Il secondo album dei Prime Target è quello del salto di qualità per la band di Pescara. Un gruppo i cui musicisti hanno militato con gli esponenti storici tra i più alti dell’heavy metal nazionale, due su tutti: i Requiem di Mario Di Donato, noto ai più come The Black, e gli Unreal Terror. Non stupisce dunque che la competenza “metallurgica” ci sia tutta e si faccia sentire abbondantemente. Ma quello che non ci si aspetta è il modo in cui questi cinque galantuomini si sono cuciti ad arte una veste nuova o, come molto genericamente si dice oggi, moderna. Non fraintendetemi, i Prime Target non hanno velleità Emo(zionali) artefatte o pseudo-spocchiose, sanno bene che l’heavy metal è una questione di viscere, le stesse che sanno sempre e comunque stimolare i riff di Black Sabbath, Priest, Accept e Pantera, ma quello che rende il loro sound degno di nota è la capacità di innestare influenze di variegata derivazione alla loro materia prima. L’assenza assoluta di soli di chitarra, che assolve esclusivamente e doverosamente al passo pachidermico e gutturale dei brani, dà modo alle tastiere di ricercare ambientazioni che vanno dall’onirico/visionario al lugubre, dallo spaziale al gotico, dal metal elettronico di matrice tedesca all’industrial. Una propositiva fucina di stili e idee che, mista al brillante e neurotonico songwriting, all’innata e carismatica eccentricità della band e a una produzione allo stesso tempo compatta, frontale ed elaborata, in cui si è lasciato davvero poco al caso (leggete l’intervista), vi stimolerà non poco all’ascolto ripetuto.
Tracklist
01. Nightwings
02. Action
03. The Inquisitor
04. Individualist
05. Totentanz
06. Heartbeat
07. Cut-Throat
08. How Many Times
09. Ephemeral
10. Gluck Auf
11. Honeytrap
12. Body Entropy