Magazine Economia

Prezzo dell’oro, continua il trend rialzista

Da Mrinvest

Prezzo dell’oro, continua il trend rialzista
INVESTIRE IN ORO

Dopo la conferenza stampa con la quale la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi di interesse di riferimento, rivedendo la propria view in modo più prudenziale, il prezzo dell’oro ha subito un rialzo abbastanza atteso, che potrebbe altresì prolungarsi – pur con gradualità, e non senza parentesi discendenti – anche nel corso del prossimo futuro.

In tale scenario, dunque, non sorprende vedere come la quotazione dell’oro stia attraversando un trend rialzista da inizio anno, basando il proprio rinnovato appeal sulla caratteristica fondamentale che per lungo tempo ne ha decretato la fortuna: quando l’incertezza contraddistingue i mercati finanziari, e gli investitori necessitano di un bene rifugio dove allocare in modo “sicuro” i risparmi in attesa di tempi migliori, l’oro è una delle sponde preferenziali. Ma quanto durerà questo trend rialzista?

Al momento, la quotazione dell’oro è in crescita di quasi il 20% dai valori di inizio anno. Come già accennato, le determinanti che hanno influenzato tale prima parte dell’anno, positiva per il metallo prezioso, sono da ricercarsi nella forte incertezza e nell’elevata volatilità che ha caratterizzato i mercati azionari e valutari di tutto il mondo. Come ben noto a chi investe da più tempo nelle commodities e, in particolare, nell’oro, il rimedio “naturale” ad un scenario economico volatile è rappresentato dai beni rifugio, tra i quali l’oro sta rappresentando nuovamente una priorità.

Una mano d’aiuto alle quotazioni dell’oro è inoltre stata data dalle mosse della Banca centrale europea e dalla Banca del Giappone, che hanno scelto di applicare e confermare i tassi sui depositi negativi. Una mossa con la quale gli istituti banchieri monetari desiderano stimolare le banche a immettere denaro, nella forma di prestiti a famiglie e a imprese, verso l’economia reale, cercando pertanto di scoraggiare l’atteggiamento di immobilismo, tipico delle banche che lasciano i propri fondi nei depositi centrali, a fronte di un rendimento minimo ma certo (ad ogni modo, anche tale scelta non è priva di ripercussioni prevedibili, visto che molte banche hanno scelto una perdita sicura ma limitata, piuttosto che una perdita probabile e molto più grave).

Di contro, la Fed ha rivisto sì al ribasso le proprie intenzioni, pur confermando la volontà di proseguire nel sentiero di rialzo dei tassi, con due ritocchi da qui a fine anno. Uno scenario dunque in divenire, che alimenta l’incertezza degli investitori, a beneficio del metallo prezioso e delle sue quotazioni di breve e di medio termine.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog