Cari tossici,extracomunitari,disagiati,emarginati, o, per chiamarvi con un nome più di sinistra, ultimi: è a voi che si rivolge questa mia lettera. E’ per voi che combatterò fino alla fine dei miei giorni. Lotterò affinché la droga diventi gratuita, ne potrete avere a volontà e saremo tutti felici: sparirete dalla circolazione con le vene piene di tanta bella droga. Porterò il benessere nei vostri paesi di origine, siano essi l’Africa,l’Asia o l’Ammeto. Poi ci porterò anche la malavita, sarà bellissimo leggere i giornali dei leghisti d’africa: “i bianchi rubano in villa”. L’Italia diventerà un paese povero (siamo già sulla buona strada), così le donne italiane verrano da voi a prostituirsi. O ancora peggio, cercheranno di farsi sposare da voi, ma non sono certo delle docili biondine ucraine: sono tiranne culone e vi sottometteranno a colpi di mattarello.
Ho cercato fino alla fine di capirvi, cari ultimi. Sono cresciuto ascoltando De Andrè. Ma lui abitava a Genova, e la bicicletta gli era inutile. A me no, vivo a Pisa e la bicicletta mi serve. Ma qualche ultimo me l’ha rubata, non è neanche la prima che fa questa fine. Perciò non avrò pace finché non soffrirete, con gli interessi, quello che sto soffrendo io.
Con rancore,
Peola