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OGGI è una giornata molto importante: la mia prima uscita da quando ho lasciato l’ospedale e anche da quando sono arrivato a Nizza. Passo un’ora buona a decidere come vestirmi. Se dovesse venirmi un colpo, voglio essere chic. Dopo molte esitazioni, decido per calzoni neri Angelo Litrico, cintura nera con fibbia d’argento, camicia bianca Cacharel, scarpe de ville a punta di cuoio nero Milazzo. Considero l’idea di portare la camicia fuori dai calzoni per darmi un’aria più casual, poi torno a metterla dentro perché mi nasconde la fibbia d’argento. Posso permettermelo, la malattia mi ha conferito una linea da top model anoressico. In ogni caso ho la barba lunga ed evito di radermi, come impone la moda dei 3 giorni. Mi raccolgo il codino con un clip di cuoio nero tempestato di brillantini e mi metto il brillante all’orecchio destro. Mi guardo allo specchio. Wow, che figo! Come al solito mia moglie dice che il brillante fa pédé. Macché pédé, testa di legno, è sexy! Cosi’ lasciamo l’appartamento, scendiamo con l’ascensore e usciamo nella via.
MIA MOGLIE mi sostiene come se fossi un paralitico, cosi’ le dico di lasciarmi. «Guarda, posso battere Usan Bolt sullo sprint!» Parto in tromba, dopo 4 passi mi gira la testa e vacillo. Per fortuna Dédé si precipita a sostenermi mentre sto per crollare sul marciapiede. In qualche modo percorriamo la via dove abito, svoltiamo in rue Rossini e la percorriamo fino a rue Guiglia.
INCREDIBILE, penso. Questa creatura incerta e traballante è lo stesso uomo che poco tempo fa affrontava la giungla del Karisoke per incontrare i gorilla dopo 4 ore di marcia sotto il diluvio? Che affrontava un bufalo infuriato all’Akagera? Che nuotava fra i coccodrilli e gli ippopotami nel Tanganyka? Che alla foce della Ruzizi dava la caccia a Gustave, il coccodrillo più grande del mondo? Che scalava le montagne di Rutsuru per incontrare i ribelli di M23? Che nel lago Rweru sbarcava da solo su un’isola popolata da cannibali? Che si avventurava in piena zona di guerra a Goma? Adesso perfino una modesta passeggiata nel suo quartiere gli sembra un’impresa sovrumana.
LA NOSTRA META è lo square d’Alsace-Lorraine, dove c’è un magnifico giardino. In rue Guiglia oltrepasso l’edificio Casamène costruito nel 1930 in stile assiro-babilonese. Accidenti, lo hanno dipinto di giallo. Che cos’è questa mania del giallo? Stava benissimo grigio-perla com’era prima. Proseguiamo fino al Secondo Impero del Palais Jolienne con i suoi splendidi balconi di ferro battuto. Davanti a noi si profila lo square di Alsace-Lorraine con il grande giardino cinto da una cancellata di lance nere con la punta dorata. Entriamo nel giardino e per tacito accordo ci sediamo vicino all’area di gioco per i bambini. Quante volte, quando Minou era bambina, l’ho accompagnata in quel luogo? E’ come se si fosse chiuso in ciclo. E allora, nella mia mente, rinasco vent’anni prima…
HA 3 ANNI MINOU e oggi è la sua prima discesa sul toboggan. Si è bloccata sulla scala mentre gli altri bambini sbuffano perché hanno fretta di salire. «Papà, ho paura.» Non devi avere paura, cara. Guarda, ti aspetto in fondo allo scivolo. Ti lasci andare e arriverai fra le braccia del tuo papà, okay?» « Davvero mi aspetti?» «Certamente, cara.» «Me lo prometti?» «Sicuro. Guarda, sono là.» Finalmente, sollecitata e anche un po’ spinta dai bambini alle sue spalle, Minou si lascia andare con un piccolo strillo e un attimo dopo si ritrova nella sicurezza del mio abbraccio.
CARA MINOU, adesso hai ventitré anni e dirigi un ufficio stampa a Parigi, ma sei ancora la mia bambina. Ai piedi di tutti gli scivoli della vita troverai sempre il tuo papà pronto ad accoglierti fra le sue braccia. Finché sarà al mondo….
Dragor