In Laguna ha conquistato critica e pubblico guadagnandosi l’appellativo di ‘gioiellino’, uno di quei casi che ridanno fiato al cinema italiano, una sorpresa regalataci dalle recenti Giornate degli Autori, storica sezione parallela della 70. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. È l’esordio alla regia di Paolo Zucca, “L’arbitro”, una storia singolare scritta a quattro mani dallo stesso regista insieme alla scrittrice Barbara Alberti, e sviluppata a partire dall’ omonimo cortometraggio, vincitore nel 2009 di un David di Donatello.
In sala dal 12 settembre per Lucky Red, il film corre su due binari paralleli: da un lato la rivalità tra due sgangherate piccole squadre sarde di terza categoria – l’Atletico Pabarile e il Montecrastu-, dall’altro l’ascesa professionale di Cruciani (Stefano Accorsi), un ambizioso direttore di gara vicino a coronare il sogno della sua vita, ovvero arbitrare una finale europea.
Girato interamente in bianco e nero, “L’arbitro” si basa su un equilibrato mix di toni bassi e alti, di comico e drammatico, atmosfere grottesche e tratti più cupi, almeno stando alle parole dello stesso Zucca: “Il tono prevalente è quello comico e leggero, ma ho scelto di contrappuntarlo con dei momenti dalle tinte più cupe. […]Da un lato la musica evocativa di Andrea Guerra, la retorica del ralentie e la fotografia elegante e ricercata in bianco e nero, dall’altro i corpi tutt’altro che statuari dei calciatori di infimo livello, il burlesco, il grottesco e una comicità spesso semplice e molto diretta. Ho scelto di usare il bianco e nero anche per ottenere il grado massimo di astrazione dalla realtà e dal tempo”.
Il campo di calcio dunque, come metafora della condizione umana, partendo dal bizzarro microcosmo di un paesino sardo, che sciorina una galleria di personaggi eccentrici: “Il film racconta il nostro paese nella sua essenza, un paese eterogeneo la cui grande forza è anche la sua fragilità”, ha raccontato Accorsi a Venezia.
Sullo sfondo le suggestioni arcaiche e ancestrali del mondo pastorale sardo, dentro e fuori dal campo un gioco di destini incrociati: tutti si consumeranno in un finale che è il frutto di determinate scelte. “È bello vedere come da certi gesti anche casuali – trovarsi nel momento sbagliato al posto sbagliato – la tua vita possa prendere una piega diversa, positiva o negativa che sia”, ha commentato l’attore che dà il volto all’arbitro del titolo.
Un film che in molti apprezzeranno per la sua capacità di far ridere con intelligenza, un debutto composto ed elegante. Un cast di grandi attori e eccellenti caratteristi (Geppi Cucciari a Francesco Pannofino, Alessio Di Clemente, Jacopo Cullin, Marco Messeri, Benito Urgu, Quirico Manunza) farà il resto.
di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net