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Privacy, quale privacy?

Creato il 09 luglio 2010 da Stiven1986

Sul Foglio di oggi appare un appello in difesa del diritto alla privacy, secondo il quale

Gridare “intercettateci tutti”

- significa dimenticare il massacro di umanità
che si è compiuto nel corso del Novecento per la pretesa del potere di interferire nelle vite degli altri, e gravemente sottovalutare la potenziale deriva orwelliana del nuovo mondo tecnologico

- significa ritenere che lo Stato possa ogni cosa, anche penetrare nei luoghi più reconditi e sacri del privato, calpestando quella dignità della persona su cui devono fondarsi leggi e regole della convivenza civile

- significa cancellare l’articolo 15 della nostra Costituzione,
che sancisce il diritto alla riservatezza

Ecco, io vorrei solo ribadire che in Italia non ci sono 7,5 milioni di intercettati – come sostenne il Premier – ma

nel 2009 – spiega – le utenze telefoniche intercettate sono state 119.553, le cimici piazzate in ambienti pubblici e privati sono state 11.119, mentre le «altre tipologie di bersaglio» sono state 1.712, per un totale di 132.384 intercettazioni.

Di conseguenza, il problema sollevato dall’appello del Foglio non si pone nemmeno. Non siamo tutti intercettati e non è leso il diritto alla privacy dei cittadini.

In Italia, il vero problema è la criminalità organizzata. Ma le intercettazioni non servono solo a colpire questa:

La nuova disciplina lega le mani agli investigatori. Ciò significa (non c’è trucco che possa cancellare questa verità) garantire più impunità a fior di delinquenti che non siano mafiosi o terroristi ma “soltanto” assassini, rapinatori, estortori, stupratori, pedofili, bancarottieri, corruttori, usurai, sfruttatori di prostitute, trafficanti di droga e via elencando.

Questo è solo un esempio:

Privacy, quale privacy?



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