A cura di Carlo Nesti
FEDE E SPORT – APRILE 2014 – GRASSI – RISCATTO DOPO IL RAZZISMO
Prima il misfatto. Poi il riscatto.
Durante la partita di calcio del campionato Primavera Atalanta-Verona, il diciannovenne bergamasco Aldo Grassi intimò a un avversario a terra: “Alzati, vu’ cumprà!”.
A causa di quella frase, il Giudice Sportivo lo squalificò per 10 giornate, a causa di “espressioni razziste”. Successivamente, la Corte di Giustizia Federale dimezzò la squalifica, grazie “alla volontà di sottoporsi a un percorso rieducativo”.
E così è cominciato un capitolo nuovo, nella vita di Aldo, preso in consegna da Don Fausto Resmini, responsabile del Patronato San Vincenzo di Sorisole. Quattro ore di servizio, in mattinata, a contatto con i senzatetto della Comunità Don Milani, e della stazione Autolinee di Bergamo.
“Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se agirete bene e obbedirete, mangerete i frutti della terra” (Is 1,18).
Non c’è peccato, dinanzi al pentimento, che Dio non possa perdonare, ed anche lo sport, per fortuna, è sensibile a questo indirizzo morale.
Grassi: “Devo solo ringraziare Don Fausto. Ho visto cose, che non avrei mai immaginato. Persone senza una famiglia, lontane da tutto. Mi auguro che pure i miei compagni, in futuro, possano venire qui a visitare il centro”.
Detto e fatto! Ora esiste un rapporto di collaborazione fra l’Atalanta e Don Resmini, tanto che, ultimamente, l’intera squadra Primavera è stata portata in un carcere, per assistere a uno spettacolo organizzato dai detenuti.
Persino giocare a calcio, e sbagliare sul campo non un gol, ma una parola, può essere una occasione fondamentale per crescere.
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