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Prima l’autorizzazione, poi il documento. Via libera alla Corazzi

Creato il 01 novembre 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

La ditta è attiva da anni, tuttavia ci sono motivi sufficienti per cui l’Ufficio Ambiente della Provincia chieda un documento integrativo sulle emissioni entro 180 giorni. Nel frattempo però la ditta viene autorizzata. Atti di questo genere suscitano una certa curiosità. Come mai quel documento non è stato eventualmente richiesto sei mesi fa in vista di una possibile auatorizzazione. Trattandosi di emissioni che si sommano a un numero straordinario di impianti insalubri nella Val Padana sarebbe preziosa, in un atto pubblico, qualche spiegazione in più, per aiutare il lettore a capire.
Gli impianti insalubri vengono considerati uno per uno, autorizzati singolarmente: ovvio, ma una valutazione d’impatto ambientale su un vasto territorio sarebbe stata utile anni fa.
Non è comunque obbligatorio conservare gelosamente gli errori politici del passato. Il danno subito (non a causa di una fabbrica sola) non è un tesoro da difendere, una malattia cronica con cui convivere.
Il mondo se vuole può fare a meno delle miniere di carbone, ad esempio. L’autorizzazione provinciale, a causa di una malaugurata legislazione e per scelte proprie, che motiva in atti come questo, autorizza senza sosta, a volte diffida, ma in ufficio. Queste decisioni hanno un impatto sociale, non solo ambientale. La società civile cremonese, però, sembra strozzata dalla politica. O meglio assediata, vinta e colonizzata dalla politica.

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