Con Praga: cortina di tornasole chiudo, almeno per il momento, il mio lungo viaggio negli undicidicoundici romanzi di James Hadley Chase.
E lo chiudo scoprendo un aspetto dell’autore che ancora non avevo incontrato.
Il libro in questione è infatti lontano sia dal giallo classico che dal noir, i due generi che avevano dominato le diecidicodieci letture precedenti.
Girland è un agente segreto americano con il compito di entrare nella Praga comunista per recuperare un documento nascosto in un angelo di legno.
In realtà si tratterebbe di una specie di trappola con l’obiettivo finale di permettere la sostituzione dell’agente CIA infiltrato a Praga.
L’operazione va presto in vacca e Girland si trova braccato da Malik (pericolosissimo agente comunista) e costretto ad aiutare ad uscire dalla cortina una combriccola di altri due uomini e due donne.
Il quartetto (che comprende una coppia di dissidenti cechi, l’agente cia che deve lasciare Praga ed una collaboratrice americana anch’essa in fuga) affronta una serie di traversie e finisce per trovarsi bloccato in una miniera sotterranea ad un passo dal confine con l’Austria.
Riusciranno i nostri eroi a lasciare il protettorato sovietico e ad approdare nella americana Austria?
Come vedete siamo nel pieno di un romanzo di spionaggio con tanto di agenti segreti infiltrati, di scontro USA-URSS, di documenti rubati e tutto quello che vi viene in mente.
Ma tutto questo vale per meno di metà libro, perchè poi Praga: cortina di tornasole si trasforma in qualcosa di diverso.
Più di metà romanzo è incentrato sulla fuga del gruppo prima tra i monti e poi nella miniera.
Una fuga raccontata con dovizia e passione, durante la quale vengono fuori le debolezze dei protagonisti e le loro passioni.
Costante il senso di oppressione e di cupezza, di fallimento improvviso e devastante.
Curiosa la costruzione della trama, ritmata, complessa, arzigogolata all’inizio, poi lenta e riflessiva sul finale.
Il risultato è ancora una volta un libro godibile… e tanti saluti a Chase.
Lasciarlo dopo che mi ha raccontato tante storie è un po’ come perdere un amico…