Manifesto elettorale per le politiche 2007
Si apre ufficialmente oggi in Russia la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, fissate ieri al prossimo 4 marzo dal Consiglio della Federazione (la Camera alta del Parlamento). In realtà, la sfida per la successione a Medvedev è iniziata precisamente da quando in settembre Vladimir Putin ha annunciato la sua candidatura, che verrà ratificata durante il Congresso di Russia Unita in programma domenica a Mosca. A sfidare l’ex premier saranno i soliti noti della politica russa, ovvero il comunista Gennadij Zjuganov e l’ultranazionalista Vladimir Zhirinovskij, mentre i socialdemocratici di Russia Giusta presenteranno il loro candidato (favoritissimo l’ex speaker del Consiglio della Federazione, Sergej Mironov) in occasione del loro Congresso del prossimo 10 dicembre.
A questi quattro nomi potrebbero aggiungersene altri due: il candidato dei liberali di Jabloko (probabile il leader Grigorij Javlinskij), qualora il partito domenica riesca a superare lo sbarramento del 7 per cento e ad entrare alla Duma, e quello dei moderati del PARNAS, sempre che i suoi leaders riescano ad accordarsi su un nome in grado di calamitare i voti degli scontenti. Sembra tramontata invece l’ipotesi di una candidatura dell’imprenditore Sergej Prokhorov, prima candidato e poi silurato dal parito Giusta Causa, oggi più che mai logorato da una vera e propria faida interna.
Intanto Russia Unita si avvicina alle elezioni politiche del 4 dicembre consapevole di poter conservare la maggioranza alla Duma, ma anche di rischiare un drastico calo rispetto al 2007: secondo i sondaggisti dell’autorevole Istituto Levada, il partito di Putin e Medvedev potrebbe perdere quasi 65 seggi, passando dal 70 al 56 per cento. Difficile dare una valutazione univoca di questo flop: è una bocciatura per Putin o la conferma che Russia Unita non è in grado di andare avanti senza di lui, visto che stavolta ha seguito la campagna per le politiche da una posizione più defilata rispetto a quattro anni fa?