Magazine Società

Priebke e la paura di un santuario nazista nel Bel Paese

Creato il 17 ottobre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante
Posted by   17 ottobre 2013  

Un po’ di storia non guasta mai, soprattutto se si impone oggi come fortemente attuale. 

I disordini dopo il funerale di Priebke, ad Albano Laziale (giornalettismo.com)

I disordini dopo il funerale di Priebke, ad Albano Laziale (giornalettismo.com)

24 Marzo 1944. Sotto direttiva dell’ufficiale delle SS Herber Kappler, capo della Gestapo di Roma, il maggiore Karl Hass e il capitano Erich Priebke, organizzano e gestiscono quello che passò tristemente alla storia come l’eccidio delle Fosse Ardeatine nel quale vennero trucidati 335 italiani a scopo di rappresaglia per vendicare l’uccisione di matrice partigiana di 33 soldati tedeschi.

11 Ottobre 2013. Erich Priebke muore alla veneranda età di 100 anni, senza aver mai rinnegato il suo passato. La sua morte, come era prevedibile, ha aperto la spinosa questione del “e adesso dove si seppellisce un criminale di guerra?”. Dichiarazioni pungenti a parte (il figlio di Priebke se ne lava le mani con queste parole: “Dove dovrebbe essere seppellito mio padre? Per me anche in Israele, così sono contenti…”) l’Italia si riscopre anti-fascista e ogni luogo che Priebke potesse definire familiare ha chiuso i cancelli del suo cimitero alla salma. Da Henningsdorf, sua città natale, ad Albano Laziale dove manifestazioni e scontri imperversano da giorni.

Dopo il no di luterani e cattolici, non è chiaro se le esequie sono state realizzate in forma privata dai lefevbriani, una setta in odore d’antisemitismo e negazionismo. Nelle ultime ore pare che l’ipotesi più accreditata sia quella che la salma sia stata trasferita all’aeroporto di Pratica di mare, a una trentina di chilometri da Roma in attesa di una qualche soluzione a quello che sta diventando un orrido teatrino mediatico, anche se il suo legale, Paolo Giachini, ha denunciato che “la salma è stata rapita.” Fonti militari, però, dicono il contrario, “il feretro” è sempre qui.

Alla fine seppellirlo in Italia o in Germania o in Argentina poco conta e d’altronde non è certo il primo criminale nazista ad essere stato tumulato nel nostro Paese. La salma dello stesso Karl Hass giace nel cimitero comunale di Castel Gandolfo, così come giace a a Santa Maria Capua Vetere Michael «Misha» Seifert, membro delle SS e detto il boia di Bolzano, per aver torturato e ucciso almeno diciotto civili.

Quel che conta e che dovrebbe realmente preoccupare è vedere ogni giorno dell’anno fiori freschi sulle loro tombe, divenuti santuari per vecchi nostalgici e luoghi di culto per giovani teste rasate.

Se un ragazzo diserta la giornata della memoria per rendere omaggio ad un gerarca nazista c’è un serio problema di fondo. E’ una questione sociale e culturale che non si risolve con un divieto di sepoltura, per quanto giusto e sacrosanto.

Anzi che lo seppellissero pure in Italia e che quella tomba divenga luogo per lezioni di storia.

Per non dimenticare.

Daniele Foderà

  • Priebke e la paura di un santuario nazista nel Bel Paese
Priebke e la paura di un santuario nazista nel Bel Paese
Avatar of Agostino Nicolò
Agostino NicolòView My Other Posts

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :