Ormai Milano è in dirittura di Expo 2015, che come tutti ben sappiamo si occuperà di cibo, nutrizione e affini. In preparazione a ciò, la stessa Expo e il Corriere della Sera hanno organizzato la rassegna “Convivio – A tavola tra cibo e piacere”, ospitata nello spazio del Piccolo Teatro di via Rovello.
Lunedì scorso il titolo della serata era “Primo, non sprecare”. Potevo mancare? Certo che no. Ed è stata una serata davvero piacevole.
Il “padrone di casa” era Andrea Segrè, triestino, professore ordinario di Politica Agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, simpaticissimo sensibile osservatore dei problemi legati all’uso, consumo e abuso del cibo e delle risorse alimentari.
Il prof. Segré ci ha raccontato che ogni anno buttiamo via tanto cibo pari al valore di 9 miliardi. Nella spazzatura. Cibo che, in teoria, si potrebbe utilizzare, perché stiamo parlando di prodotti (virtualmente) scaduti, dimenticati in fondo al frigo e alla dispensa, ed eliminati senza troppi problemi.
Io ho fatto un salto sulla sedia: 9 miliardi sono tantissimi. E come dice il prof, visto che in Italia ci sono circa 9 milioni di poveri relativi (cosa vorrà dire qui relativi, non lo so, ma poveri sì), a ognuno toccherebbe un milione di cibo così, gratis.
Questo è naturalmente un ragionamento teorico, ma tutti possiamo e dobbiamo impegnarci in concreto.
In casa nostra, basterà seguire qualche banale regoletta per evitare che questo spreco si perpetui: riordinare spesso frigorifero e dispensa per sapere con precisione cosa abbiamo in casa, comprare secondo una lista della spesa ragionata, fare gli acquisti a stomaco pieno (lo sappiamo tutti quante cose in più si buttano nel carrello se siamo al supermercato all’ora di pranzo).
In particolare mi sono trovata d’accordo su una constatazione: la scadenza dei cibi non è una data tassativa, oltre la quale il latte, lo yogurt o la pasta si trasformano da generi alimentari a prodotti altamente tossici.
Sarà che sono cresciuta senza queste scadenze, sarà che fino a un certo punto della mia vita gettavo il latte solo quando lo sentivo inacidito, e non in un giorno preciso, e così per tutto il resto, che mi sento anch’io di dire: usiamo un po’ di buon senso! Le date di scadenza sono il risultato di una serie di prove in laboratorio, non una rivelazione divina, quindi prima di sprecare e gettare via cibo ancora del tutto commestibile, pensiamoci un momento, ragioniamo, e diamo una mano ad abbattere quel valore impressionante di 9 miliardi buttati.
“Vivere a spreco zero si gioca dunque tra due sostantivi che sono alla base dello stare al mondo: sostenibilità e rinnovabilità, ovvero durare e rigenerare” . Cominciamo a provarci.
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