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Prima l’Italia – Arte, cultura, turismo: nuovo Rinascimento italiano?

Creato il 01 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Prima l'Italia

© Alessandro Antonioli

Dopo la giornata piena di incontri e di suggestioni di sabato, il convegno ‘Prima l’Italia‘ riprende interrogandosi su “Arte, cultura e turismo: un possibile Rinascimento italiano?”.

Ospiti della conferenza sono stati Evelina Cristillin, direttrice del Museo Egizio di Torino, Michele Coppola, Assessore regionale alla Cultura e alle Politiche Giovanili, Moroello Diaz della Vittora Pallavicini, presidente dell’Associazione Dimore Storiche, Massimo Rosi, amministratore delegato Bluvacanze, e Joseph Jarque, amministratore delegato dell’Expo.

Inizia il dibattito Salvatore Carrubba, moderatore e presidente dell’Accademia di Brera. Carrubba parte con due provocazioni. Le risorse culturali sono anche risorse economiche? Il crescente taglio dei bilanci pubblici impone una collaborazione tra pubblico e privato: questa nuova gestione è possibile?

Interviene allora Evelina Cristillin, che racconta la sua esperienza. Il Museo Egizio non è più un museo statale, ma una fondazione privata, si tratta di una delle prime collaborazioni fra pubblico e privato. La direttrice afferma con forza che se non si applica la cultura di impresa agli enti culturali non si va da nessuna parte e avverte la necessità di mediare fra competenze in campo scientifico e competenze in campo economico.

Subito dopo è il turno di Pallavicini, che sposta la discussione su un altro binario: la valorizzazione dei beni culturali deve essere il volano per lo sviluppo economico del paese. All’estero il patrimonio culturale diventa patrimonio economico; com’è possibile, si chiede Pallavicini, che in Italia non sia così? Il presidente dell’Associazione Dimore Storiche si risponde da solo: ignoranza, incuria e scarsa attenzione verso i beni culturali penalizzano il nostro Paese, che difetta in efficienza e coordinazione. In Francia spendono il 3% del Pil per i beni culturali, in Italia lo 0,1%: il ritorno francese è di 160 milioni di euro, quello italiano 21 milioni. E il patrimonio culturale italiano è infinitamente superiore a quello francese, commenta amaro Pallavicini. La ricetta che Pallavicini propone è semplice: l’Italia è capace di attrarre il 35% di turisti di tutto il mondo. Bisogna sfruttare questa capacità, perché i beni culturali costituiscono un fattore di crescita e di sviluppo anche dal punto di vista economico.

Prende poi parola l’Assessore Coppola, che ringrazia per l’occasione di confronto e sostiene che c’è un gran bisogno di persone che si preoccupino del settore pubblico, è un dovere civile. Coppola spiega come Torino ha reagito alla delocalizzazione delle imprese nel 2006, con la candidatura come città ospite delle Olimpiadi e con lo stanziamento di fondi europei per la reggia di Venaria, che oggi rimane luogo vivo, ospitando start-up delle giovani imprese, concerti ed eventi teatrali. Secondo l’Assessore, bisogna accendere il riflettore sul brand italiano (che definisce un “fenomeno pop”): Coppola fa l’esempio del tax-credit per l’industria cinematografica, in riferimento al TFF 31 che ha permesso l’incasso e l’utilizzo non del denaro pubblico ma del denaro del pubblico. Coppola conclude affermando che la cultura è un’occasione di occupazionalità. Il Rinascimento è possibile, chiosa l’Assessore, dobbiamo considerare la cultura come il petrolio: bisogna scavare e con fatica.


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