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Premi Oscar 2014: commenti a margine di una notte memorabile…

Creato il 05 marzo 2014 da Onesto_e_spietato @OnestoeSpietato

Oscar-2014

A quindici anni di distanza dalla vittoria de La vita è bella di Roberto Benigni, l’Oscar per il Miglior film straniero torna in Italia con La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Insomma, sarà un caso, ma sempre di bellezza stiamo parlando. Un premio meritato, ambito, desiderato, che ora torna ad incoronare il più grande cinema italiano quantomeno dal Duemila ad oggi. Un premio che, al di là delle semi-serie motivazioni che Sorrentino può dare, con quel sano senso goliardico e ludico tipico di noi italiani e ancor più dei napoletani, si burla di Hollywood con un gratuito ringraziamento on stage al pibe de oro Diego Armando Maradona. Infinite congratulazioni e un grazie enorme allo sfaccettato genio creativo di Paolo Sorrentino!

sorrentino

Ma la serata degli Academy Awards ha riservato non poche sorprese, beffe e disfatte (dipende dai punti di vista di premiati e scornati). Miglior film è 12 anni schiavo di Steve McQueen. Pur non ritenendolo personalmente né un capolavoro né un film indimenticabile, quella statuetta probabilmente poteva toccare solo a lui. Un premio che tiene conto di tutte le componenti artistiche e tecniche non poteva che andare ad uno dei più acclamati e discussi registi degli ultimi anni. Vero è che il “primo premio” poteva essere anche di Gravity di Alfonso Cuaròn, il quale però si è aggiudicato, con merito sacrosanto, la Miglior Regia (a giustificazione è sufficiente considerare i primi 15 minuti di piano-sequenza nello Spazio: roba mai vista prima!).

Una piccola lacrima cade però per Martin Scorsese, così come per il suo quasi attore feticcio Leonardo DiCaprio rimasto per l’ennesima volta a bocca asciutta. Infatti Miglior Attore Protagonista è Matthew McConaughey, semplicemente straordinario in Dallas Buyers Club. Il film diretto da Jean-Marc Vallée si è poi aggiudicato anche il Miglior Attore Non Protagonista: Jared Leto. Premio discutibile in questo caso… e Michael Fassbender, gigantesco in 12 anni schiavo, si sarebbe dovuto stracciare le vesti perché quel premio doveva essere suo senza se e senza ma.

Già da questi premi emerge come l’Academy abbia sostanzialmente puntato a premiare due grosse tematiche: la schiavitù e l’Aids, ovvero due delle maggiori piaghe della più o meno recente storia americana. 12 anni schiavo ha poi toccato quota 3 premi con il meritatissimo Miglior Attrice Non Protagonista a Lupita Nyong’o e la Miglior sceneggiatura non originale. Tris di premi anche per Dallas Buyers Club che si è accaparrato anche il Miglior Trucco.

oscar lupita matthew

Quanto a Gravity, ha trionfato con ben 7 statuette, molte delle quali anche di carattere tecnico: oltre alla già citata Miglior Regia, Miglior fotografia, Miglior colonna sonora, Miglior montaggio, Miglior suono, Miglior montaggio del suono, Migliori effetti speciali visivi. Tutti premi innegabili di fronte a tale magnificenza estetica.

Parzialmente inaspettato, almeno dal punto di vista di uno che non ha assolutamente amato Blue Jasmine, l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista a Cate Blanchett, il cui ridondante batticuore continuo condito di ripetuti pianti nevrotici ha purtroppo avuto la meglio sulla sofisticata, sensuale e precisa performance di Amy Adams in American Hustle (ingiustamente rimasto a secco…).

Meritata la Miglior Sceneggiatura a Her di Spike Jonze, mentre sono stati un vero colpo gobbo la Miglior Canzone a Frozen e il Miglior documentario a 20 Feet from Stardom di Morgan Neville invece che al quotatissimo The Act of Killing di Joshua Oppenheimer.

Una notte degli Oscar, quindi, più movimentata e bizzarra di altri anni, con sgambetti non da poco (vedi il povero DiCaprio), premi al merito di quello che, dopo 2001 – Odissea nello Spazio, possiamo considerare il più grande film di fantascienza mai realizzato e gioie da spellarsi le mani come l’Oscar a La grande bellezza. Insomma, un’Academy Awards Night che ricorderemo per molto tempo…


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