“Siamo qui come ospiti del governo sudafricano. Sono certo che il governo del Sud Africa sia in grado di gestire un tribunale o chiunque stia cercando d’impedire al Presidente Bashir di lasciare il Paese. Posso assicurare che il Presidente se ne andrà nei tempi che erano stati previsti”: lo ha detto oggi il Ministro degli Esteri sudanese Ibrahim al Ghandour all’indomani del fermo del presidente sudanese a Pretoria dove si trovava per partecipare al 25° vertice dell’Unione Africana (UA).
Dopo essere stato accolto calorosamente dalle autorità sudafricane, Omar Hassan al Bashir(foto in alto), classe 1944, al potere in Sudan da oltre un quarto di secolo si è visto recapitare un invito a non lasciare il paese: la magistratura sudafricana si dovrà infatti pronunciare sulla possibilità di consegnarlo alla giustizia internazionale sulla base del mandato di cattura spiccato due anni fa nei suoi confronti per genocidio e crimini contro l’umanità.
La vicenda, dai complicati risvolti giudiziari, si gioca anche sul piano politico. L’Unione Africana non ha mai appoggiato le richieste della Corte Penale Internazionale (Cpi). Tuttavia il Sudafrica è membro dello Statuto di Roma che gettò le basi per la creazione del tribunale, che ha sede all’Aia.
Oggi l’alta corte di Pretoria emetterà il suo verdetto sull’opportunità o meno di consentire a Omar al Bashir – ricercato da un organismo riconosciuto dal Sudafrica – di rientrare in Sudan.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)