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Previsioni da Oscar: gli stranieri

Creato il 25 febbraio 2014 da Drkino

by · 25 febbraio 2014

A 15 anni di distanza dal trionfo di Roberto Benigni con La vita è bella, l’Italia ci riprova. Favorito nella serata del 2 marzo al Dolby Theatre di Los Angeles, La Grande bellezza di Paolo Sorrentino può guardare con “sospetto” e un po’ di preoccupazione al solo The Missing Picture, docu-film rivelazione del cambogiano Rithy Panh…

Il 12 gennaio scorso La Grande Bellezza ha conquistato il Golden Globe per il miglior film straniero. La vittoriosa cavalcata del film di Paolo Sorrentino, iniziata il 21 maggio con la standing ovation al Festival di Cannes e proseguita con gli 8 milioni di € di incassi al botteghino, è diventata inarrestabile scalata verso i riconoscimenti più ambiti. Agli European Film awards di Berlino si aggiudica i premi per miglior film, regia, montaggio e attore protagonista, giungendo a ottenere entusiastici pareri positivi da illustri addetti ai lavori, tra cui Joel Coen e Martin Scorsese. Un successo sfolgorante che racconta il grottesco carnevale di un’Italia intellettuale e cinica, vivisezionata da uno stile surreale e visionario in cui giganteggia Tony Servillo, l’ormai iconico Jep Gambardella. In barba alle scaramanzie nazionali, a 15 anni dalla vittoria de La vita è bella, il regista Sorrentino e la Indigo Film, pronti a festeggiare il ventesimo anno di collaborazione artistica, si preparano alla notte magica temendo, nella corsa verso l’Oscar per il miglior film straniero, solo un altro grande favorito, The Missing Picture, struggente documentario sulla vera vita di Rithy Panh, il regista cambogiano sfuggito al regime dei Khmer Rossi dopo 15 anni di dolorosa prigionia. Il crudo e intenso dramma indaga le nefandezze del regime sanguinario instaurato a Phnon Penh il 17 aprile 1975 e porta per la prima volta la Cambogia alla Kermesse. La Danimarca concorre con Il Sospetto, di Thomas Vinterberg, discesa agli inferi di un uomo accusato di pedofilia verso cui si riversa l’odio di un’intera comunità, orchestrato dal regista danese famoso per aver dato risalto al Dogma 95 con Festen. Nel ricreare la dinamica sociale del capro espiatorio, utilizza uno stile terso e limpido, dialoghi accurati e lucida messa in scena che cattura la figura dolente di Lucas (Mads Mikkelsen, premiato come miglior attore a Cannes), stretto nella morsa d’acciaio dell’oscurantismo borghese. Trainato dall’attrice rivelazione Veerle Baetens, il belga Alabama Monroe di Felix Van Groeningen strappa applausi grazie alle formidabili performance di un romantic drama tratto dalla pièce teatrale di Johan Heldenbergh. L’ultimo candidato all’Oscar per il Miglior film straniero è Omar, il lungometraggio palestinese diretto da Hany Abu-Assad che svela le contraddizioni del sistema giudiziario israeliano attraverso un giovane fautore del movimento di liberazione palestinese, arrestato per l’omicidio di un sodato e costretto a scegliere fra ergastolo o collaborazione con la giustizia per scovare riottosi fuggitivi.

Parere: Nonostante il clamore e il quasi unanime consenso suscitato da La Grande Bellezza, ho preferito la tragedia intimista di Vinterberg e il disturbante The Missing Picture ma, constatato il fatto che negli ultimi tre anni il vincitore del Golden Globe ha sempre bissato con l’Oscar, hanno davvero poche speranze.

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