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Poste Italiane

Da Leragazze

Poste ItalianePensavo di averle viste tutte. Oddio se non tutte almeno molte, ma quello che mi è capitato ieri mi ha lasciato basita (e anche un tantinello amareggiata).

Dovete sapere che Lea e io siamo amiche da quasi 30 anni. Ma amiche amiche! Di quelle proprio “sorelle”! I 700 km tra lei e me ci separano solo dal punto di vista fisico, ma i nostri cuori sono sempre vicini: visite poche e sporadiche ma telefonate-fiume molto molto frequenti. I nostri compleanni non passano mai inosservati, anche se i nostri regali raramente arrivano puntuali: un po’ per il tempo necessario per trovare il dono giusto; un po’ perché spesso approfittiamo di amici e parenti che fanno la spola Roma-Milano a cui affidare i pacchetti. Altrimenti in mancanza ci affidiamo alle Poste Italiane!

A proposito di Poste, proprio ieri mi vedo consegnare dal portiere un piccolo pacco postale: una busta marrone, di quelle imbottite con la carta a bolle, con il mio nome e indirizzo scritto con l’inconfondibile scrittura familiare dell’Amica Mia.

Smetto di fare quello che stavo facendo e mi prendo del tempo per aprire la busta. È un rito che non ho voglia di celebrare di fretta, ma al contrario mi piace gustarmelo con calma, in pace.

Lea e io abbiamo tra l’altro l’abitudine di “scherzare” sui nostri regali: per un periodo abbiamo avuto l’abitudine di mettere nel pacco dei finti scontrini fiscali con uno zero in più a dimostrazione che avevamo speso davvero tanto! Ovviamente nella speranza che per il nostro di compleanno avremmo ricevuto qualcosa di altrettanto prezioso e costoso. Il tutto solo per giocare naturalmente!

Tornando a ieri mi accingo col cuore contento ad aprire il mio regalo tanto tardivo (compio gli anni a ottobre) quanto inaspettato. Apro la busta… ma al suo interno mi sembra di scorgere solo un’altra bustina. Mah! Vabbè che è burlona, ma mi avrà mandato dei soldi? Oppure un buono per qualcosa? Apro la bustina e dentro non c’erano né banconote né buoni regalo di altro tipo. Solo un biglietto di auguri.

Prima di riportarvi il testo però devo fare un’altra digressione: Lea e io stiamo facendo la dieta insieme, con pesata settimanale via sms. Il biglietto recitava così:

Milano, quasi 21 ottobre 2011

Cara la mia amichetta, ti mando questo puntuale dono affinché tu lo indossa quando ti pesi e io possi avere la certezza che tu pesa sempre più di me!

Con tanti baci e tanti tanti auguri.

Lea

Va detto che anche quello di usare dei congiuntivi assurdi è un nostro piccolo scherzo (per il quale la gente peraltro ci prende per matte!)

Insomma il regalo doveva esserci! Specialmente stando al testo del messaggio! E se ho interpretato correttamente le parole dell’Amica Mia, doveva essere anche qualcosa di pesante! Peccato però che nel viaggio da Milano a Roma, la “pesantezza” della busta abbia indotto in tentazione qualche impiegato delle poste trasformando l’uomo (o la donna) in un in ladro!

Ecco io a costui o costei che mi ha fatto rimanere di merda di fronte a un biglietto orfano del suo (mio) regalo avrei dei… cari auguri da fare: sono delle frasi d’autore tratte dalla letteratura Yiddish:

Sale sui tuoi occhi! Pepe dentro il naso!

Che  tu possa vivere fino alla fine dei tuoi giorni come un candelabro! Appeso tutto il giorno, e in fiamme tutta la notte.

Possano crescerti cipolle nell’ombelico.

Possano le pulci di mille cammelli infestare le tue ascelle.

Che tu possa crescere come una cipolla con la testa sotto terra.

Possa tua moglie essere una megera che somiglia a sua madre e possiate vivere tutti e tre in una casa di una sola stanza.

Ecco fatto!



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