La segreteria del Pd sente puzza di “rottamazione” per le prossime primarie del centrosinistra e allora corre ai ripari per salvare la “nomenclatura pidiellina”, pensando di inserire il “ballottaggio” tra i due candidati più votati e un certificato di "sostenitore del centrosinistra"! Una norma che qualcuno ha definito "salva Bersani". Potrebbe servire, infatti, a far convergere su di lui i suffragi ottenuti da Nichi Vendola e dagli altri candidati minori. Insomma quella del Partito Democratico è una chiara manovra per indebolire Matteo Renzi, il sindaco rottamatore che tenta la scalata al partito e che fa tremare il segretario Pierluigi Bersani, che ha una paura terribile di perdere la leadership. Ma Matteo Renzi, il “rottamatore”, non ci sta a cambi di regole in corsa per le primarie del centrosinistra: "Non capisco perché non vadano bene le regole del passato quelle che andavano bene quando hanno vinto Prodi, Veltroni, Bersani. Mi pare un errore inserire il ballottaggio (alle primarie chi arriva primo vince. Non è che dopo aver vinto, poi, c'é la gara di ritorno). Mi pare un errore grave immaginare un ballottaggio in cui possa votare solo chi ha votato al primo turno (e se la prima domenica ti ammali?). Mi pare un errore cercare di restringere la partecipazione: in tutto il mondo la sinistra allarga il campo della partecipazione e la destra restringe! Questo è un boomerang. Bersani non lo può permettere. Non capisco perché il Pd deve aver paura di primarie libere e aperte. Tutti i sondaggi, al di là dei voti ai singoli nomi in corsa, su una cosa sono unanimi: il Pd sta crescendo. E sale grazie al confronto che s’è aperto con le primarie. Adesso invece le vogliono fare finte! Spero davvero che intervenga Bersani...”. Il Pd controbatte al Sindaco di Firenze rispondendogli che le regole si fisseranno all’Assemblea Nazionale del Pd in programma sabato prossimo. Ma Renzi annuncia che non parteciperà: "Non faccio parte dell'assemblea nazionale del Pd. E non voglio dare motivi di ulteriore divisione: Bersani ha detto che farà di tutto per fare primarie aperte, libere e democratiche. Non so se il segretario ha ancora la maggioranza degli elettori del centrosinistra: questo lo diranno le primarie. Ma il segretario ha sicuramente la maggioranza dei membri dell'assemblea: tocca a lui dimostrarsi di parola, come io mi auguro. Da parte mia rinuncio alle polemiche e aspetto di capire cosa verrà fuori. Continuando a coltivare la speranza che prevalga la saggezza e non si cambino le regole in corsa. Viviamo un clima impressionante, quasi magico: è come se avessimo la percezione che da un momento all'altro può finire l'incantesimo di una stanca politica che in questi anni ha cambiato solo i nomi, ma non le facce. Il coraggio è contagioso. Se uno non ha paura di andare controvento, controcorrente, contro la pigrizia, gli altri si lasciano contagiare volentieri. E a quel punto l'onda non si ferma. Ecco perché chiedo a chi ci crede di non lasciar sfiorire questa possibilità. Stiamo mettendo in moto un noi, non un insieme di io".
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Primarie Pd: si cambiano le regole per far fuori Matteo Renzi!
Creato il 04 ottobre 2012 da Freeskipper
La segreteria del Pd sente puzza di “rottamazione” per le prossime primarie del centrosinistra e allora corre ai ripari per salvare la “nomenclatura pidiellina”, pensando di inserire il “ballottaggio” tra i due candidati più votati e un certificato di "sostenitore del centrosinistra"! Una norma che qualcuno ha definito "salva Bersani". Potrebbe servire, infatti, a far convergere su di lui i suffragi ottenuti da Nichi Vendola e dagli altri candidati minori. Insomma quella del Partito Democratico è una chiara manovra per indebolire Matteo Renzi, il sindaco rottamatore che tenta la scalata al partito e che fa tremare il segretario Pierluigi Bersani, che ha una paura terribile di perdere la leadership. Ma Matteo Renzi, il “rottamatore”, non ci sta a cambi di regole in corsa per le primarie del centrosinistra: "Non capisco perché non vadano bene le regole del passato quelle che andavano bene quando hanno vinto Prodi, Veltroni, Bersani. Mi pare un errore inserire il ballottaggio (alle primarie chi arriva primo vince. Non è che dopo aver vinto, poi, c'é la gara di ritorno). Mi pare un errore grave immaginare un ballottaggio in cui possa votare solo chi ha votato al primo turno (e se la prima domenica ti ammali?). Mi pare un errore cercare di restringere la partecipazione: in tutto il mondo la sinistra allarga il campo della partecipazione e la destra restringe! Questo è un boomerang. Bersani non lo può permettere. Non capisco perché il Pd deve aver paura di primarie libere e aperte. Tutti i sondaggi, al di là dei voti ai singoli nomi in corsa, su una cosa sono unanimi: il Pd sta crescendo. E sale grazie al confronto che s’è aperto con le primarie. Adesso invece le vogliono fare finte! Spero davvero che intervenga Bersani...”. Il Pd controbatte al Sindaco di Firenze rispondendogli che le regole si fisseranno all’Assemblea Nazionale del Pd in programma sabato prossimo. Ma Renzi annuncia che non parteciperà: "Non faccio parte dell'assemblea nazionale del Pd. E non voglio dare motivi di ulteriore divisione: Bersani ha detto che farà di tutto per fare primarie aperte, libere e democratiche. Non so se il segretario ha ancora la maggioranza degli elettori del centrosinistra: questo lo diranno le primarie. Ma il segretario ha sicuramente la maggioranza dei membri dell'assemblea: tocca a lui dimostrarsi di parola, come io mi auguro. Da parte mia rinuncio alle polemiche e aspetto di capire cosa verrà fuori. Continuando a coltivare la speranza che prevalga la saggezza e non si cambino le regole in corsa. Viviamo un clima impressionante, quasi magico: è come se avessimo la percezione che da un momento all'altro può finire l'incantesimo di una stanca politica che in questi anni ha cambiato solo i nomi, ma non le facce. Il coraggio è contagioso. Se uno non ha paura di andare controvento, controcorrente, contro la pigrizia, gli altri si lasciano contagiare volentieri. E a quel punto l'onda non si ferma. Ecco perché chiedo a chi ci crede di non lasciar sfiorire questa possibilità. Stiamo mettendo in moto un noi, non un insieme di io".
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