Eccomi qua… non sono sparita, no.
E’ da molto che non scrivo, è vero.
Diciamo che in questi due mesi, dopo una pausa forzata per assenza di collegamento, mi sono persa nel web… Navigando qua e là senza meta, oziando su Facebook, ma soprattutto tenendo d’occhio le sorti della nostra cara, vecchia Italia.
La nostra Italia che solo sei mesi fa abbiamo festeggiato per i suoi 150 anni, e che adesso è sull’orlo dell’abisso.
Devo dire che in questi due mesi ho proprio preso coscienza del degenerarsi della situazione, del pantano in cui siamo immersi… Ho preso coscienza del fatto che è ora di svegliarsi, di fare qualcosa tutti insieme, di protestare, di ribellarsi a questo stato di cose.
E’ ora di rovesciare questa classe politica che ci ha portato sull’orlo del baratro. Tutti, indistintamente, di destra e di sinistra.
Perchè ormai non è più una questione di destra o di sinistra, è una questione di moralità e di buongoverno che tutti i politici indistintamente hanno dimostrato di non poterci offrire.
E allora tutti a casa!
O vogliamo veramente lasciar distruggere questa Italia che i nostri padri e i nostri nonni hanno costruito col sangue e col sudore?
Dobbiamo fare qualcosa! Lo dobbiamo fare, se non per noi, almeno per i nostri figli. E’ impensabile di poterli crescere bene in una società così marcia, dove vince il più furbo ed è più bravo chi riesce a rubare di più.
E purtroppo di questo se ne accorgono anche i bambini.
La scorsa settimana Number2, chiaccherando con me sulle passate vacanze, mi ha chiesto quando avremmo potuto andare in Colombia.
Solito cose già dette e ripetute altre volte: “Vedi, per andare in Colombia ci vogliono tanti soldini, ci impegnamo a risparmiarli e vedrai che quando sarete più grandi magari riusciamo a andare…”
Ma questa volta è la risposta di mio figlio che mi ha scioccato: “Sì, però forse è meglio che quando andiamo, poi rimaniamo tutti giù in Colombia, perchè qui in Italia… con tutti i casini che ci sono…”
Parole di un bambino di unidici anni!
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