E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse.
Milan Kundera
Ci sono persone che preparano il bagaglio all’ultimo minuto, infilandoci dentro le prime cose che incrociano il loro sguardo. Solitamente non stilano liste e non creano itinerari dettagliati, ma si lasciano sorprendere stabilendo la rotta giorno dopo giorno.
Ci sono persone che amano viaggiare tanto quanto me ma che sono più pragmatiche: prima di partire per un viaggio non avvertono quel “brivido”, ma poi quando arrivano sul posto a volte si commuovono pure.
E poi ci sono io.
Io che faccio ogni cosa prima del previsto e penso ai viaggi del duemilaventi come se dovessi intraprenderli domani. Io che pianifico tutto anche se poi cambio idea, io che tuttavia mi aggrappo alla Lonely Planet perchè così la partenza si avvicina un po’ di più. Tante volte vengo presa in giro per questo ma non importa, per me il viaggio è qualcosa che va oltre, è la cosa più importante, il viaggio è la mia vita.
Sono qui di fronte ad un computer con l’intento di far capire cosa voglia dire per me essere nuovamente sul punto di buttarsi in un turbine di emozioni che si estendono dai momenti che precedono la partenza fino all’eternità, prendendo poi le sembianze di ricordi mai sfocati.
Ma non ci riesco.
E’ come se chiedessi ad un sub cosa prova quando è in acqua: magari riuscirebbe ad abbozzare qualche parola, ma le sue sensazioni resterebbero lontane da ogni spiegazione.
Qualcuno potrebbe pensare che il mio viaggiare tanto renda il viaggio stesso meno emozionante: non è così, affatto! Chi nutre il mio stesso amore per il mondo sa bene che non è paragonabile ad una semplice abitudine, ogni aereo è solo una piccola dose di una dipendenza che ci spinge a volerne sempre di più. Non è importante il quanto, ma il come.
Io vivo ogni esperienza a trecentosessanta gradi perchè non smetterò mai di stupirmi e soprattutto non mi abituerò mai al batticuore inarrestabile dettato dalle bellezze di un luogo sconosciuto.
Avete presente la frase “Ogni passo che ho fatto da quando cammino è un passo verso di te”? Ecco, nel mio caso si trasformerebbe in “Ogni passo che ho fatto da quando cammino è un passo verso il prossimo viaggio”.
Quando leggerete questo post sarò a New York e un po’ mi tremano le mani. Probabilmente avrò un sorriso perenne e stringerò forte i miei amici e compagni di questa avventura, probabilmente raccoglierò la solita lacrimuccia che mi scende quando osservo Times Square di notte, probabilmente troverò un altro tassello di quel puzzle meraviglioso che prende il nome di felicità.
Io da tempo ho deciso di dare priorità a ciò che amo, senza farmi schiacciare da quel nichilismo che sta invadendo la vita di tanti individui. Ho deciso di tapparmi le orecchie e se qualcuno dovesse dirmi che viaggiare è superficiale, gli risponderei: “Hei tu, per te sarà pure così, ma non siamo tutti uguali. Inoltre io sto rincorrendo ciò che amo, tu oltre a lamentarti cosa fai?”.
Fate ciò che amate e fatelo con tutto il cuore.
Le parole degli altri, appunto, sono solo chiacchiere.
Capito? chiacchiere.
E voi come vi comportate quando siete in procinto di partire per un viaggio?
Appartenete al gruppo dei super-organizzati come me o a quelli dell’ultimo minuto?
Dedico questo post alla mia amica Martina, che non apprezzerà