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Prevenzione e primo soccorso, come evitare le “morti improvvise da sport”

Creato il 12 ottobre 2013 da Sportduepuntozero

Memorial Primo NebioloPiermario Morosini, Vigor Bovolenta, Alexander Dale Oen; nel 2012 il mondo dello sport ha pianto la scomparsa di questi tre atleti, accomunati da un destino crudele, la morte improvvisa durante la pratica della loro disciplina sportiva. Un fenomeno di origine quasi sempre cardiaca, che coinvolge professionisti e dilettanti (per l’80%) e che la metà delle volte colpisce ragazzi minorenni. Si tratta di tragiche fatalità, è chiaro; ma per ridurre il rischio si può fare molto. È questo il messaggio lanciato ieri dal convegno organizzato dall’Istituto di Medicina dello Sport di Torino e dall’Associazione Medico Sportiva di Torino; un’iniziativa nata con il patrocinio di Regione Piemonte, Provincia e Città di Torino, Scuola dello Sport Coni Piemonte e Torino2015.

Durante l’incontro sono stati indicati i dati sulla mortalità media annuale italiana (dal 2006 a oggi 590 vittime nel corso della pratica sportiva, 43 decessi nel 2012) e le strategie possibili: la prevenzione e l’intervento tempestivo. La prima si attua tramite una visita medica approfondita, in grado di evidenziare problemi fisici e malattie pregresse e orientare di conseguenza verso discipline sportive adeguate al soggetto. In Piemonte, la legge regionale che regola e tutela l’attività sportiva prevede l’obbligo di una certificazione medica per la pratica dello sport a livello agonistico, tramite visita medica comprensiva di elettrocardiogramma; dal 2003 il check-up è gratuito per i minori di 18 anni.

La seconda presuppone corsi di pronto soccorso e di rianimazione rivolti ad allenatori, dirigenti e tecnici delle società sportive, che possano intervenire in caso di malori o attacchi cardiaci. Un buon mezzo di informazione, e quindi prevenzione, potrebbe essere un registro nazionale riportante indicazioni sulle cause delle morti improvvise da sport. “L’Istituto di Medicina dello Sport di Torino svolge da più di tre decenni un’azione preventiva” ha spiegato il Direttore, Dott. Piero Astegiano, “con la concessione delle visite d’idoneità sportiva agonistica per amatori e professionisti. Sono dei piccoli chek-up, ma nel tempo hanno ridotto significativamente le incidenze di eventi patologici gravi, gravissimi o addirittura mortali, principalmente di natura cardiologia”.

“Questi eventi ci colpiscono ancor di più perché riguardano soggetti giovani e vigorosi” ha afferamto il Dott. Gian Pasquale Ganzit, Presidente dell’Associazione Medico Sportiva di Torino, “si deve fare di tutto per ridurli al minimo, aumentando  la qualità delle visite preventive e sviluppando l’attività di primo soccorso seguendo le linee guida; la capacità di intervenire è di primaria importanza per tutti coloro che lavorano a contatto con gli atleti”. Una competenza che, anche sulla scia dell’impatto emotivo provocato dalle recenti tragiche “morti per sport”, si spera possa diffondersi rapidamente.

Luca Bianco


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