Sarebbe ingenuo pensare che gli Albanesi abbiano conservato parole elleniche nella loro lingua soltanto grazie al contatto con gli stessi Elleni nel II secolo d. C., come sostiene lo studioso Jacob Philipp Fallemayer. Se veramente fosse così, allora gli Albanesi avrebbero dovuto parlare una lingua simile a quella alessandrina, perché credo che sarebbe molto strano che un ipotetico popolo, che arrivasse oggi tra noi, imparasse non la nostra lingua corrente ma un antico dialetto dell’Attica. Con l’esempio sopracitato s’intende spiegare che logica vuole che, per prima, s’impari la lingua che si sente parlare ogni giorno e che, magari, conserva anche parole del dialetto dell’Attica e addirittura parole omeriche come andras = burrë (uomo), ieron = i shenjtë (sacro), polis = qytet (città), ecc, mentre è incomprensibile si apprendano parole che non vengono più usate, come Rea (nuvole), anë (lato), mend, (la mente), nisem (parto). Se è cosi, dobbiamo ammettere che questo ipotetico popolo, appena arrivato, si metta a studiare appassionatamente Omero. Ma gli Albanesi erano analfabeti. Perciò, come poterono imparare la lingua omerica se i loro primi contatti con i Greci avvennero solo nel II secolo d. C, come sostiene Fallemayer, o addirittura nel X secolo d. C., come sostiene l’antialbanese dichiarato Nicocli?

Aristidh Kola 1944 - 2000
Molti studiosi neogreci, appurando che alcune popolazioni greche usavano in talune parole del loro dialetto suffissi dell’antichità classica come –usi, -asi, ecc, sono arrivati alla conclusione che questo solo elemento sia la prova tangibile dell’ellenizzazione di queste popolazioni. Senza voler mettere minimamente in dubbio questo processo di ellenizzazione, devo dire che la conclusione di questi studiosi mi sembra molto superficiale. Nello studio della lingua, gli elementi che dimostrano le continuità filologiche non sono i suffissi ma le radici. Questi suffissi erano in uso fino alla fine dell’Impero Bizantino, e forse anche oltre. Ma le affinità tra le popolazioni attuali e l’antico Impero Bizantino, che un tempo le dominava, non necessariamente rappresentano la prova di un collegamento con l’ellenismo antico! Gli Ebrei, i Siriani, gli Egizi e tutti gli altri popoli che furono soggetti all’Impero Bizantino, pur convertendosi in buona parte anche al Cristianesimo, non arrivarono mai a sentire un legame di sangue o una vicinanza spirituale con l’antichità classica!...

Copertina del libro, versione albanese
Al contrario, la lingua albanese non ebbe mai parole con suffisso –usi, oppure -asi, ma nel suo lessico ha termini con le stesse radici dei vocaboli di un idioma che si parlava in Grecia fin da tempi lontanissimi. Per 30 anni ho parlato la lingua arbëresh* e nello stesso tempo la lingua moderna greca, ma non ho mai pensato che potesse esservi qualche collegamento fra il greco antico e l’albanese. E’ comprensibile che per gli studiosi non sarà facile dare delle risposte convincenti e risolvere i problemi linguistici del periodo preellenico se non prenderanno in seria considerazione la lingua albanese. In albanese si riscontrano parole con radici arcaiche che non compaiono più nel dizionario greco, oppure, se esistono, vengono considerate neologismi dai moderni vocabolari greci. Così, in albanese esiste il verbo flas (parlo); in greco si trovano la parola “filiaræs” e il verbo “filiaro”. In albanese abbiamo il termine fjala (parola), invece in greco iper-fialos, che significa chiacchierone. I linguisti che non conoscono l’albanese non possono rispondere ad una serie di quesiti che hanno origine da epoche lontane e che sono legati al territorio che include la penisola italiana fino al fiume Indo in India. Com’è possibile studiare le civiltà preelleniche ignorando la lingua pelasgica (albanese)?
L’autore Jakov Thomopulo, nel suo libro Sui Pelasgi, ha sottolineato questo argomento ma i suoi studi non vennero considerati perché lui non era un linguista “con la laurea” ma soltanto un amante della filologia. Sappiamo bene che non avere una laurea, in alcuni casi, non rappresenta un fattore determinante ai fini della ricerca. Una delle scoperte più sensazionali è stata fatta da quel mercante testardo che era Heinrich Schliemann il quale, ritrovando le vestigia dell’antica Troia, sfidò pervicacemente l’opinione di tutti coloro che mettevano in dubbio l’esistenza di Omero.
Non farò un esame approfondito del dizionario neogreco, perché non ci darebbe prove sull’identicità dei due popoli (quello greco e quello albanese), e non dimostrerebbe altro che una serie di contaminazioni linguistiche da entrambe le parti. Tuttavia esistono alcune parole che si trovano sia nella lingua neogreca sia nella lingua albanese:
Greco
Albanese
Italiano
Bora, qihoni
Bora
La neve
Vorias
Veriu
Nord
Notos
Noti
Nuotare
Krini, pruno, vrisi
Krua, kroi
La fontana
Kleo
Qaj (klian - dial arbër)
Piangere
Pio, pino
Pi, pij
Bere
Zei, vra-zi
Zien, valon , vlon
Bollire
Ipevo
Hipi, hipën
Salire
Luo
Laj
Lavare
En ora, vor-is
Në orë (në kohë, herët)
In tempo (presto)
Ster-evi, sterume
Shteron, shterem
Prosciugare
Stira
Shterpë
Sterile
Dhrapani
Drapëri (dial. Drapëni)
Falce
Lehona, lohia
Lehem (lindem)
Partorire
Thira
Dera
La porta
Mikitas, muh-k-la
Myku
Muffa
Buqia (në Qipro)
Bukë, buka
Pane
Dhris, dris
Dru
Legno
Kokos
Kokë
Testa
Dhra-skel-izo
Shkel
Calpestare
A-mil-on
Miell
Farina
Vus
Viç
Vitello
Dam-alis
Dem, demi
Toro
Nin
Nani
Ora (in questo istante)
Eh-mi, eh-miro
mpreh, gri-h
Temperare, macinare
Per tutte queste parole non possiamo immaginare che siano state assimilate nella lingua albanese dal greco, perché qui le parole sarebbero state le stesse: per esempio, la lingua albanese conserva il verbo mpreh (temperare, macinare) che in greco invece non esiste; però abbiamo i pronomi come Eh-mi, eh-miro, ma questi pronomi non sono presenti nella lingua albanese. Il verbo shkel (calpestare) non esiste in greco, se non consideriamo la parola skelos e il verbo dhraskelizo, che però non esistono in albanese. Perciò affermiamo che le radici di questi termini siano state conservate sia nella lingua greca che in quella albanese e non possono essere considerati influssi di un idioma piuttosto che di un altro, ma fanno parte dell’identità di tutt’e due i popoli. La lingua greca, però, ha assimilato alcune parole dall’albanese, che i Greci usano senza saperne la provenienza o, nel peggiore dei casi, definendole parole turche o slave.
Greco
Albanese
Italiano
Besa
Besa
Giuramento
Babesis
I pabesë
Traditore
Kaligono
Kalëroj
Cavalcare
Kalikuca
I kaluar, i hipur mbi kalë
A cavallo
Furka
Zemërim, inat
Ira, rabbia
Kunadhios
Kunati
Cognato
Puli
Pulë
Pollo
Kuvenda
Kuvendim
Assemblea
*l’autore di questo pezzo, Aristidh Kola.
Liberamente tratto dal libro Arvanitasit dhe prejardhja e grekëve dell’autore Aristidh Kola






