Sono rimasti, così, a bocca asciutta tutti quei lavoratori dipendenti che ben volentieri sarebbero andati in pensione qualche anno prima dei termini imposti dalla riforma Fornero per far posto ai giovani.Il Consiglio dei Ministri che ha approvato il Def, infatti, non ha comunicato nulla in materia previdenziale, o per lo meno, nessun accenno a quel piano di prepensionamento avanzato dal ministro degli statali, Marianna Madia, su cui tanti attendevano risposte.In realtà, Tesoro e Ragioneria dello Stato avevano già frenato questo piano sostenendo fosse troppo ambizioso e mancassero le coperture necessarie alla sua attuazione. Per cui nessuna sorpresa se, presentando il Def, il premier Renzi non ha fatto alcun accenno ai tanto agognati prepensionamenti.Del resto, la Ragioneria dello Stato aveva già in precedenza bocciato sul nascere la proposta del Ministro Madia di un "ricambio generazionale" all'interno della PA, col pensionamento dei dipendenti più anziani per far posto ai giovani. Una folle idea, quella del ministro, perché non supportata dalle giuste risorse economiche che a stento bastano a pagare gli stipendi degli statali. "Se prevedo un ricambio, ho da pagare una pensione in più e uno stipendio e poi ci sono gli effetti sull'anticipo dell’età pensionabile e quello della buona uscita, c'è un impatto" aveva spiegato il capo dell’Ispettorato generale per la spesa sociale della Ragioneria Generale dello Stato, Francesco Massicci, parlando di fronte alla commissione di controllo sull'attività degli enti previdenziali. Secondo Massicci, l’operazione sarebbe a costo zero "se si manda via una figura diventata obsoleta che non si deve rimpiazzare, ma la condizione viene meno se invece si manda via una figura che deve essere sostituita". Massicci ha fatto anche un esempio: "Se pensioniamo gli insegnanti di lettere, ma resta la cattedra e devo rimpiazzarli, abbiamo da pagare la pensione, lo stipendio e la buonuscita". E’ c'è da considerare anche "un effetto sull'anticipo dell’età pensionabile". La legge, ha osservato, "deve prevedere una copertura perchè c'è una spesa pensionistica in più". E la legge, ovvero il Def di Matteo Renzi, non prevede proprio un bel niente! Pertanto, almeno per oggi, nulla di fatto sui prepensionamenti degli statali. Per saperne di più bisognerà aspettare il 30 aprile giorno in cui il governo si è impegnato a presentare la riforma della P.A.. In quella circostanza potrebbe arrivare qualche segnale per coloro che non vedono l’ora di intascare l’assegno previdenziale e starsene finalmente a casa a godersi la pensione! Al momento, l'impressione è che i tagli che sono stati fatti dal governo bastano a malapena per mantenere la promessa 'elettorale' degli 80 euro unatantum in busta paga per i dipendenti pubblici, ma solo per quest’ultima parte dell'anno, per cui non si vedono spazi di manovra sufficienti per dare il via ai prepensionamenti. Del resto, lo stesso ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha più volte spiegato che non vi sono modifiche in arrivo sulle pensioni. Tradotto, non c’è trippa per gatti!
Prepensionamento Statali: i soldi non ci sono! Lo Stato lascia a casa i giovani disoccupati e si tiene i vecchi travet!
Creato il 10 aprile 2014 da FreeskipperSono rimasti, così, a bocca asciutta tutti quei lavoratori dipendenti che ben volentieri sarebbero andati in pensione qualche anno prima dei termini imposti dalla riforma Fornero per far posto ai giovani.Il Consiglio dei Ministri che ha approvato il Def, infatti, non ha comunicato nulla in materia previdenziale, o per lo meno, nessun accenno a quel piano di prepensionamento avanzato dal ministro degli statali, Marianna Madia, su cui tanti attendevano risposte.In realtà, Tesoro e Ragioneria dello Stato avevano già frenato questo piano sostenendo fosse troppo ambizioso e mancassero le coperture necessarie alla sua attuazione. Per cui nessuna sorpresa se, presentando il Def, il premier Renzi non ha fatto alcun accenno ai tanto agognati prepensionamenti.Del resto, la Ragioneria dello Stato aveva già in precedenza bocciato sul nascere la proposta del Ministro Madia di un "ricambio generazionale" all'interno della PA, col pensionamento dei dipendenti più anziani per far posto ai giovani. Una folle idea, quella del ministro, perché non supportata dalle giuste risorse economiche che a stento bastano a pagare gli stipendi degli statali. "Se prevedo un ricambio, ho da pagare una pensione in più e uno stipendio e poi ci sono gli effetti sull'anticipo dell’età pensionabile e quello della buona uscita, c'è un impatto" aveva spiegato il capo dell’Ispettorato generale per la spesa sociale della Ragioneria Generale dello Stato, Francesco Massicci, parlando di fronte alla commissione di controllo sull'attività degli enti previdenziali. Secondo Massicci, l’operazione sarebbe a costo zero "se si manda via una figura diventata obsoleta che non si deve rimpiazzare, ma la condizione viene meno se invece si manda via una figura che deve essere sostituita". Massicci ha fatto anche un esempio: "Se pensioniamo gli insegnanti di lettere, ma resta la cattedra e devo rimpiazzarli, abbiamo da pagare la pensione, lo stipendio e la buonuscita". E’ c'è da considerare anche "un effetto sull'anticipo dell’età pensionabile". La legge, ha osservato, "deve prevedere una copertura perchè c'è una spesa pensionistica in più". E la legge, ovvero il Def di Matteo Renzi, non prevede proprio un bel niente! Pertanto, almeno per oggi, nulla di fatto sui prepensionamenti degli statali. Per saperne di più bisognerà aspettare il 30 aprile giorno in cui il governo si è impegnato a presentare la riforma della P.A.. In quella circostanza potrebbe arrivare qualche segnale per coloro che non vedono l’ora di intascare l’assegno previdenziale e starsene finalmente a casa a godersi la pensione! Al momento, l'impressione è che i tagli che sono stati fatti dal governo bastano a malapena per mantenere la promessa 'elettorale' degli 80 euro unatantum in busta paga per i dipendenti pubblici, ma solo per quest’ultima parte dell'anno, per cui non si vedono spazi di manovra sufficienti per dare il via ai prepensionamenti. Del resto, lo stesso ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha più volte spiegato che non vi sono modifiche in arrivo sulle pensioni. Tradotto, non c’è trippa per gatti!
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