Magazine Cucina

Postcard Teas (London), o del bere tè responsabilmente

Da Lasere

01 mar 2013 @ 10:56

Recensioni rivenditori online

alex fraser ancient tree tea borough market londra comprare tè a londra comprare tè online east teas london long jing master luo negozi di tè a londra postcard teas rivenditori tè online tea master tea teasmith london timothy d'offay

Dopo mesi di morigeratezza teistica, ricominciare a scrivere sul blog ha fatto sì che il solletico dell’assaggio tornasse a farsi sentire: assieme alle parole è rinato il ghiribizzo di provare foglie nuove, di concedermi lo sfizio di sorsi che ancora non so. E sicché:

Alcune settimane orsono, scorrendo l’elenco dei rivenditori online (che mica lo scorrete solo voi, eh! ;-)) ho rallentato all’altezza di Postcard Teas, bottega virtuale di un vero negozio londinese a un passo da New Bond Street (prendete nota, oh voi che sapete viaggiare) da cui anni fa ordinai delle “linguine di passero” coreane – è un tè verde dalla forma che le ricorda: nessun passero indifeso è stato maltrattato per questo! – da regalare ad un amico teista, e niente più. Era tempo di provarlo in prima persona.

postcard-teas_london

Foto tratta dal blog Tea Time in Wonderland (nel post l’autrice specifica che i tè di Postcard Teas le furono raccomandati da TeaSmith, rinomato “tea bar” londinese la cui parola non sarà una garanzia certa, ma è di per sé una buona premessa)

La simpatica peculiarità che dà il nome a questo rivenditore sta nell’abbinare ad ogni tè una diversa cartolina illustrata raffigurante disegni o foto d’epoca; grazie al servizio Tea Mail ognuna di esse, eccezion fatta per quelle che accompagnano le foglie più pregiate, potrà essere personalizzata e inviata in una sorta di “formato cartolina”, appunto, ovunque vogliate: un’idea simpatica per un regalino originale, certo… Ma veniamo a quel che ben più c’interessa!

Postcard Teas è dal 2008 importatore diretto di tè che molto genericamente chiamerò “speciali”, volendo racchiudere in questo aggettivo una serie di aspetti che ritengo di grande importanza: parliamo infatti di tè prodotti nella maggior parte dei casi in quantità minime da piccole realtà a conduzione familiare in cui la coltivazione sia quanto più naturalmente in sintonia con l’uomo e con l’ambiente, e la lavorazione mantenga un’impronta artigianale, sovente affidata all’abilità di tea masters, dunque attenta a preservare sapienze antiche, tanto più preziose quanto strettamente minacciate dall’omologazione su larga scala della moderna produzione di massa; tè che amo definire “parlanti” perché fanno capo a poche e riconoscibili persone/storie, all’accuratezza di mani che toccano e trasformano, una ad una, le foglie: così che il berne diventa confidenza sussurrata, un fiducioso affermare sono nelle tue mani, mentre dalla nostra tazza pende un filino rosso lunghissimissimo la cui opposta estremità arriva dritta tra le dita di chi quel tè l’ha fatto, cresciuto, plasmato. E son cose belle, no? :-)

postcard-teas_vanilla-white

Illustrazione abbinata al tè “Vanilla White”, che a dispetto dell’immagine è tè bianco indiano ;-) addolcito dalla presenza di un intero baccello di vaniglia dello Sri Lanka per ogni bustino sigillato.

Postcard Teas si vanta di apporre su ogni tè un bollino che sempre ne riporti la provenienza precisa: area di coltivazione, nome della piantagione e, quando possibile, del nucleo familiare o del singolo tea master a cui si devono raccolta e/o lavorazione. A questo proposito, mi permetto una ficcante citazione dal loro sito:

«In tea, provenance also helps protect Asia’s oldest tea cultures because with the right information people can choose between a truly traditionally made tea and a factory made speciality tea. If any tea described as rare, luxury, handmade or premium does not come with a maker’s name, place, and information about the production or the age of the trees in photographic form, it is almost certainly a fancy factory farm tea. Remember the world’s most sought after teas like genuine Wuyi and Phoenix Oolongs, and Xihu Long Jing and Uji Gyokuro are all handmade in quantities as low as 1-2 kg a day which is why your chances of buying the real thing are very very low! If you wish to avoid the mass produced speciality teas, please buy your tea carefully and ask your tea retailer detailed questions as your choice can help preserve Asia’s oldest tea cultures and tea trees

Ecco, ribadiamo il concetto: sono le scelte che ogni singolo bevitore di tè compie giornalmente a determinare la sopravvivenza – o la definitiva scomparsa – della tradizionale cultura del tè – intesa anche e soprattutto come capacità prettamente manuale di “fare” il tè, come si fa un merletto o l’impaglio di una sedia, che se non più richiesta né apprezzata cesserà ovviamente di essere tramandata alle nuove generazioni -, e dell’inestimabile patrimonio botanico delle piante più antiche, assieme ad essa.

postcard-teas_yame-green

Immagine abbinata al tè giapponese “Yame Green”, un Sencha proveniente dai campi di Mr. Ohashi, liberi dall’impiego di pesticidi da oltre quarant’anni.

Certo, non sempre è possibile optare per tè di questo tipo, vuoi per motivi economici o di scarsa reperibilità, e sono la prima ad esser “vittima” di questa evidenza; ma, ogni qual volta lo si possa, scegliamo di farci guardiani noi stessi, nel nostro piccolo, di un qualcosa che ci sta così a cuore, valutando accuratamente la “sostenibilità” delle fonti cui attingiamo e privilegiando rivenditori che mostrino di avere altrettanto a cuore certi argomenti: salvaguardia e valorizzazione di abilità artigianali, di produzioni tradizionali su scala ridotta, di metodi di coltivazione a basso impatto umano ed ambientale; io oggi vi racconto di Postcard Teas, ma ve ne sono diversi altri: basta aver voglia di trovarli, e una volta trovati, di dargli il supporto che meritano :-)

Ciò detto, i fiori all’occhiello dell’assortimento di Postcard Teas saranno evidentemente tè ora lavorati sapientemente a mano da chi ancora ha l’abilità per farlo (li trovate raccolti nella sezione “Tea Master teas”), ora derivati da piante particolarmente venerande (“Ancient Tree teas”), quando non tutte e due le cose insieme: è il caso per esempio dell’ambitissimo tè verde Long Jing di Master Luo, la cui materia prima proviene da pochi arbusti antichi ubicati nei pressi della sua abitazione – specifico che io non l’ho mai assaggiato: al momento in cui scrivo le ridottissime scorte del 2012 sono terminate e si è in attesa delle nuove, previste per aprile/maggio 2013; qualcuno tra voi ne ha avuta l’occasione?

postcard-teas_tea-flower-black-tea

Illustrazione abbinata al “Tea flower tea”, un nero di Ceylon aggraziato dall’aggiunta di fiori di Camellia sinensis (la pianta del tè).

Intendiamoci: quanto affermato finora non significa affatto, secondo me, che tutti i tè di Postcard Teas siano automaticamente da considerarsi eccelsi; per esempio, in questo mio ordine avevo inserito un bustino di Baozhong che mi ha delusa assai: appena aperto ho esclamato “ehy, tu! perché non hai quel profumino soave che tanto mi ha fatto amare gli altri Baozhonghi prima di te?”, e la perplessità è cresciuta in tazza, tanto che ho ripetuto la mia domanda con tono vieppiù stizzito, ricevendo stavolta una sonora pernacchia come unica risposta: teaccio scostumato che non è altro! ;-)

Di contro, son stata immediatamente catturata dal profumo di burro d’arachidi sprigionato da un verdolino arricciolato del Lao Shan, così come dalla decisa nota di fave di cacao portata in dote da un umilissimo Houjicha; altri tè mi hanno colpita positivamente, di alcuni dei quali confido ci sarà occasione di parlare con più agio; nell’attesa vi rimando al mio già compiuto assaggio del loro tè al loto vietnamita, nonché ad altri post presenti in rete dedicati a Postcard Teas: oltre a quello linkato nella didascalia della prima immagine, segnalo questo sul blog francese Tanuki San (che ospita anche diversi assaggi di tè facenti parte del loro assortimento) e quest’altro dell’americano Cha Dao, esaustiva e puntuale presentazione di cui vi consiglio particolarmente la lettura.
Inoltre, Timothy d’Offay, fondatore di Postcard Teas, nel 2010 aprì il blog Single Estate Tea, che purtroppo ebbe morte fulminea dopo appena quattro mesi: un vero peccato; restano comunque consultabili alcuni pregevoli post, tra cui una lunga intervista al suddetto Master Luo.

postcard-teas_laoshan-green

Foto d’epoca abbinata al “Lao Shan Green”, il mio verdolino arricciato profumato d’arachidi. Proviene dalla coltivazione biologica di Mr. Mou, la cui estensione è inferiore ai 6 ettari.

Quanto all’esperienza pratica d’acquisto su Postcard Teas, mi dico soddisfatta: dopo aver riscontrato un problema tecnico sul sito, che non mi permetteva di terminare l’ordine online, ho avuto uno scambio di email con Jem, che disponibilissima e accorta mi è venuta in soccorso ed ha provveduto alla spedizione del pacchetto – ben confezionato in imballo rigido di cartone – in men che non si dica, infilandoci tra l’altro un bustino omaggio contenente 20 grammi di un preziosissimo tè nero Jin Jun Mei del 2012 “firmato” Master Xiang: felicitade! Anche se non l’ho ancora assaggiato perché ci ho il timore reverenziale ^_^

Infine, tengo a farvi presente che Timothy d’Offay, fondatore di Postcard Teas, risulta anche essere uno dei due soci (l’altro è Alex Fraser, riconosciuto esperto di cultura del tè giapponese) che si celano dietro East Teas, anch’esso riferimento “concreto” nel Borough Market di Londra nonché rivenditore online; diversi tra i tè che si trovano da Postcard Teas si trovano anche qui, e viceversa; un altro indirizzo, a mio parere, da appuntarsi tra quelli meritevoli d’attenzione.

L’augurio è che questo post, al di là della “presentazione” di Postcard Teas, possa stimolare accorti pensieri sul come e sul dove del nostro bere quotidiano, affinché esso diventi atto non solo piacevole, ma anche utile, nel suo piccolo, e il più possibile partecipe, assennato :-)


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :