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Processo ai marò, il Tribunale del mare blocca i militari in India

Creato il 25 agosto 2015 da Mrinvest

Il Tribunale internazionale del diritto del mare di Amburgo ha stabilito che il processo ai marò sia sospeso e rimanda ogni decisione alla Corte dell'Aja.

Dopo tre anni e mezzo di rinvii, cavilli burocratici e lentezze della giustizia indiana, Processo ai marò, il Tribunale del mare blocca i militari in IndiaAncora una volta le aspettative italiane sono state (in parte) deluse dalla decisione dalla sentenza della Corte di Amburgo riguardante il processo ai marò. speravamo che una richiesta urgente al Tribunale del mare potesse almeno rimettere in libertà, in attesa del giudizio di merito, i due fucilieri, accusati di avere ucciso due pescatori indiani nel lontano 15 febbraio 2012, durante un'operazione antipirateria al largo delle coste dello Stato indiano del kerala.

Girone e Latorre destinati a rimanere in India per anni.

Invece, i 21 giudici di Amburgo, con 15 voti a favore e 6 contrari, hanno risposto che tutto resta come prima nella controversia che vede contrapposti India e Italia. Salvatore Girone resterà in India e Massimiliano Latorre, prima o poi, ci dovrà tornare.

Il Tribunale di Amburgo ha deciso che per il momento non ci sarà nessun provvedimento urgente e temporaneo ed ha sancito che tutto ciò che riguarda il processo ai marò passa alla Corte internazionale di giustizia dell'Onu, che ha sede all'Aja. Questo significa che i tempi saranno molto lunghi: si dovranno scegliere i giudici di comune accordo tra Italia e India e, considerato che Nuova Delhi potrebbe sollevare diverse eccezioni, passeranno anni prima di una sentenza, che non stabilirà se Latorre e Girone sono innocenti o colpevoli, ma quale dei due Paesi dovrà giudicarli.

Per l'Italia è una vittoria a metà, perchè da una parte l'India non dovrà più occuparsi della vicenda giudiziaria dei Marò, ma dall'altra è stata negata la libertà ai nostri fucilieri di marina. Insomma, congelando la situazione, la Corte di Amburgo ha dato un colpo al cerchio ed uno alla botte.

Intanto Latorre è convalescente in Italia e, come dicevamo, dovrà ritornare in India quando sarà guarito e Girone, che si trova a Nuova Delhi, non tornerà in Italia finchè il Tribunale dell'Aja non dirimerà la controversia tra Italia e India.

La Corte dell'Aja stabilirà chi, tra India e Italia, farà il processo ai marò.

Tutto dunque rimane in pratica come prima, tutto viene rimandato alla decisione della Corte dell'Aja che dovrà stabilire chi, tra India e Italia, giudicherà i due militari. Poi ci sarà il processo ai marò. Insomma, si sono persi 42 mesi e c'è da scommettere che se ne potrebbero perdere altrettanti.

L'Italia aveva chiesto che Girone potesse rientrare in Italia e la permanenza in Patria di Latorre, ma le richieste sono state rigettate. Gli avvocati italiani spingevano sul fatto che per i marò non è stato formulato ancora un capo d'accusa. L'India era determinata, invece, sempre più a mantenere la propria giurisdizione sui due Marò, affermando che l'incidente è avvenuto in acque indiane, che i due pescatori uccisi erano indiani e che quindi il processo ai marò sarebbe di competenza indiana. L'Italia asserisce, invece, che il fatto è successo in acque internazionali.

Si sperava che si arrivasse a dipanare la matassa, complicata sia per colpa della vergognosa burocrazia indiana sia perchè l'Italia si è mossa, altrettanto vergognosamente, dopo 40 mesi di immobilismo o quasi, ma neanche la Corte di Amburgo è riuscita ad arrivare ad una decisione, e l'incubo per i due marò continua.


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