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Potature=tagli, perdite & ritrovamenti

Da Ignominia
POTATURE=TAGLI, PERDITE & RITROVAMENTIcopyright Niki Ghini 2010
cipicchia, due settimane che sto blog non vede un post! Che dire? la Primavera e la mia nuova "carriera" da agricoltrice mi hanno preso molto con il corso di potatura alberi e la potatura vera e propria. 10  gg di tempo relativamente asciutto ed eccomi dolorante per l'essere passata da vita sedentaria davanti al computer a quella dei campi, forbici e sega. Che la seconda è più sana si fa presto a dire, ma i muscoli urlano in protesta.
Dovevo andare in Sicilia con Melinda, ma per forza di cose inevitabili ma che sono sfortunatamente cadute in questo periodo sono rimasta bloccata a casa; mi consola che qui c'era comunque tanto da fare e che non ho perso nessuna lezione del corso potatura.
Ok, preliminari esauriti, di che si parla oggi? Beh proprio non saprei, non ho ancora guardato cos'è che sobboe in pentola, a fuoco bassissimo, pronto a essere servito in un post appetitoso.E visto che scrivendo non mi viene niente, sai che faccio? Vado a comprare la tastiera per il pc che la mia non funge (sono con una in prestito) e nel mentre ci penso.....
Eccomi tornata, ma salvo l'avere una tastiera pulita e con tutte le lettere leggibili, non sono arrivata a nessun soggetto che devo assolutamente condividere con voi. Facciamo che vi racconto solo le ultime...eh? Tanto per colmare il vuoto del blog e rimetterci in azione.
POTATURE=TAGLI, PERDITE & RITROVAMENTIJimbo che dimostra il processo dye transfer
Dunque, ho ritrovato Jim Doukas, prof di Storia della Fotografia a SFCC e Chairman del reparto FOTO. Tipo eccentrico che veste solo di bianco e porta solo zoccoli di legno - della serie che lo senti quando è nei paraggi. Mi ha mandato un libro di sue fotografie, molto ben fatto; carta patinata, stampato in Giappone, con proteggi copertina lucida con scritte oro: una chicca. Chicca autopubblicata perchè scopro che Jim è un trustfund baby, il che spiega molte cose, non ultima la sua capacità di essere nonchalant su tutto. Un gesto gradito questo suo dono, dedicato, anche se il contenuto mi ha un po' delusa. Sono foto di gran tope nude e maschere sudamericane. Immaginate Man Ray senza la freschezza della sperimentazione di quel tempo e il di lui talento. I testi di antropologia e mitologia di professori emeriti non tolgono l'impressione che nonostante tutto, le tecniche ben eseguite, le varianti di colore, location e posa siano un povera scusa per mettere poppe e culi in bella vista. Un peccato. D'altra parte si dice che " chi non ha talento, insegna" e non c'è niente di male ad essere un ottimo insegnate ma uno scarso artista.
Jim al tempo invitava artisti emergenti ad una cena di 5 portate che si teneva a casa sua, riservata ai suoi studenti "privati". Ma Jim faceva sì che i benefici di queste visite  "tracimassero" sugli studenti normali del City College (non per nulla erano i tempi di Reagan e la sua trickle over theory, quando si riteneva  che la ricchezza dell'elite Americana sarebbe sgocciolata anche sulle classi sottostanti)  dove l'artista era richiesto tenere una presentazione del loro lavoro con discorso nell'anfiteatro della scuola gremito di poveracci come me. 
Io però che assistevo Jim con la copia delle immagini dei libri su diapositiva e la gestione di proiettori e caroselli, riuscivo a partecipare anche alle cene facendo da aiuto in cucina. L'alternativa era quella di natura più intima ma la cosa non rientrava fra le cose che avrei fatto per la fotografia! 
Venerdi sono andata ad un incontro con il fotografo Ernesto Bazan al Centro di fotografia di Bibbiena che teneva un workshop di Foto Editing, a cui però non ho partecipato.
Nello spirito del Reaganismo il centro ha condiviso Bazan con i soci del fotoclub AVIS organizzando una  serata con presentazione dell'Artista e del libro da lui recentemente pubblicato su Cuba.  Devo dire che le immagini proiettate erano molto belle, sullo stile di Cartier-Bresson per intenderci (non per niente Bazan ha lavorato per la Magnum di cui Bresson è stato il fondatore) imperniate sulla capacità del fotografo di cogliere gli "attimi decisivi" di una  scena, immagine dopo immagine. L'artista come persona mi è piaciuto meno, per via del self promotion incessante, del bisogno di parlare di sè con toni auto-mitologizzanti (se si dice) o di forzato pathos.  Insomma a mio avviso una persona poco sincera, un po' falsa e che mi ha convinto poco.  Fatevene un'opinione personale da questa intervista/video  se vi va.
...'somma, non so come finire questo post, non so come taggarlo, non ho idea di che titolo metterci. Meno ispirata di così lo sono stata raramente. Diamoci un aglio subito e speriamo che il prossimo sia migliore.

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