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Presentazione 25° giornata di Serie A

Creato il 21 febbraio 2014 da Simo785

A cura di Gianluca Goretti

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Niente di nuovo in testa alla classifica, dove vincono le prime 3. Cede la Fiorentina, sconfitta e avvicinata dall’Inter. Parma e Torino super in trasferta agganciano il Verona al 6° posto e annunciano una spettacolare volata per un posto in Europa, dove spera di rientrare il Milan che riprende a fatica la sua rincorsa. In coda preziose le vittorie di Livorno e Catania che delineano una nuova classifica. Questo è quello che ci ha raccontato la 24° giornata appena andata in archivio.

Adesso andiamo a presentare la 25° giornata che vivrà il suo clou nel derby della Mole e si concluderà con due posticipi al lunedì per le squadre che sono state impegnate, in trasferta, giovedì in Europa League.

Bologna-Roma (sabato ore 20:45). Il Bologna paga il gol-gioiello di Balotelli, quando la partita sembrava avviata verso lo 0-0. Visto i risultati inaspettati di Catania e Livorno, uscire da San Siro con un punto sarebbe stato veramente prezioso ma tant’è; resta l’impresa della domenica precedente sul campo del Torino: 3 punti in 2 trasferte consecutive sono un bottino inaspettato, andato aldilà delle più rosee previsioni. Forse c’è rimpianto in Ballardini nel non aver osato maggiormente, mettendo a nudo le criticità rossonere nella fase difensiva. La squadra si è difesa in maniera ordinata, senza andare particolarmente in difficoltà ed ha anche avuto le sue occasioni per passare in vantaggio. Ora quest’abilità dovrà essere ripetuta in questa partita casalinga contro una squadra che, se limitata nelle sue caratteristiche di velocità di alcuni suoi interpreti, e nelle ripartenze, va in difficoltà e fa fatica a fare la partita. Assenza pesante quella di Perez, appiedato dal giudice sportivo; il suo posto in regia sarà probabilmente occupato da Krhin, visto le precarie condizioni fisiche di Pazienza, con ai lati Kone e Christodoulopoulos. La Roma dimostra ancora una volta di avere la capacità di rialzarsi in fretta dalle poche batoste prese in stagione. Così come dopo il 3-0 in casa Juventus, anche dopo la medesima sconfitta a Napoli in termini di risultato, con l’aggravante dell’esclusione dalla finale di Coppa Italia, reagisce immediatamente con una vittoria convincente contro l’avversario di turno, che anche stavolta era la Sampdoria (nella precedente occasione fu in Coppa), affatto facile da affrontare e in un buon momento di forma e di risultati. Evidentemente è la Sampdoria l’amuleto giusto per riprendere il cammino interrotto ma per questa stagione la Roma ha esaurito i bonus non potendola più incontrare, quindi attenzione a non inciampare nuovamente. Superate non solo le scorie del risultato di Napoli, ma anche le polemiche che ne sono seguite nell’ambiente romano e le difficoltà ambientali rappresentate dalle curve chiuse. Partita sbloccata e decisa da Destro (ottimo il suo rapporto gol/minuti giocati pari a un gol ogni 75’), a dimostrazione di quanto la squadra abbia bisogno di un finalizzatore nell’area di rigore; è emblematico il fatto che Destro, con le sue poche presenze e con soli 6 gol, sia il capocannoniere della squadra. Roma che lavora al fianco l’avversario per poi colpirlo con improvvise accelerazioni; se gli lasci spazi diventa micidiale. La difesa si conferma la migliore del campionato. La squadra c’è, è completa e mantiene le distanze dalla Juventus e da chi la insegue (senza dimenticare che deve recuperare una partita) e non ha alcuna intenzione di mollare l’obiettivo massimo, impensabile a inizio stagione ma che ora sarebbe delittuoso non inseguire. Sta tornando la stagione delle coppe europee e la Roma potrà sfruttare il vantaggio di non giocare turni infrasettimanali, a differenza di Juventus e Napoli. Nella partita di Bologna Garcia dovrà affrontare l’emergenza terzini: a Balzaretti e Dodò, lungodegenti, si è aggiunto Maicon; gli unici disponibili sono Torosidis e Bastos. Ancora dubbi sulle condizioni fisiche di Totti.

 

Livorno-Verona (domenica ore 12:30). Vittoria pesante e meritata quella del Livorno a Cagliari. La squadra ora sarebbe salva; c’è stato un netto cambio di marcia dall’arrivo di Di Carlo sulla panchina amaranto. Era da settembre che i toscani non occupavano una posizione diversa dalle ultime 3 della classifica, guarda caso il mese dell’ultima e unica vittoria in trasferta (sul campo del Sassuolo) prima di quella di Cagliari. Partita dominata e sempre in controllo, netto il dominio in campo e anche nella condizione fisica. C’è però voluto un gol pazzesco di Emerson per sbloccare la partita. Difficoltà nella composizione della formazione per Di Carlo: Luci con la lesione del legamento crociato del ginocchio ha finito anzitempo la stagione, Benassi e Ceccherini sono squalificati. Sicura appare la conferma del 3-5-2 con Paulinho ed Emeghara a comporre la coppia d’attacco, mentre Belfodil, ancora a corto di preparazione, si accomoderà nuovamente in panchina. Per il Livorno è importante dare continuità alla vittoria di Cagliari, affinché sia stato veramente uno strappo decisivo in classifica verso la salvezza. Momento d’involuzione quello del Verona. La squadra sembra aver perso il suo smalto e soprattutto manca la necessaria motivazione. La brillante stagione, e la salvezza virtualmente raggiunta con largo anticipo, ha come svuotato mentalmente i giocatori che, evidentemente, non hanno mai creduto a obiettivi maggiori come può essere quello della qualificazione europea. Altrimenti non si spiega la metamorfosi, soprattutto in casa, dove aveva avuto un percorso inarrestabile mentre ora non riesce più a vincere (un solo punto nelle ultime 4 gare, non vince una partita casalinga da dicembre). In questa partita, dove sarà ancora assente Maietta non avendo recuperato dal suo infortunio, sarà Marquinho a sostituire lo squalificato Hallfredsson. Sono curioso di vedere se Mandorlini concederà piena fiducia a Cirigliano; credevo che la cessione di Jorginho avrebbe permesso il maggio utilizzo al giovane argentino cui invece è stato spesso preferito Donadel. Davanti si farà sempre affidamento sulla vena realizzativa di Luca Toni.

 

Inter-Cagliari (domenica ore 15). L’Inter ha finalmente interrotto la striscia di sconfitte in trasferta con la vittoria di Firenze, ottenuta meritatamente, anche se a decidere è stato un gol in chiaro fuorigioco. Non tutti i problemi per Mazzarri sono risolti ma si cominciano a vedere segnali confortanti, a partire dalla condizione fisica in crescendo per chiudersi con la maggiore qualità nella linea mediana del campo, grazie all’inserimento di Hernanes e al recupero del miglior Guarin. Anche l’impiego delle due punte (Palacio tornato al gol e un Milito lontano parente del giocatore che fu) giova parecchio alla squadra; recuperare pienamente Icardi (ancora ha un’autonomia di pochi minuti) serve come il pane a Mazzarri. Dietro il rientro in pianta stabile di Samuel sembra abbia restituito quella solidità difensiva che a inizio stagione aveva garantito Campagnaro. Ora il successivo obiettivo di Mazzarri è quello di inserire D’Ambrosio, per dare maggiore qualità e spinta sulla fascia. Successo importante quello di Firenze, che da continuità alla vittoria col Sassuolo e permette di consolidare la classifica su piazzamenti europei, obiettivo stagionale. 5° sconfitta nelle ultime 6 partite per il Cagliari che continua a scivolare sempre più giù in classifica; ora il terzultimo posto dista solo 5 punti. Quello che preoccupa della squadra sarda è l’involuzione sia nel gioco che nello stato fisico e mentale. La squadra appare abulica, nervosa (dove anche un uomo d’esperienza come il capitano Conti perde il controllo facendosi espellere, dopo che già nella stagione colleziona cartellini e squalifiche per i ripetuti falli) e fa fatica a produrre gioco e a trovare il gol. Non funziona neanche la logica della rotazione nel ruolo di punta; Lopez deve fare una scelta su chi fra Pinilla, Ibarbo, Sau e Nenè debba comporre il tandem titolare, perché così tutti e 4 gli attaccanti vivono nell’incertezza col risultato di fallire la prestazione una volta chiamati in causa. La sensazione è che tutta la squadra e l’ambiente abbiano bisogno di certezze, a partire dal sostegno di una società sempre più assente. E non è certamente un buon viatico a questa partita la settimana che sta vivendo il Cagliari, con l’esonero di Lopez a favore di Pulga, la retromarcia di Cellino che dopo poche ore licenzia Pulga (passato da secondo a primo allenatore e poi disoccupato) e rimette Lopez al suo posto. Anche il pubblico, limitato nella capienza, causa l’inagibilità perenne dello stadio, non può dare il calore necessario alla squadra che sta facendo un miracolo nella gestione di questa stagione ma che, a quanto pare dagli ultimi risultati, non è più sufficiente. L’organico è comunque tale da poter evitare di essere risucchiati nella zona rossa della classifica, anche se in questa partita mancherà Astori, punto di riferimento della difesa.

 

Sampdoria-Milan (domenica ore 15). Esce sconfitta dall’Olimpico la Sampdoria, dove ha retto per quasi un tempo. Atteggiamento troppo rinunciatario, basato soprattutto a limitare le giocate degli avversari senza pensare a offendere. Comunque si è avuta conferma dell’ottima condizione fisica e dell’identità di squadra che Mihajlović ha trasmesso ai suoi giocatori. In questa partita pesanti le assenze in difesa, per squalifica, di De Silvestri e Gastaldello. Proverà fino all’ultimo il recupero-lampo Maxi Lopez, desideroso di ripetere la gioia del derby contro la sua ex squadra. Brutto Milan che vince solo grazie al gesto isolato di Balotelli. Squadra spezzata in due, non ha equilibrio. La partita col Bologna ha confermato che la squadra rende meglio quando c’è una prima punta accanto (o davanti a Balotelli); credo che Seedorf debba convincersi a rivedere il suo schema “fantasia” davanti sacrificando un trequartista e dando più spazio a Pazzini. Per questa partita l’opzione Pazzini appare obbligatoria, causa lo stop per Balotelli imposto dalle scorie di Champions; anche De Sciglio out. Nel gioco non ci sono stati passi avanti rispetto al Milan di Allegri, il cantiere Seedorf ha sempre il cartello dei “lavori in corso”, però i risultati confortano (10 punti in 5 partite) e fanno intravvedere un futuro europeo non più utopistico per la prossima stagione.

 

Udinese-Atalanta (domenica ore 15). Vittoria mancata per l’Udinese a Genova, dove per 2 volte ha avuto il doppio vantaggio e la partita in pugno. Cede nel finale all’arrembaggio della squadra avversaria e forse alla stanchezza, dopo l’impegno infrasettimanale, che Guidolin aveva cercato di ovviare facendo ampio turn-over. Comunque punto prezioso che dà continuità ai risultati e conferma di una ritrovata unità di squadra che sembrava smarrita. Il rammarico della vittoria mancata è compensato dalla costante crescita dei molti giovani in rosa, a partire da Pereyra per finire a Scuffet, che ha tutte le carte in regola per continuare la tradizione di forti portieri friulani come Zoff; per la forte personalità che ha, con i suoi 17 anni, ricorda il Buffon degli esordi a Parma. Nella sida odierna difficoltà di formazione per Guidolin, che deve ovviare alle assenze di Heurtaux e Pereyra per squalifica, mentre Lazzari è appena rientrato in gruppo e non dà piene garanzie di efficienza fisica. Per l’Atalanta è obbligatorio dimenticare in fretta la pesante sconfitta subita in casa dal Parma, là dove ha costruito la sua classifica. E’ incredibile il crollo casalingo dell’Atalanta, dopo che 15 giorni prima aveva sconfitto nettamente il Napoli. La squadra ha difficoltà nel fare gol; se Denis non è in giornata, diventa buio pesto per la squadra. La squadra è stata sfortunata in alcuni episodi ma anche incapace di reagire; su questo dovrà lavorare Colantuono perché il margine dalla zona retrocessione è ancora rassicurante (8 punti) ma è importante non rilassarsi e credere che il più sia fatto; sarebbe un errore imperdonabile. Già in questa partita si cercherà di esorcizzare l’incubo trasferta. Importante il rientro di Cigarini a dettare i ritmi di gioco; ai box rimangono solo Bellini e Brienza.

 

Chievo-Catania (domenica ore 15). Non era certo nella trasferta allo Stadium che si chiedevano punti a Corini, ma la situazione di classifica del Chievo è alquanto delicata e questa sfida rappresenta una vera e propria finale da vincere per non affondare. La squadra sembra involuta e che abbia perso la sua identità, manca del carattere e della cattiveria agonistica che deve essere tipica di una squadra che lotta per salvarsi. Non è con quest’atteggiamento leggero che deve essere affrontata la partita col Catania. Oggi serve sangue agli occhi come se fosse una sfida senza ritorno. Non escludo l’abbandono del modulo attuale e il ritorno al tridente; quale miglior occasione se non questa che è sfida da vincere a tutti i costi per Corini. Sicuri i rientri nella formazione titolare di Rigoni e Dainelli. Quella contro la Lazio potrebbe essere stata la partita della svolta per il Catania che abbandona l’ultimo posto in classifica (ora occupato dal Sassuolo) e non è più il peggior attacco della serie A grazie ai 3 gol segnati (scettro ceduto al Chievo). Prima vittoria per Maran dal giorno del suo ritorno, dopo 3 pareggi consecutivi. I punti d’oro ottenuti domenica scorsa devono trovare continuità in questo spareggio-salvezza che sarà affrontato senza Barrientos, uscito infortunato contro la Lazio e che dovrà stare fuori un mese. A parte quest’assenza forzata, dovrebbe essere confermata la stessa formazione dell’ultimo turno, compreso in porta dove Andujar sarà ancora il titolare in attesa del recupero di Frison. Per entrambi le squadre questo non è solo uno scontro diretto importantissimo ma la prima di 14 finali da qui a fine campionato.

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Juventus-Torino (domenica ore 18:30). Diciottesimo risultato utile consecutivo, 12 vittorie su 12 in casa: la Juventus ha ripreso la marcia interrotta a Verona. Numeri da paura per la Juventus (+8 rispetto alla stagione scorsa chiusa con lo scudetto, proiezione finale superiore ai 100 punti) e per Conte (ha festeggiato la 100° panchina con la Juve centrando la 70° vittoria, solo 6 le sconfitte; eguagliato il record di Carcano, allenatore della Juventus del “quinquennio”, unica ad aver vinto lo scudetto per più di 2 stagioni consecutive in attesa della chiusura di questa stagione). Prestazione non brillante quella col Chievo ma partita indirizzata in meno di mezz’ora. Dieci minuti d’imbarazzo a inizio ripresa, quando la Juventus ha regalato il gol ai clivensi facendo riapparire la sindrome dell’appagamento da 2-0, subito spazzato via dalla zuccata di Llorente, al 10° gol in campionato. I carichi di lavoro tipici delle squadre di Conte nel periodo gennaio-febbraio sono ancora presenti nelle gambe dei giocatori e si vede nella poca velocità e brillantezza della manovra; una volta smaltiti, la squadra tornerà a volare, e non è che i risultati in questo periodo ne abbiano risentito particolarmente. La squadra si dimostra ancor di più una cooperativa del gol: con quello di Asamoah sono 14 i giocatori andati in gol in campionato, nonostante i centravanti siano già in doppia cifra. Il derby è sempre una partita atipica, ed è incastonata tra gli impegni europei; ulteriore trappola da non sottovalutare. Inizia la fase decisiva della stagione, dove si gioca ogni 3 giorni e tutti i giocatori in rosa dovranno farsi trovare pronti. Preziosa vittoria esterna del Torino a Verona, che riscatta il brutto scivolone casalingo col Bologna. Con il 6° posto agganciato ormai il Torino è a pieno titolo in corsa per un posto in Europa. Ancora decisiva la coppia gol Immobile-Cerci (24 gol in 24 partite per loro due) la squadra non paga dazio alle squalifiche e potrà avere in campo tutti i suoi diffidati in questo derby. La partita odierna va al di là delle esigenze di classifica, soprattutto per il Torino che non vince un derby da ben 18 anni (era il dicembre 1995) e non fa gol alla Juventus da esattamente 12 anni.  Ulteriore stimolo per il Torino è quello di interrompere la striscia di vittorie interne della Juventus per salvaguardare il record, che appartiene proprio ai granata, di 14 vittorie nell’anno-scudetto 1975-76. Insomma gli ingredienti sono tanti per assistere a una bella partita.

 

Lazio-Sassuolo (domenica ore 20:45). Inguardabile la Lazio di Catania che conosce la prima sconfitta in campionato da quando è allenata da Reja. Se quella partita era stata definita decisiva dall’allenatore stesso per capire i reali obiettivi di classifica, direi che il verdetto è una sonora bocciatura con conseguente zona Europa che si allontana. Sicuramente c’è stato un approccio molle al match e inoltre è mancata la qualità nel gioco e l’intensità. Il calendario comunque propone una prova d’appello, oggi, da non fallire. Formazione che sarà condizionata dall’impegno in Europa ma Reja può contare su un giocatore in più, Stefano Mauri, già tornato titolare (e subito in gol) proprio a Catania. In porta sembra ormai definita la gerarchia che vede Berisha titolare e Marchetti in panchina. Ultimo posto in classifica e declino inarrestabile quello del Sassuolo. Dall’arrivo di Malesani solo sconfitte e un destino che sembra segnato, con una squadra completamente rivoluzionata che non ha ancora, e non potrebbe essere diversamente, un’anima. La decisione di cambiare allenatore e più di mezza squadra a metà stagione non sta dando i frutti sperati. Il destino stesso non è stato benevolo con Malesani, avendo proposto in calendario avversari come Verona, Inter, Napoli e ora Lazio; insomma nessuno scontro con rivali dirette con cui confrontarsi in maniera più equilibrata e senza divari di forza già in partenza. A Malesani il compito di assemblare la squadra il più velocemente possibile (recuperando il miglior Berardi che sembra essersi fermato al poker rifilato al Milan) e dare alla squadra quella determinazione e cattiveria che serve per lottare per la salvezza e magari ottenere risultati insperati anche quando gli avversari sono superiori. La classifica è corta e niente è deciso ma serve un’immediata inversione di rotta, prima che sia troppo tardi.

Parma-Fiorentina (lunedì ore 19). Dodicesimo risultato utile consecutivo per il Parma di Donadoni; neanche il Parma d’oro di Nevio Scala era riuscito in questo. Nello stadio che l’ha visto crescere come giocatore ottiene una meritata e devastante vittoria nel risultato. Squadra perfetta, che gioca bene e con una precisa identità; ha lo stesso atteggiamento sia in casa che in trasferta. In questa partita probabile il rientro di Amauri al centro dell’attacco e di Gobbi a sinistra. L’obiettivo Europa è concreto e alla portata di questa squadra. Brutta la sconfitta interna della Fiorentina contro l’Inter. Squadra apparsa stanca, come già annunciato da Montella, sia fisicamente che mentalmente. La squadra sta pagando in questo momento i troppi impegni ravvicinati affrontati con molte assenze e giocatori non al top della condizione. E’ soprattutto l’assenza di Borjia Valero quella che pesa maggiormente; in assenza del centrocampista spagnolo la squadra manca della qualità nelle giocate. Anche la prolungata assenza contemporanea di Rossi e Gomez ha privato la Fiorentina di un elevato numero di reti. Nell’ultima partita ci si è messo pure Montella a privare la squadra di un punto di riferimento avanzato, rinunciando a Matri; l’esperimento non ha portato i risultati sperati. Mi aspetto una bella partita tra due squadre che prediligono il gioco e una reazione d’orgoglio della Fiorentina che non vorrà essere risucchiata nella bagarre in classifica di chi cerca un posto in Europa.

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Napoli-Genoa (lunedì ore 21). Vittoria perentoria, e molto più larga di quello che dica il risultato, per il Napoli col Sassuolo, che permette di tenere il passo di Roma e Juventus e soprattutto di allungare sulla Fiorentina, così da mettere maggiormente al riparo la partecipazione alla prossima Champions, obiettivo minimo stagionale. La squadra sembra aver raggiunto finalmente la maturità e capito come si affrontano gli impegni con avversari, sulla carta, inferiori. I troppi punti persi per strada con squadre piccole sono serviti da lezione. La squadra non ha risentito delle molteplici assenze, soprattutto a centrocampo, segno dell’abbondanza della rosa in termini numerici e di qualità. Ha trovato finalmente il gol che cerca sempre con insistenza in ogni partita Insigne (quello alla Del Piero per intenderci, a giro sul secondo palo dal vertice alto dell’area di rigore), migliore in campo. E’ stata la terza vittoria in una settimana per Benitez, segno di una buona condizione fisica e mentale, anche in proiezione dei doppi impegni che si susseguiranno da qui a fine stagione. Il Genoa riesce a riacciuffare una partita che sembrava perso. Onore e merito al carattere della squadra, che mai si è arresa trascinata dai suoi tifosi, e del suo allenatore, capace anche dalla tribuna, dopo l’espulsione, di guidare la squadra e apportare i decisivi cambiamenti allo scacchiere tattico. Anima della squadra Gilardino, terminale offensivo e autore della doppietta della rimonta. Completamente recuperati per questa difficile trasferta Antonini e Bertolacci, mentre Sculli potrebbe trovare posto in panchina.

Cambieranno le distanze al vertice della classifica oppure Juventus, Roma e Napoli continueranno a tenere lo stesso passo? Come finirà il derby della Mole? Riuscirà il Torino ha interrompere le lunghe serie negative contro la Juventus? L’Inter vincerà la terza partita consecutiva? La Fiorentina riuscirà a tenere a distanze le inseguitrici? Come finirà lo spareggio salvezza tra Chievo e Catania? Come si muoverà la classifica in coda? Altre squadre saranno coinvolte nella lotta salvezza, oppure è riservata a sole 5 squadre?

Al campo, unico giudice supremo, chiediamo le risposte.

Buon campionato a tutti!


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