gia fisicamente affaticata di mio con tutto quel peso e mi muovo a rilento, non devo aver timore di dover scendere dal marciapiede dove ci sono le auto per passare perche' e' bloccato da un gruppo di persone che se ne frega di farmi spazio, non devo aver paura che qualcuno lanci pietre che possano arrivare sul passeggino, non devo aver paura che qualcuno cerchi di borseggiarmi nel mentre che mi chiede l'elemosina, non devo avere paura che qualche tifoso sbronzo mi importuni, non devo avere quel piccolo disagio che ti viene se dormi a casa da sola con due bimbe piccole e tuo marito e' lontano miglia aeree e sotto senti un gruppo di maschi grandi e grossi che grida alterato di sera tardi, perche' sai che tempo zero arriva una pattuglia, non devo calmare due bimbe che si possono mettere a piangere di spavento perche' delle persone con quattro volte la loro eta' devono gridare e far casino, che loro considerano "solo cantare", per divertirsi con la grazia degli oranghi. A me piace che in questa citta' d'estate i bambini possano giocare dentro le fontane perche' nessuno si azzarda a pisciarci dentro, a buttare cocci e tappi di bottiglie. A me piace che in questa citta' quando beccano un padrone di cane che non raccoglie la cacca gli facciano una multa e culo cosi', perche' grazie a questo i bambini possono giocare nei prati dei parchi, sdraiarsi e correre. E siccome ci sono tante pattuglie, li beccano quasi sempre.
Da questa storia dei tifosi della Lazio, la Polonia se ne esce come un posto di fascisti dove non puoi divertirti che ti arrestano, la Bonino e Letta han strillato che e' stato inaccettabile, che i tempi dei procedimento a carico degli arrestati sono stati troppo lunghi (da noi invece, siamo famosissimi per l'agilita' e rapidita' dell'apparato giudiziario), un sacco di palta e' stata versata sull'Ambasciata Italiana di qui, dove il personale ha lavorato per coordinare rimpatrii, chiamare familiari, fornire assistenza etc, quando ci sarebbe da tenere presente che l'Ambasciatore non puo' fare miracoli per un cretino che va in giro con un' ascia o altri che non sanno leggere i cartelli stradali o comportarsi secondo le piu' ovvie regole del vivere civile.
L'11 novembre scorso alcune decine di giovani polacchi appartenenti a gruppi ultra nazionalisti , accodati alle marce in programma per celebrare il giorno dell'Indipendenza, hanno attaccato due pattuglie di forze dell'ordine e in nome di valori che loro rivendicano come patriottici hanno dato fuoco per l'ennesima volta alla scultura a forma di Arcobaleno che rappresenta piu' ancora che un simbolo gay, un simbolo di pace. Contemporaneamente hanno anche incendiato la guardiola dell'Ambasciata russa.
La Polizia ha dovuto utilizzare pallottole di gomma, lacrimogeni e pepper spray per bloccare questa gente, cercando di evitare lo scontro fisico: 72 sono stati arrestati, 19 i feriti di cui 4 poliziotti, Lo stesso ministero che ha definito "banditi" i tifosi laziali arrestati, ha dichiarato in questa occasione, riguardo ai polacchi arrestati che l'hooliganismo e' ingiustificabile.
Alcuni squatters che erano presenti nella piazza dell'Arcobaleno hanno accusato la polizia di non aver agito con sufficiente forza per evitare che i nazionalisti spaccassero vetri e aggredissero i presenti.
L'Arcobaleno di fiori, gia' bruciato per analoghe ragioni altre quattro volte, giace nuovamente come uno scheletro di metallo, ma dal giorno successivo a questo ennesimo rogo, privati cittadini hanno preso a portare fiori sulla struttura. Questa e' l'immagine che ho visto con i miei occhi tornando col taxi dall'aeroporto verso casa l'altra sera: un'opera d'arte bruciata da dei cretini pericolosi e dei fiori portati da gente perbene che non si arrende a che questi possano davvero fare quel che gli pare.
Intanto, quelli che han dato fuoco all'Arcobaleno se ne staranno in gattabuia per un pezzo a scontare, sperando che cio' li porti a riflettere sui limiti di cosa si fa e non si fa, e di certo non finiranno perdonati dai numi televisivi perche' poverini hanno avuto un'infanzia difficile.
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