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PRESENTAZIONE DI " MORTI BIANCHE " A MONFALCONE -MESSAGGIO DELL' ASSOCIAZIONE NAZIONALE RUGGERO TOFFOLUTTI ( seconda parte )

Creato il 21 giugno 2011 da Andrea21948

I familiari dei morti sul lavoro SANNO ,però,che quella cultura non basterà a proteggere la vita dei lavoratori da un mercato senza codici e senza protezioni ,dove la precarità e la ricattabilità sono, quelle sì,diventate regola .

Il  precario,specialmente se immigrato ,è un candidato naturale a mporire sul lavoro. Non può lamentarsi perchè non ha tutele , non viene formato,tanto è di passaggio .

I familiari dei morti sul lavoro SANNO che non avranno mai giustizia e che è proprio questo senso di impunità il peggiore nemico della prevenzione .Perchè il prezzo della vita vale meno della produzione . La morte di un lavoratore è un rischio d'impresa .

Se ,al contrario ,la morte di un lavoratore costasse alle aziende ,in termini economici  e di condanna dei colpevoli ,più degli investimenti in sicurezza ,in formazione e in prevenzione , gli infortuni e le malattie professionali si ridurrebbero drasticamente .
Invece, si sente si sente parlare il linguaggio parlamentare bipartisan di aincentivi alle imprese che non fanno registrare infortuni . Come se non ne nascondessero già abbastanza .

I familiari dei morti sul lavoro SANNO che la sicurezza e la salubrità dei loghi di lavoro non sono un limite ,ma una scelta di civiltà

E SANNO che , sul lavoro , non c'è diritto più importante del diritto di riportare a casa la pelle a fine turno   

..................

E' fondamentale sapere da che parte si sta.

Noi continueremo a stare dalla parte dei meno tutelati 

E ritenere che tutto il resto sia retorica e ipocrisia .

Un'offesa ai morti ed alle loro famiglie .

                                                               Valeria Parrini Toffolutti 

                             Presidente dall'associazione nazionale Ruggero Toffolutti contro la morti sul lavoro     

I familiari dei morti sul lavoro SANNO ,però,che quella cultura non basterà a proteggere la vita dei lavoratori da un mercato senza codici e senza protezioni ,dove la precarità e la ricattabilità sono, quelle sì,diventate regola .

Il  precario,specialmente se immigrato ,è un candidato naturale a mporire sul lavoro. Non può lamentarsi perchè non ha tutele , non viene formato,tanto è di passaggio .

I familiari dei morti sul lavoro SANNO che non avranno mai giustizia e che è proprio questo senso di impunità il peggiore nemico della prevenzione .Perchè il prezzo della vita vale meno della produzione . La morte di un lavoratore è un rischio d'impresa .

Se ,al contrario ,la morte di un lavoratore costasse alle aziende ,in termini economici  e di condanna dei colpevoli ,più degli investimenti in sicurezza ,in formazione e in prevenzione , gli infortuni e le malattie professionali si ridurrebbero drasticamente .
Invece, si sente si sente parlare il linguaggio parlamentare bipartisan di aincentivi alle imprese che non fanno registrare infortuni . Come se non ne nascondessero già abbastanza .

I familiari dei morti sul lavoro SANNO che la sicurezza e la salubrità dei loghi di lavoro non sono un limite ,ma una scelta di civiltà

E SANNO che , sul lavoro , non c'è diritto più importante del diritto di riportare a casa la pelle a fine turno   

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E' fondamentale sapere da che parte si sta.

Noi continueremo a stare dalla parte dei meno tutelati 

E ritenere che tutto il resto sia retorica e ipocrisia .

Un'offesa ai morti ed alle loro famiglie .

                                                               Valeria Parrini Toffolutti 

                             Presidente dall'associazione nazionale Ruggero Toffolutti contro la morti sul lavoro     


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