Un vecchio solaio… delle bobine antiche, e la musica racconta di un’epoca indimenticabile… inizia così la storia di “9 GENNAIO 1972”, album live dei PROCESSION, distribuito dall’Electromicantic Music di Beppe Crovella.
Ricorda Marcello Capra, il chitarrista della formazione:
Quella domenica del 9 gennaio 72, venne a registrare il nostro live un ragazzo con revox e microfono panoramico, poi francamente non ricordo, presi dal vortice dei concerti e delle prove, credo tutti ci scordammo di quella registrazione; solo dopo quarant’anni quei nastri sono apparsi in un solaio della casa di campagna della mamma di Mario Bruno, che in un incontro bellissimo, me li ha dato già riversati su cd, così abbiamo “ritrovato” un documento veramente storico, che riflette una tendenza di quegli anni, dove anche altri colleghi suonavano e imparavano dai grandi musicisti d’oltreoceano e d’oltremanica, creando così una propria dimensione creativa, ma prima era d’obbligo conoscere “quelle musiche”… perché stavano cambiando un’epoca”.
"9 gennaio 72" è anche… il racconto di una domenica di musica rock di alta qualità, realizzata per far ballar e trasmetter intense emozioni, attraverso musica d’impegno...
Dieci brani antichi, riproposizioni di ciò che eravamo, di quello che desideravamo e ci piaceva mostrare. Dagli Atomic Rooster ai Jethro Tull, i giovani Procession danno saggio di bravura e intraprendenza, e dall’album emerge l’esatto quadro della situazione, quella rincorsa ai modelli d’oltremanica e d’oltreoceano caratteristica del periodo, e che fosse beat o qualcosa di più evoluto faceva davvero poca differenza. Ci si misurava tra band spingendo il pubblico a ballare… in modo diverso, proponendo brani che non arrivavano con facilità alla massa, e che spesso diventavano famosi proprio per merito di chi faceva, anche, opera di coverizzazione (cioè tutti). La formazione protagonista dell’incisione è la seguente: Gianfranco Gaza (voce solista), Marcello Capra (chitarra), Mario Bruno (organo Hammond), Angelo Girardi (basso) e Nico Spallino (batteria).
“9 gennaio 1972” ha il valore del reperto storico, e il passato, oltre a suscitare la giusta e, a volte, sana nostalgia, ci aiuta a ricordare come eravamo e… ad imparare. I suoni sono ruspanti, la registrazione precaria, per di più in situazione live, e con scarsa tecnologia in fase di recording, ma al di là delle magie di restayling di Crovella, l’album emana un fascino ed un profumo che credo possano dare una sferzata alla memoria dei più “maturi”, così come credo rappresenteranno stimoli per i giovani curiosi.
A volte è sufficiente un ritornello accantonato da tempo e reincontrato all’improvviso, per ritrovare sapori e odori di un particolare momento del passato, e immagino l’emozione di Marcello Capra e amici, nel momento del primo ascolto… certi attimi difficilmente possono essere descritti! Arrivati all’ultimo brano, “We used to know”, si ha come la sensazione che un cerchio si sia chiuso… e chissà quanti altri solai e quanti anelli aperti dovremo ancora scoprire!
Nel numero zero d
i MAT2020 (www.mat2020.com) compare un articolo approfondito dedicato a questa straordinaria scoperta.