Per studiare gli effetti dell'irascibilità, della scontrosità, in definitiva del classico "caratteraccio" i ricercatori hanno preso come soggetti I SARDI.
Come mai, come mai, come mai, mi viene ironicamente da pensare.
Ieri leggevo alcune riflessioni di Bateson, dove cercava di illustrare lo sviluppo del suo modo di intendere la scienza. Spiegava che la scienza doveva procedere con mescolando in giusta misura un pensiero vago e intuitivo, che annusa "il sapore" (di una cultura, nel suo caso, visto che era un antropologo) e poi cerca di mettere alla prova questa intuizione con un pensiero più rigoroso e formale.
Ma la vaghezza e il rigore, nessun elemento deve prevaricare l'altro.
L'autore di questa fantastica ricerca, come me, deve aver avuto qualche brutta esperienza in terra sarda. Allora ha sentito il sapore di quella cultura, e ha poi proseguito cercando di rendere più rigoroso e formale l'intuizione nata dalla sua personale esperienza.
Come ti capisco caro mio ricercatore. Più di una volta ho avuto modo di pensare che i sardi siano una razza a parte.
Affascinanti, fin troppo. Per questo combatto con la nostalgia di Cagliari e il timore di tornarci.
I sardi sono promotori di sentimenti ambivalenti.
La parte leghista di me pensa che anche i pugliesi siano una razza a parte, ma questa è un'altra storia