Magazine Diario personale

Post serio dicembre, gennaio, febbraio. Che così è più comodo.

Da Discorrere
Parliamo di parole, quelle che più utilizziamo e che praticamente compongono tutto il nostro vocabolario quotidiano, come: stronzo, bastardo, piscialletto, ciccione, traditore e qualche congiunzione buttata qua e là, così, tanto per. Ma c’è una parola che forse ricorre più delle altre e che spesso, troppo spesso, caratterizza e rende chiara, come un’istantanea sputata alla velocità di un Jet Big L39 in decollo (ora è tutto chiaro), alcune delle situazioni che viviamo. La parola è noia, con declinazioni quali che palle, uffa, Ao! Ennamo o daje su! La definizione attuale di noia è la seguente:sensazione sgradevole prodotta dal ripetersi monotono delle stesse azioni, dalla mancanza di distrazioni, da uno stato di inerzia o di tristezza: una noia terribile; morir di noia; ripeter le stesse cose fino alla noia | ingannare, ammazzare la noia, dedicarsi a una qualsiasi occupazione pur di distrarsi | venire a noia, stancare; divenire insopportabile | avere a noia, prendere a noia, considerare fastidioso’[1]
NCS. Non ci siamo. Così è quando te stai a divertì mentre la noia, quella vera e certificata ISO, è quando:
Noia, sì. Per tutto il resto c’è Master Card. Se spera.

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