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Presidente, usciente e rientrante

Creato il 21 aprile 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

0Dopo una maratona di Speciale TgLa7  che ha seguito l’elezione in diretta tv dal 18 aprile 2013, la conclusione sta tutta in un nome: Giorgio Napolitano. La politica non ha deciso ed è calato il sipario sulla possibilità di scegliere un nuovo presidente della Repubblica. Il nuovo non avanza, si pasticcia, si mescolano le carte e si resta fermi, mentre i cittadini italiani rumoreggiano e scendono in piazza per manifestare il disappunto istigati da Beppe Grillo che ha promesso la sua calata su Roma. La rielezione di Giorgio Napolitano è la sorpresa del giorno.  Un passaggio storico, mai successo nel nostro paese che, un capo dello stato venisse riconfermato.

Inizia la seconda parte della sua attività. Ha avuto il voto di PD, PdL, Scelta Civica e Lega, con la frattura netta di Vendola con il PD.

Fabrizio Cicchitto – PdL: ” succede che l’elelzione di Napolitano evita una crisi istituzionale, perché il PD ha bruciato le sue guide, ha fallito e quindi Napolitano surroga, gli siamo grati per avre fatto un favore alla Repubblica e ora dobbiamo trovare un nuovo governo”.

“Non ho nulla da dichiarare, basta, nulla da dichiarare, non sono deluso”, così parlò Romano Prodi.

Angelo Toffalo, M5S: “migliaia di cittadini stanno manifestando il loro sdegno, l’ennesima figuraccia italiana. È ridicolo. Ma c’è un’Italia che sta arrivando dal basso, oggi hanno ucciso la democrazia. Lacrim

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e, rabbia e silenzio, abbiamo assistito a qualcosa di incommentabile”.

Pierferdinando Casini – UdC:” la nostra bandiera oggi, è il tricolore, non quelle altre dei partiti. È un grande atto d’onore di questo uomo verso il proprio paese, abbiamo dato il “la” alla fine dei giochi, ora bisogna fare presto”.

Mario Monti – Scelta Civica :” dobbiamo ringraziarlo, raddoppiando l’impegno con un comportamneto serio, dobbiamo metterci a lavorare seriamente”.

Beppe Grillo, furioso, grida al golpe, inneggiando “Rodotà, Rodotà e il M5S non ci sta. È necessaria una mobilitazione popolare davanti a Montecitorio. Dobbiamo essere milioni”.

Matteo Renzi- PD :” Napolitano è il presidente di tutti, parlare di golpe è ridicolo”.

È il primo bis della storia della nostra bell’ Italia.  I partiti si sono alla fine arresi allo stallo politico istituzionale e inchinati a “Re Giorgio”, incoronandolo per la seconda volta capo dello Stato tra gli applausi, mentre i “grillini” fuori dalla Camera hanno provato a scatenare la piazza. La svolta con la convergenza sul nome di Napolitano è stata innescata dalla crisi del PD, nata dopo la bocciatura delle candidature di Marini e Prodi. Il nome di Napolitano arriva la sera prima proveniente dal PdL e lo fa Sandro Bondi, fedelissimo del Cavaliere, poco dopo l’esito nefasto della bruciatura di Prodi. Senza via d’uscita. Non resta altro da fare, chiedere a Napolitano di restare in carica almeno fino a quando non saremo usciti dal gorgo pericoloso. E nonostante nei giorni scorsi Napolitano avesse detto no, ora,  anche Bersani  gli chiede la disponibiltà.  È la svolta per il nuovo mandato e stavolta, l’uomo del colle, dice, si.  738 voti di gradimento.

Napolitano si assume una nuova responsabilità e si auspica fortemente che ” tutti sappiano onorare i doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni repubblicane”.

Grillo insorge con parole i

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ncendiarie. Poi, poco dopo frena e rinvia l’arrivo a Roma a domenica, quando, più semplicemente, “incontrerà stampa e simpatizzanti”, mentre Bersani tramortito dai giorni peggiori e forse fatali della storia del suo PD ha cercato il riscatto nella riconferma di  Napolitano. Ha implorato il bis in una situazione estrema, per uscire dallo stallo che coincide con lo schianto del PD in un crescendo di faide, sospetti e veleni culminato con l’addio. Fine ingloriosa! Bersani las
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cia e accusa il tradimento, cede il testimone al vice, Enrico Letta, ma, oggi è il giorno di Napolitano e Bersani stravolto piange.

Berlusconi, ride. Ha stravinto ancora e chiude il macth con un governo di larga maggioranza all’orizzonte. Grillo diventa l’elemento chiave per scardinare il vecchio sistema ma, dopo l’implosione come ricostruire la sinistra?


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