Il modello è la riforma Blair. In Gran Bretagna, dove le tasse universitarie sono state liberalizzate (per un tetto di 9 mila euro all’ anno), il supporto massimo a ogni studente meritevole è di 11.500 sterline, spiega il documento del ministero del Tesoro che illustra l’ iniziativa. Il tasso base è pari all’ inflazione e il rimborso è un prelievo fiscale del 9% sul reddito che eccede le 21 mila sterline. «Ogni porzione di debito non rimborsata entro 30 anni» viene cancellata: «Write off».
In Italia, il meccanismo è il seguente. Gli imprenditori mettono soldi nella Fondazione, che usa questo patrimonio a garanzia dei prestiti. A fornire la provvista finanziaria, il flusso di denaro, è invece la Cassa depositi e prestiti, guidata da Giovanni Gorno Tempini e presieduta da Franco Bassanini. Il rischio di fallimento, quindi, non è in capo allo Stato né alle banche, ma alla Fondazione per il merito. Che è pubblico-privata e può accogliere le fondazioni bancarie.
L’operazione è nata qualche mese fa e ora si sta concretizzando: la stanno studiando Andrea Montanino, dirigente generale al Tesoro e vicepresidente della Banca del Mezzogiorno (controllata dalle Poste), e Giovanni Biondi, capo dipartimento al ministero dell’ Istruzione. La Fondazione per il merito è infatti prevista dal Decreto sviluppo, varato in maggio, e l’ iniziativa è stata presentata il 26 luglio, a porte chiuse, agli imprenditori: nomi come Merloni, Rocca e Moretti Polegato, oltre a Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, e diversi rettori.
Ma perché gli industriali dovrebbero versare denaro a questa Fondazione? Per tre motivi, ritengono i promotori: la deducibilità fiscale (non ci pagano le tasse); il marketing (il loro nome circola); e la riduzione dei costi di reclutamento (avranno accesso preferenziale agli studenti migliori). Di certo c’è che il prestito d’onore «misto» è un altro passo verso l’economia privata per la Cdp, impegnata in questi giorni anche sulla banda larga dopo l’investimento del suo fondo F2i in Metroweb. Presidente designato, Bassanini.