Sento rimbalzare da un mezzo di informazione all’altro la notizia di una mazzetta nascosta in una scatola “di” scarpe, e spero che quelle scarpe, verosimilmente più di un paio, non fossero usate: dal momento che sarà pur vero che il denaro non ha odore ma tutto ha un limite, anche le espressioni proverbiali.
Quanto tempo è passato da quando un amico nostalgico mi diceva che un gentiluomo poteva avere soltanto biglietti “di” visita, e che i biglietti “da” visita erano cosa da affaristi!
Invano gli opponevo che un bicchiere “da” vino rimane tale anche quando è vuoto, mentre un bicchiere con del vino dentro è un bicchiere “di” vino anche se è un bicchiere, poniamo, “da” acqua. Mi rispondeva che il mio uso dell’analogia era arbitrario, e che i sofismi miei e della mia generazione non avrebbero condotto lontano, ma dritto dritto al più vicino baratro. Inutile con lui insistere distinguendo fra rigore e rigor mortis, fra ottusa schiavitù e libertà intelligente.
Tuttavia, gli andava e gli va riconosciuta almeno una parte di ragione: l’ottusa schiavitù si sa benissimo che cosa sia, non avendo ognuno che da guardarsi intorno per osservarne mille e mille esempi; mentre la libertà intelligente per conservarsi davvero tale non potrebbe che essere una libertà somministrata e goduta da intelligenti: e qui, ahinoi, tutti gli asini cascano per non rialzarsi mai più.
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