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Internet come l’acqua. Oggi sulla rete possiamo usufruire di diversi servizi, scambiare dati e opinioni, approfondire la nostra conoscenza, ma in che maniera possiamo accedervi? Tutti possono beneficiare di questa grande invenzione senza pericoli?
Il diritto di accesso a internet è un bene comune, ed il popolo di internet si sta affermando come esperienza di democrazia diretta.
Lo sviluppo di questa grande rete di comunicazione non risponde, però, alla legislazione dei paesi, ma è al di sopra di essi. La rete è governata dagli Over the Top come Amazon, Facebook, Youtube, Google, che governano il flusso di conoscenze prodotte da tutti noi.
Questa risorsa necessità quindi di una sua “costitualizzazione” che regoli la libertà fondamentale di manifestazione delle persone, nel continuo conflitto tra venatura anarchica e insofferenza per ogni regola, vista come limitazione delle potenzialità della rete.
Internet consente anche la partecipazione politica non limitata, con contatti e costruzione di reti sociali che rendono la vita più ricca; si ottiene quindi una dilatazione del potere del cittadino, che oltre ad essere un consumatore di conoscenza può diventare un produttore di conoscenza.Considerando internet la componente di una nuova cittadinanza ci rendiamo conto di quanto il suo diritto di accesso sia immediatamente vanificato dalla produzione di diseguaglianza tra chi ha a disposizione risorse finanziare e chi meno. Viviamo insomma una penalizzazione di una certa parte di cittadinanza che non ha i mezzi sufficienti per accedere ed usufruire dei servizi che la rete offre.
Questa nuova democrazia diretta può essere uno strumento utile per rinnovare la democrazia rappresentativa. Il modo in cui si va organizzando la democrazia rappresentativa non può prescindere dal fatto che la democrazia diretta dia la possibilità a un maggior numero di persone di partecipare ai processi decisionali sin dalla loro genesi. Dalla rete possono arrivare domande, proposte e suggerimenti che i parlamentari di oggi devono prendere in considerazione. Grazie a questo tipo di democrazia diretta si potrebbe aprire un canale di considerazione con la società che era stato fortemente ostruito e le molte difficoltà della democrazia rappresentativa potrebbero essere mitigate. Processo che sarebbe garantito solo da una pienezza di cittadinanza digitale di ognuno di noi.
Questo grande potere non deve però ridursi a una semplificazione del reale, la facilità di contatto e la potenzialità di essere ascoltati da una platea infinita sembrano non porre limiti alla fantasia applicativa nella vita quotidiana. Spesso i progetti vengono svincolati dal loro costo, e le leggerezze della rete si trasformano in forme di irresponsabilità personale che rendono più complicato il funzionamento della democrazia.
E’ quindi importante che l’intervento di questa nuova democrazia rispetti i tempi della democrazia classica e si misuri in un contesto di realtà.
Con l’aumento dei servizi erogati online, la possibilità di accedere a informazioni e allo stesso tempo produrle, e l’opportunità di prendere parte a un nuovo flusso di democrazia è importante essere consapevoli delle responsabilità che ognuno di noi ha nell’immettere informazioni in rete. È altresì d’obbligo che uno stato riconosca internet come diritto fondamentale di ogni cittadino e abbatta le barriere tecnologiche, culturali ed economiche che ne potrebbero pregiudicare l’accesso, garantendo nello stesso tempo una protezione dai pericoli della rete grazie a una regolamentazione dei dati pubblicati sul web.
Articolo di Olga Anna Furchì.