Precari, stagisti e per sempre apprendisti.

Da Rossopeperino @rossopeperino

Sabato sono cominciati i saldi estivi e i dati evidenziano un crollo delle vendite spalmato un po’ su tutto il paese a danno soprattutto dei piccoli e medi commercianti. Solo i grandi marchi reggono: a Roma, per esempio, da Prada e da Armani, c’erano i cagoni in fila che spendevano e spandevano. Grazie al cazzo, sai che notiziona. Non mi meraviglio affatto perché, senza tanti giri di parole, dall'altra parte della strada c’eravamo noi, tutti sulla stessa barca, noi che al 20 del mese stiamo già aspettando lo stipendio del mese successivo. Hai voglia di andare a comprarti un paio di scarpe o un vestitino. Qui finché non ti sbucail ditone dalla punta della scarpa te le tieni e hai poco da fare lo schizzinoso. Le calze impari a rammendartele e gli avanzi li mangi il giorno dopo. Comunque io un po’ di sana invidia per mio nonno ottantenne pensionato la nutro, eccome se la nutro, perché artrosi e cataratte a parte, lui la pagnotta sicura se la porta a casa tutti i mesi e l’estate se ne va in vacanza in montagna a prendere l’aria buona.
A noi giovani non ci resta che la precarietà: stagisti da strapazzo, interinali internati, apprendisti navigati, a progetto sconclusionato, a chiamata a carico, e chi più ne ha più ne metta. La cassa-integrazione è una garanzia a confronto, credetemi. Sapete però qual è il bello di noi giovani? E’ che siamo giovani. Noi non ci rassegniamo e nutriamo ancora qualche speranza. Così succede che qualcosa ce lo inventiamo per sbancare il lunario o comunque ci cibiamo dei nostri sogni per tirare a campare prendendo la vita non troppo sul serio e vivendo alla giornata. Ma poi in fin dei conti cosa chiediamo? Noi che quando pensiamo a 1.500 euro al mese spalanchiamo la bocca e cominciamo a sbavare pensando alla vita da nababbi che potremmo farci. Ci accontenteremmo anche di qualcosa in meno, garantito.  Fratello precario qui c’è qualcosa che non va, ma stringi i denti, sai che ossa che ci facciamo? Va bene così. Ma solo per ora. Perché la nostra più di tutte, è una generazione di gente incazzata che ha tutti i motivi per esserlo. Questo paese sta producendo generazioni e generazioni di incazzati che non stanno chiedendo di andare a fare la fila davanti ad Armani e Prada, ma solamente di poter vivere con la dignità che gli spetta di diritto. 


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