Riceviamo dal signor Mario Badino e volentieri pubblichiamo.
Gentile Presidente Giorgio Napolitano,
come certo saprà, domenica 18 novembre in Valle d’Aosta si svolgerà un referendum propositivo. Obiettivo della consultazione popolare è decidere se mettere al bando o meno i sistemi di trattamento a caldo nello smaltimento dei rifiuti prodotti in Valle. Il quesito è stato ritenuto ammissibile dall’apposita commissione regionale e tale giudizio è stato confermato dalla magistratura, che ha respinto i ricorsi presentati contro il referendum. A fronte di ciò, i partiti della locale maggioranza di governo (Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération Autonomiste e Pdl), che indicano nella costruzione di un pirogassificatore la soluzione più idonea per il trattamento dei rifiuti, invitano pubblicamente all’astensione, con tanto di manifesti “elettorali” che recitano: «Non andare a votare in democrazia è un diritto». Il Presidente dell’Union Valdôtaine, Ego Perron, per legittimare «la possibilità del non voto», ha perfino citato l’articolo 75 della Costituzione. Come cittadini, invochiamo il Suo intervento chiarificatore di Garante della Costituzione. È davvero conforme allo spirito costituzionale astenersi dal voto? O la possibilità del “non voto”, prevista dall’articolo 75, si limita a registrare un’evenienza di segno negativo? È poi legittimo invitare la popolazione a non recarsi alle urne, al fine d’impedire il raggiungimento del quorum? In caso affermativo, è accettabile che tale invito sia formulato da forze politiche che esprimono la locale maggioranza di governo e sono perciò identificate da alcuni cittadini con le stesse Istituzioni? Ci sembra, infine che l’invito all’astensione sia in contrasto con il carattere di segretezza del voto garantito dall’articolo 48 della Costituzione, specialmente in un contesto di piccoli seggi e piccoli paesi: è chiaro infatti che, quando a chi voterebbe «No» è chiesto di rimanere a casa, i cittadini che si recano alle urne sono etichettati come sostenitori del «Sì». Nel ringraziarLa per la Sua attenzione, confidiamo, signor Presidente, nel suo interessamento per la vicenda, che certo restituirebbe al confronto democratico tra proposte diverse la centralità necessaria in vista di una soluzione condivisa dei problemi della comunità.