Magazine Immobiliare

Prime reazioni al nuovo regolamento edlizio di Milano

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

Il vicesindaco e assessore all'Urbanistica, Lucia De Cesaris (nella foto col sindaco Pisapia) artefice del nuovo strumento urbanistico - varato dopo oltre 10 anni dal precedente - ha promesso che sarà sottoposto all'immancabile «tavolo» fra Comune e categorie.Prime reazioni al nuovo regolamento edlizio di Milano E tuttavia alcune di queste hanno già mostrato forti perplessità o contrarietà, soprattutto per la norma, dal sapore ideologico, per cui gli immobili degradati o in stato di abbandono saranno sottoposti all'«uso pubblico». A caldo i costruttori di Assimpredil, col presidente Claudio De Albertis, hanno parlato di una previsione normativa «inaspettata» e a «prima vista» anche potenzialmente «lesiva della proprietà privata», anche se interviene sulla modalità di utilizzo e non sulla titolarità del bene. Dopo la reazione immediata di due giorni fa, Assimpredil ora studia la materia, pronta a far valere le sue ragioni nel tavolo tecnico col Comune.
Ancor più determinata è la reazione dell'associazione della proprietà edilizia, con il presidente, Achille Colombo Clerici, (nella foto col sindaco di MilanoPrime reazioni al nuovo regolamento edlizio di Milano) che giudica la previsione dell'«esproprio» comunale «inopportuna e dirigista» e probabilmente anche illegittima per competenza, prospettando uno scenario di impugnazioni quasi assicurate per il regolamento comunale. «Su un diritto soggettivo come la proprietà può incidere solo la legge nazionale, o regionale, non certo norme di carattere regolamentare - spiega Colombo Clerici - quindi c'è un problema di competenza del Comune». Questo vuol dire una cosa sola: «Se una norma viola la legge, è ipotizzabile che qualcuno la impugni. Anzi è fuori di dubbio che ci saranno impugnazioni, in modo diretto o indiretto, cioè della norma o degli atti che su di essa si basano». Al di là degli aspetti formali e di legittimità, poi c'è poi la valutazione nel merito di questi strumenti di «esproprio comunale»: «Quella norma - aggiunge Colombo Clerici - è anacronistica, fuori tempo. É chiaro che nei periodi di crisi le città non prosperano, è inutile colpire chi ora non ha le risorse da investire».
Questa valutazione, poi, si innesta su un'altra questione incandescente, quella fiscale: l'imposizione sugli immobili non si sa ancora come cambierà, ma è probabile che le imposte esistenti, Imu e Tares (rifiuti) siano abbinate, e a carico del proprietario, che dovrà poi rivalersi sugli inquilini: «Oltre a tutte le insolvenze, come i pagamenti di portierato e manutenzioni - riflette Colombo Clerici - la proprietà si dovrà far carico anche della Tares. Emergerà infatti il problema dell'insoluto e sarà solo un modo di scaricare sui proprietari l'onere di rivalersi sugli inquilini inadempienti. Nel sistema inglese le paga l'inquilino». Ultimo aspetto, il cosiddetto «libretto» o tagliando degli immobili, ugualmente bocciato: «Mettere insieme dati e informazioni che sono nella disponibilità solo del Comune, come stato idrico, geologico, materiali - per Assoedilizia - è un compito che può essere assegnato solo al Comune. C'è chi preme da anni per il libretto casa. Ma i proprietari si vedono gravati di un onere ulteriore, senza alcuna utilità». C'è poi il solito problema giuridico: «Quest'attività deve essere imposta e deve esserlo con legge. E il Consiglio di Stato si è pronunciato sancendo l'illegittimità. Poi - conclude - ci domandiamo perché non si dà più in affitto? Gli inquilini non pagano più, mentre i costi restano e aumentano».tratto da il giornale.it 15 luglio 2013


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :