Magazine Diario personale

Prime volte.

Da Tofina
Ieri per la prima volta sono andata in palestra. Si, di quelle vere, con lo spogliatoio, gli attrezzi e la tua scheda personale con gli esercizi da fare.Ovviamente non ci sono andata da sola perché, va bene tutto, ma io ho bisogno di qualcuno che mi sproni, che mi dica "Muovi il culo, oggi si va a faticare!" e che condivida con me eventuali figure di merda e la mia schiapperia. Anche trovare la compagnia ideale non è facile: se hai l'amica Sporty Spice finisci col non starle dietro e magari demotivarti pure; se vai con quella con cui hai poca confidenza passi un'ora e mezza di merda a far finta di non essere stanca, a non lamentarti, a non fare battute su quella che "Come mai sulla scheda di quella ci sono molti meno esercizi, non è giusto!" e poi la guardi ed è tipo Platinette e allora capisci. Insomma, la mia amica Ele è la compagnia perfetta: stessi trascorsi atletici (leggi: nulli) e stessi obiettivi. Abbiamo cercato una palestra che fosse abbastanza nuova e non fatiscente, che non puzzasse e che non fosse popolata da super palestrati o modelle di Victoria's Secret. Direi che ce l'abbiamo fatta.
Come prima volta è stato un successone. Abbiamo svolto tutti gli esercizi, in alcuni casi con serie anche più lunghe di quelle previste e un paio di volte abbiamo chiesto al nostro... personal trainer? di aumentarci i pesi. Una volta invece abbiamo chiesto se non fosse impazzito perché "No scusa, guarda non hai visto ma ci hai lasciato su i 30 kg... ahahah! 30 kg". Invece dovevano essere proprio 30 kg, ecco.
Insomma, dopo 32 anni sono riuscita a sconfiggere questo grande demone che per me era la palestra. Non tanto in quanto luogo di fatica in sé, ma più per l'idea che spesso si ha di questo posto. O almeno, che io avevo. Sono fondamentalmente una persona timida e insicura e passare un'ora e mezza sotto lo sguardo di gente che magari va in palestra un giorno si e l'altro pure e ti sbatte in faccia la sua forma fisica, e di qualcuno che ti dice "Devi fare così, no così", magari proprio mentre stai facendo una fatica boia, magari proprio durante quell'esercizio che mette in risalto le tue criticità fisiche (ed estetiche) non era proprio nel mio elenco delle dieci cose da fare prima di morire. Però devo ricredermi. Il mio egocentrismo ferito può affermare con sicurezza che al resto dei presenti è fregato poco niente di quello che facevamo io e Ele, se non quando occupavamo un macchinario che serviva a loro per lo meno e la persona che ci ha seguite è stata disponibile e paziente, assecondando anche qualche nostro capricetto.Ma cosa più importante di tutte: prevedevo l'utilizzo di una gru per alzarmi dal letto e invece guarda mamma, tutto da sola!

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