Se siamo “poveri”, lo saranno anche i nostri neuroni. Uno studio pubblicato su Science e condotto dalle università americane di Harvard e Princeton, insieme alla Warwick University in Inghilterra, è arrivato alla conclusione che la condizione finanziaria di una persona ne condiziona le capacità intellettive. Nello specifico è lo stress causato dalle possibili difficoltà finanziarie ad essere responsabile di questo abbassamento del quoziente intellettivo.
La ricerca scientifica per dimostrare la sua tesi ha coinvolto, in una prima fase, circa 400 persone divise in base agli stipendi medi percepiti tra “ricchi” (circa 50 mila euro annui), e “poveri” (circa 15 mila). Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti and un test d’intelligenza. Alla metà di questi, però, è stata fatta una domanda prima dell’inizio stesso dei test mirata a condizionarne la serenità prima del test. La domanda «Cosa fareste se si rompesse la macchina e ci volessero 1.100 euro per ripararla?» aveva l’obietto preciso di far insorgere un particolare stato di ansia nella persona relativamente alla propria condizione economica. Conclusione? Il gruppo dei «poveri» a cui era stata fatta quella particolare domanda ha poi dato risultati più bassi nel test rispetto ai poveri (e ai ricchi) ai quali non era stata sottoposta la medesima domanda. Una seconda fase della ricerca, invece, è stata condotta in India su più di 400 coltivatori di canna da zucchero. I coltivatori indiani che percepiscono lo stipendio una solo volta all’anno, dopo il raccolto, hanno definito risultati di test differenti prima e dopo aver ricevuto lo stipendio. Anche in questo caso la serenità della condizione economica ne ha influenzato, in maniera decisiva, le capacità cognitive.
- Ricerca di: Harvard University, Università di Princeton, Warwick University
- Pubblicata su: Science
- Conclusione: La condizione finanziaria di una persona ne influenza le capacità intellettive